Risultati positivi, nonostante le ombre sul futuro gettate dalla situazione attuale. È questo quanto emerso durante l’annuale assemblea dei soci di Latteria Soligo per l’approvazione del bilancio 2021, svoltasi a Farra di Soligo (Tv).
Oltre alla rappresentanza dei soci, 150 aziende agricole sparse tra Veneto e Friuli, sono giunti in platea anche Mara Bizzotto, membro della commissione agricoltura del Parlamento europeo, l’assessore regionale all’Agricoltura Federico Caner, i rappresentanti di Aprolav, Avepa, Arav, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, solo per citarne alcuni. Presenze che lanciano un segnale forte in un momento particolarmente sentito dal settore lattiero-caseario, alle prese con gli effetti a lungo termine della pandemia Covid-19, i costi spropositati di energia e materie prime e le ripercussioni della guerra in corso in Ucraina, fattori che stanno allarmando un intero comparto.
Ma nonostante tutto l’obiettivo della latteria sociale resta lo stesso dal 1883: pagare il giusto prezzo agli allevatori e offrire al consumatore prodotti che identifichino il marchio Soligo con genuinità e qualità.
“Noi allevatori stiamo vivendo un momento veramente difficile – ha sottolineato Lorenzo Brugnera, presidente di Latteria Soligo – molti di noi si stanno chiedendo se valga la pena continuare o se sia meglio chiudere le stalle. Tanti di noi hanno già dovuto abbattere le vacche da latte meno produttive e tutti sappiamo che stiamo producendo sottocosto. La nostra speranza è che a breve anche la gdo capisca che è necessario pagare alcuni centesimi in più il nostro prodotto per sostenere gli allevatori italiani e le loro famiglie. E come Latteria Soligo stiamo lavorando sull’aumento dei prezzi di listino al fine di aumentare la remunerazione ai nostri soci. L’obiettivo che ci auguriamo di raggiungere a breve è di arrivare almeno alla soglia di 0,50 € al litro”.
Ed è stata ufficializzata la cifra che Latteria Soligo pagherà ai propri soci nelle settimane successive all’assemblea: la remunerazione sarà di 0,43 €/l per il mese di aprile e di 0,46 €/lt per il mese di maggio. “Una scelta che sottolinea come in questo momento – ha proseguito Brugnera – il nostro impegno prioritario sia salvaguardare le stalle dei nostri soci, ma stiamo lavorando anche per trovare nuove soluzioni che nei prossimi anni ci consentano di gestire, quando ve ne sia la necessità, momenti di crisi come quello che attualmente stiamo vivendo. In questo, il modello della cooperativa si sta rivelando un valore da salvaguardare per il presente e per il futuro delle nostre aziende”.
A confermare quanto detto dal presidente Brugnera, sono i numeri: nonostante la pandemia si sia fatta decisamente sentire, anche nel 2021 il valore della produzione di Latteria Soligo è stato di 82.016.817 euro (5.436.113 euro in più rispetto al 2020). Oltre 760.000 i quintali di latte raccolto (-74.220 rispetto al 2020), di cui il 75% è stato certificato QV, con una remunerazione media di 0,4477 €/l di latte conferito.
Il modello economico dell’impresa cooperativa, ha concluso il presidente, “si è rivelato sempre più attuale essendo l’unico che consente di unire le forze ritagliandosi un proprio spazio nel mercato e, contestualmente, che permette ai soci di operare le proprie scelte aziendali in piena libertà”.
Caner: tenere aperte le stalle è un dovere etico e sociale
Presente all’assemblea, fra gli altri, anche Federico Caner, assessore all’Agricoltura della Regione Veneto, che con la sua partecipazione ha voluto sottolineare la vicinanza al comparto agricolo e alle imprese del territorio: “Il momento è difficile e non lo nascondiamo – ha sottolineato Caner nel suo saluto ai soci – bisogna capire se la zootecnia è un settore strategico per il Paese oppure no, e bisogna intervenire dove serve. Abbiamo chiesto al Governo di stanziare una riserva di crisi, abbiamo ottenuto 150 milioni di euro che daranno liquidità alle aziende, ma servirebbero almeno 250 milioni. Il Governo deve intervenire ora affinché non vengano chiuse le stalle, cosa che porterebbe alla diminuzione non solo della produzione di latte ma anche alla perdita di un patrimonio di prodotti tipici che concorre a rendere il Veneto la prima regione turistica italiana, conosciuta proprio per le sue eccellenze gastronomiche, oltre che per il grande patrimonio culturale”.
In questo momento storico, ha concluso Caner, “tenere aperte le stalle è un dovere etico e sociale. Da parte nostra, posso dirvi che stiamo lavorando con grande impegno affinché la situazione possa cambiare a breve, e lo faremo anche attraverso il prossimo Psr Veneto, nel quale la Regione sosterrà fortemente le collaborazioni tra le realtà del settore”.