Forti preoccupazioni per i “margari“ piemontesi

margari piemontesi
Pascolo estivo in alta quota di una mandria di razza bovina Piemontese
Allarme da Arap e Anaborapi per la siccità che ha danneggiato gli alpeggiatori

«A fronte di qualche sporadico e localizzato temporale, la situazione generale è veramente drammatica». L’ha segnalato all’inizio di agosto Elia Dalmasso, recentemente eletto presidente dell’Arap (Associazione regionale allevatori del Piemonte e della Liguria): «Nella maggior parte degli alpeggi – ha spiegato – la cotica erbosa è completamente bruciata e, oramai, anche eventuali precipitazioni potranno fare ben poco. I primi quindici giorni di agosto sono quelli dove le vacche pascolano più in alto, dove normalmente ci sono le essenze più pregiate come per esempio il trifoglio alpino, quello che noi chiamiamo piote ‘d galina (zampe di gallina – ndr ); nella maggior parte degli alpeggi l’erba non è cresciuta a dovere oppure è secca come se fossimo già a settembre, dopo le prime gelate».

 

Piemontesi al pascolo in Valle Stura di Demonte

Accanto alla carenza di acqua, che costringe le mandrie a grossi spostamenti giornalieri, si aggiunge quindi il problema dell’alimentazione. All’allarme lanciato da Dalmasso ha fatto eco quello di Andrea Rabino, neo presidente Anaborapi, l’associazione che raggruppa oltre 4.200 aziende che allevano bovini di razza Piemontese: «Molti dei nostri associati – ha detto Rabino – praticano l’alpeggio durante la stagione estiva; si tratta di una forma di allevamento che da un lato permette di contenere i costi e dall’altro lato contribuisce a salvaguardare il territorio; questa eccezionale siccità obbligherà molti margari a scendere a valle in anticipo; la scarsità di erba costringerà anche gli allevatori ad acquistare fieno e alimenti per il bestiame, materie prime che purtroppo hanno attualmente i prezzi alle stelle. Anche da un punto di vista burocratico una discesa anticipata dagli alpeggi potrebbe creare qualche problema: per accedere al cosiddetto premio per il pascolamento, i capi devono permanere in montagna per almeno tre mesi e qualche allevatore non sarà in grado di rispettare questi termini».
Secondo Rabino è importante che la Regione riconosca la causa di forza maggiore per gli allevatori che saranno obbligati a demonticare in anticipo. T.V.

Forti preoccupazioni per i “margari“ piemontesi - Ultima modifica: 2022-09-15T09:02:59+02:00 da Lucia Berti

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome