Importanti svolte produttive negli ultimissimi anni nell’allevamento della famiglia Perletti, situato a Gorlago, in provincia di Bergamo. Dagli anni Novanta i fratelli Antonio e Bortolo Perletti allevavano bovine da latte in stabulazione fissa, come si fa ancora oggi nella Pianura Padana. Successivamente i figli dei due allevatori, rispettivamente Luca e Matteo, nel 2015 hanno creato la società agricola “La Rosa”, sfruttando anche il Psr, e molti aspetti sono stati rivoluzionati.
Sostanzialmente oggi Matteo e Bortolo si occupano della gestione della campagna, in particolare della foraggicoltura, Antonio e Luca dell’allevamento.
Si diceva che con la creazione della società agricola “La Rosa” molte situazioni tecniche dell’allevamento hanno visto un’importante evoluzione. Innanzitutto tra il 2015 e il 2016 è stata inaugurata una nuova stalla, ovviamente a stabulazione libera, ma soprattutto ben arieggiata, ventilata e con grande spazio per le bovine (193 cuccette per 200 capi in lattazione), come mostrano le foto. Realizzando in pieno l’idea del benessere animale, con punteggio Crenba 90%.
Nuova stalla ben dotata di tecnologia, con tre robot di mungitura, un nuovo carro unifeed della Faresin particolarmente performante, un separatore solido-liquido delle deiezioni. Benessere animale, innovazione tecnologica, conduttori giovani: gli ingredienti giusti per ottenere risultati. Che puntualmente sono arrivati: la produttività oggi è particolarmente elevata (con una media annua, ottobre 2019 - ottobre 2020, di 41,5 kg di latte per vacca), la qualità del latte pure (grasso 3,90%, proteine 3,32%, carica batterica 8.000, cellule 123.000, medie annue).
Alimentazione di precisione
Particolarmente incisiva poi l’alimentazione di precisione, o precision feeding. Ottenuta in gran parte grazie al lavoro di un nuovo carro miscelatore, acquistato dalla Faresin nel 2019: un Leader PF 2.22 Plus Ecomix.
Alimentazione di precisione basata in questo caso sul fatto che il carro pesa tutti gli ingredienti, tenendo distinti i valori gruppo per gruppo, e trasmette i pesi via wifi al pc aziendale, affinché Luca e Antonio possano tenere tutto sotto controllo. Il carro pesa e registra anche l’alimento avanzato, ossia l’alimento non assunto dall’animale, per ogni gruppo; questo alimento avanzato viene portato alle manze, secondo quantità calcolate dai software Faresin.
Ma è alimentazione di precisione anche il fatto che la bovina alla fine ingerisca proprio gli alimenti prescritti dalla razione, cioè senza selezionare alcuni ingredienti e tralasciarne altri.
E se la bovina, come avviene in questo allevamento, ingerisce tutto l’unifeed senza selezionare i singoli ingredienti, gran parte del merito va attribuito alla omogeneità della miscelata, e quindi ancora una volta al lavoro del carro miscelatore Faresin.
Il nuovo carro
I Perletti sono clienti Faresin da trent’anni, ma il carro di cui stiamo parlando è nuovo, l’hanno acquistato nel 2019. Le sue caratteristiche tecnologiche e operative sono dettagliate nel sito internet del costruttore (www.faresinindustries.com); ecco però come le descrivono, come le stanno vivendo, i due allevatori bergamaschi.
Questo nuovo carro, afferma Antonio Perletti, grazie alla sua capacità di 22 mc “ci permette di fare quattro scarichi al giorno: due per le bovine in lattazione, al mattino e alla sera, uno per le asciutte, uno per le manze”.
I vantaggi? Dice Luca Perletti: “Risulta utilissimo per l’organizzazione del nostro lavoro giornaliero il fatto che ogni giro del carro richieda tempi contenuti, soltanto 20-25 minuti, quando ad altri carri miscelatori serve in genere il doppio del tempo. Questo avviene grazie in particolare all’efficace lavoro del mulino, in grado di tagliare 5 quintali di fieno in soli 5 minuti. La miscelazione, operata dalle due coclee verticali, dura soltanto 5 minuti scarsi, tra l’altro con poco rumore, a tutto vantaggio del benessere del carrista. Con poco rumore perchè facciamo girare le coclee piano, dato che grazie al mulino non devono tagliare ma solo miscelare; di conseguenza il regime del motore diesel è più basso”.
La qualità del lavoro del carrista, dunque, migliora grazie al minor tempo richiesto per ogni giro del carro e per il minor rumore della macchina. Non solo, aggiunge Antonio, “migliora anche grazie alla facile manovrabilità del carro: la cabina offre un’ampia visibilità e il joystick riduce l’impegno da dedicare alla guida e alle varie operazioni”.
Minori consumi
Il fatto che il carro sia dotato di un mulino molto performante, spiega ancora Luca, permette di far entrare nella vasca un fieno già tagliato, a 3-4 cm, tagliato appunto dal mulino. In tal modo la coclea, che fa 10 giri al minuto, può limitarsi solo a miscelare. “Questo fatto riduce i tempi di lavoro del carro e anche la velocità delle coclee, due situazioni che comportano un’altra importante conseguenza: si riducono i consumi di gasolio”.
E avere minori consumi di gasolio significa avere minori costi di produzione, maggiore sostenibilità aziendale, aria più pulita in stalla per gli animali.
Maggiore qualità
Un ulteriore vantaggio conseguente al fatto che i tempi di lavoro del carro Faresin sono dimezzati rispetto a quelli di altre macchine è relativo alla qualità della miscelata: la razione non ha il tempo di scaldarsi quindi è più fresca e più appetibile per la vacca.
L’efficace lavoro del mulino, inoltre, porta a ottenere una razione più omogenea quindi la bovina non fa selezione tra i vari ingredienti dell’unifeed.
E a proposito di omogeneità dell’alimento, c’è da sottolineare l’utilità della copertura della vasca del carro, copertura costituita da acciaio resistente. Questa fa sì che la polvere e i più piccoli residui di alimento, che si creano naturalmente in fase di carico, non si disperdano; in tal modo si contengono le perdite di sostanze nutritive e ciò che viene poi distribuito alle bovine resta più aderente a quanto si desiderava in fase di formulazione della razione.
“È per tutti questi vantaggi - concludono i due allevatori - che abbiamo deciso di acquistare questo modello di carro unifeed Faresin”.
Leggi la versione integrale dell’articolo dedicato da IZ all’esperienza della società agricola La Rosa