“Sono orgoglioso che il Gruppo Ferraroni abbia intrapreso con forza e convinzione questo percorso per garantire al territorio e alle prossime generazioni che ci vivranno un futuro ancora ricco di opportunità, benessere e crescita sostenibile”, lo afferma Maurizio Ferraroni, amministratore delegato dell’azienda Ferraroni spa.
Il Gruppo Ferraroni, tra i leader dell’industria mangimistica, nasce a Bonemerse (Cr) e deve il proprio successo alla capacità di mantenere relazioni dirette con il territorio di origine e con la Pianura Padana. Collocarsi all’interno di una filiera significa collaborare con gli stakeholder con un obiettivo comune. Significa curare i rapporti con i dipendenti, con le comunità locali, con i partner commerciali e tecnico-scientifici, con i fornitori e con i clienti.
L’azienda Ferraroni crede nel continuo sviluppo del territorio per far crescere una ricchezza condivisa, sostenibile e duratura, anche per le nuove generazioni. Per raggiungere questo risultato, garantisce efficienza e produttività alla filiera agroalimentare e zootecnica grazie all’offerta di soluzioni integrate che nascono dall’utilizzo di materie prime di qualità e un costante impegno nella ricerca e l’innovazione.
Da questo nasce l’idea di un bilancio di sostenibilità. “Durante la stesura del bilancio – ci racconta Armando Canepa, Project Leader del Gruppo Ferraroni - abbiamo fatto molti workshop durante i quali ci siamo interrogati su quale fosse il futuro del settore. In un mondo come il nostro, con bassissimo valore aggiunto in termini di marginalità, trovare un’azienda che metta sul piatto un budget economicamente importante per un’attività, in un momento in cui non c’era ancora una normativa quadro precisa, è stato forse lungimirante e non scontato”.
Concretezza del progetto
“Il bilancio di sostenibilità è stato fatto non solo per scrivere quali sono i nostri progetti aziendali ma anche per darci degli obiettivi”, precisa Armando Canepa, e continua: “Da una parte stiamo portando avanti il discorso dei mangimi a basso impatto, quindi stiamo studiando soluzioni che ci permettono di ridurre la produzione di metano e di azoto (in suini e vacche da latte), inoltre ci stiamo occupando di tutta l’implementazione degli aspetti energetici e dei processi industriale nella produzione di mangimi. Dall’altra parte è necessario creare un networking con le banche perché stiamo facendo una serie di percorsi per l’accreditamento del lavoro svolto, in modo da darci una prospettiva futura”.
Prodotti per bovini
I mangimi Ferraroni sono il risultato di una quotidiana collaborazione tra il reparto formulazione e il servizio di assistenza tecnica e vengono studiati in maniera specifica per fornire all’animale un corretto apporto di nutrienti in base alle differenti esigenze nutrizionali delle varie fasi del ciclo di allevamento.
Per quanto riguarda il comparto bovino, l’obiettivo è quello di valorizzare al massimo le produzioni foraggere specifiche di ogni allevamento, al servizio di analisi sempre più precise effettuate presso il laboratorio aziendale FeedLab, che consente di effettuare un’attività di consulenza mirata al miglior utilizzo dei foraggi aziendali. Questo è rilevante perché formulare dei mangimi ad hoc significa fornire esclusivamente i nutrienti complementari a quelli già presenti nel foraggio aziendale.
Ad esempio, guidare l’allevatore nella produzione e uso di foraggi di elevata qualità rappresenta una strategia vincente per diminuire il consumo di concentrati consentendo un importante vantaggio per l’allevatore.
L’impegno ambientale
Un elemento chiave nella produzione dei mangimi è quello dell’economia circolare. Circa la metà di quanto viene utilizzato nelle formule deriva da sottoprodotti dell’industria alimentare o da alimenti non utilizzabili dall’uomo, come la cellulosa. Questo fa dell’industria mangimistica un settore di per sé molto virtuoso dal punto di vista ambientale, dal momento che permette di valorizzare e prolungare il ciclo di vita di prodotti che, pur avendo ancora notevoli proprietà dal punto di vista nutrizionale, sarebbero stati altrimenti avviati allo smaltimento.
L’impegno per l’ambiente inizia, per il Gruppo Ferraroni, innanzitutto da una buona conoscenza della situazione attuale in termini di impatti e per essere al corrente di tutti gli aspetti e i temi che sono maggiormente rilevanti in modo da poter lavorare in maniera efficace. Per questo motivo l’azienda si è chiesta a quanto equivalesse il loro impatto sull’ambiente. Per calcolarlo è stata utilizzata la metodologia dell’analisi del ciclo di vita (Lca, Life cycle assessment).
La metodologia dell’analisi del ciclo di vita, o Lca, permette di analizzare tutte le fasi del sistema di produzione lungo l’intera filiera produttiva: dalla coltivazione delle materie prime al consumo del prodotto, fino allo smaltimento dei rifiuti. Nella pratica, per fare uno studio Lca si devono raccogliere i dati di produzione di tutte le singole fasi e, per mezzo di specifici software di calcolo, trasformarli in indicatori sintetici utili a fornire le informazioni necessarie alle eventuali azioni di comunicazione e/o di miglioramento.
Lo studio Lca condotto ha evidenziato come il Gruppo Ferraroni emetta circa 300.000 t di CO2 equivalente all’anno.
Tabella - Distribuzione emissioni di CO₂ del Gruppo Ferraroni |
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Attività aziendali | % di emissioni |
Mangimificio di Bonemerse | 59 |
Mangimificio di Orzinuovi | 17 |
Allevamenti bovini | 12 |
Allevamenti suini | 11 |
Salumificio | 1 |
L’analisi ha evidenziato come la maggior parte degli impatti totali del Gruppo sia imputabile ai mangimifici di Bonemerse e Orzinuovi: il risultato è facilmente comprensibile se si pensa che i due stabilimenti rappresentano la principale realtà, in termini di volumi e fatturato, dell’intero Gruppo (figura 1).
Per calcolare gli impatti dei mangimifici, l’analisi Lca ha tenuto in considerazione:
- coltivazione delle materie prime;
- consumi di energia;
- consumi idrici;
- smaltimento dei rifiuti;
- trasporto e distribuzione del prodotto finito.
Oltre a definire che la carbon footprint del mangime Ferraroni è di circa 1 kg di CO2 equivalente per kg di prodotto, lo studio ha permesso di comprendere gli aspetti e le fasi che maggiormente influenzano questo dato.
Gli impatti della produzione dei mangimi dipendono per la maggior parte (96% del totale) dalle materie prime, e per il restante 4% dai processi, ovvero i consumi energetici – soprattutto l’energia elettrica per le macchine e per l’illuminazione e il metano per il riscaldamento e i processi di pellettizzazione – e le operazioni legate alla logistica, come i trasporti in entrata e in uscita.
Considerati i risultati di questo studio, per il presente e per il futuro l’impegno dell’azienda sarà orientato innanzitutto su un approvvigionamento che rispetti criteri sempre più responsabili.
Rispetto agli impatti legati ai consumi energetici dei processi, invece, non solo ha già provveduto a dotare le proprie stalle di apparecchi fotovoltaici, ma ha recentemente operato un grande investimento per la realizzazione di un parco fotovoltaico da 4 Mgw per soddisfare il fabbisogno energetico degli impianti dei propri mangimifici. L’impegno aziendale sarà rivolto inoltre verso un generale efficientamento del sistema logistico, già avviato con la costruzione di nuovi silos, che - oltre a permettere l’utilizzo di un maggior numero di materie prime producendo mangimi più performanti - consentiranno una migliore organizzazione ed efficienza di tutto il sistema di stoccaggio.
Progetti futuri
Per quanto riguarda i progetti che l’azienda prospetta per il futuro ce li ci spiega Armando Canepa spiegando che “possiamo suddividerli in tre strade, ovvero dal punto di vista: finanziario, di nutrizione animale e di efficientamento dei processi.
- Finanziario. Per dare futuro all'azienda è fondamentale aumentare il rating di Ferraroni come azienda nel sistema banche. Siamo diventati un po’ azienda pilota per capire come le aziende mangimistiche stanno lavorando dal punto di vista della sostenibilità.
- Nutrizione animale. Per cercare di ridurre le emissioni con approcci gestionali e nutrizionali in allevamento stiamo studiando mangimi a basse emissioni o mangimi che valorizzino prodotti circolari per ridurre l’impatto. Visto che conosciamo l’impatto delle nostre materie prime, l’elemento Gwp (Global warming potential) di esse viene valorizzato come elemento di formulazione.
- Efficientamento dei processi e tracciabilità. Efficientamento da un lato energetico sull’impianto e dall’altro incentrato sui trasporti per la riduzione di emissioni intese come tonnellate di mangime trasportate per km. E sul settore logistico stiamo cercando di integrare con l’intelligenza artificiale e automatizzare alcuni processi sulla tracciabilità”.
Per maggiori informazioni: www.ferraronimangimi.it; info@ferraroni.com
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