Tra gli allevamenti di bovini si sta segnalando un particolare modello di carro unifeed. Si tratta del carro miscelatore semovente Faresin della linea PF, Precision Feeding. Una macchina che costituisce un passo avanti nell’applicazione dell’agricoltura di precisione verso il miglioramento del benessere animale. E che garantisce, come spiegano i tecnici della Faresin, una migliore produzione zootecnica e, soprattutto, una riduzione dei costi di gestione nell’alimentazione delle mandrie.
Ma anche tra gli stessi allevatori si moltiplicano i commenti positivi circa il lavoro di questo carro miscelatore. Un esempio di questo orientamento il numero 15.2020 dell’Informatore Zootecnico lo ha trovato a Bressanvido, in provincia di Vicenza, dove ha raccolto l’opinione tecnica di Stefano e Marco Bettinardi, conduttori assieme al padre Adriano di un allevamento di 510 bovini, di cui 270 in mungitura.
Opinione tecnica decisamente positiva a favore del proprio carro unifeed, il carro “Leader PF 2.26 Plus Ecomix” della Faresin, dalla capacità di 26 mc. Sino a qualche anno fa in azienda, racconta Stefano Bettinardi, “lavoravamo con un carro miscelatore a coclea orizzontale. Poi però abbiamo deciso di cambiare optando per un carro a due coclee verticali”. Appunto questa macchina Faresin.
Omogeneità
“E siamo soddisfatti del cambiamento: le coclee verticali infatti - continua Stefano - producono una miscelata più soffice e più omogenea. E quando l’unifeed è omogeneo allora noi allevatori siamo più sicuri che la bovina lo ingerisca tutto, senza selezionare, in modo che la razione realmente assunta dall’animale risulti molto vicina alla razione teorica che vogliamo”.
Evoluzione e razionalizzazione anche nella sequenza di inserimento degli ingredienti nel carro, come spiega Stefano: “In altri allevamenti la sequenza osservata è foraggi poi farine poi insilato. Nel nostro caso invece, grazie al fatto che i mulini del carro permettono di inserire i foraggi già trinciati, la sequenza è fieno poi insilato e infine farine. Due vantaggi da questa situazione: le farine non cadono sul fondo del carro e la miscelata risulta più omogenea”.
In conclusione, se l’indice di omogeneità della miscelata, registrato lungo la corsia con il metodo della Penn State University, in Italia corrisponde in media al numero indice 65, qui nell’allevamento Bettinardi arriva invece a quota 85. “Un risultato raggiunto grazie appunto alle due coclee verticali e ai mulini - aggiunge Mattia Benetti, il tecnico della Faresin che ci ha accompagnato in azienda - ma grazie anche ad altre situazioni tecnologiche e tecniche, come le verifiche effettuate a bordo del carro dal rilevatore Nir”.
Risparmio di tempo
Stefano Bettinardi poi sottolinea come i vantaggi zootecnici derivanti dall’impiego di questo carro miscelatore non si fermino solo al fattore omogeneità. Infatti, grazie alle particolarità costruttive del mulino del carro, spiega, “i tempi di miscelazione si riducono dell’80%; questo perché il fieno è tagliato già in fase di carico del carro. Grazie a questa situazione il carro garantisce all’allevatore forti risparmi di carburante e di tempo”.
E i risparmi di tempo Stefano li ha calcolati: “Nel mio allevamento questo carro mi fa risparmiare 2 ore di lavoro, il che significa poter fare un carro in più al giorno, dunque 5 carri invece che 4. Se con la macchina che avevamo prima il lavoro di ogni carro durava 1 ora e 10 minuti circa, ora con la macchina Faresin il lavoro di ogni carro, ossia la distribuzione di 60 quintali della razione alimentare, dura soltanto 35 minuti circa”.
Il risparmio di tempo dovuto alla tecnologia del mulino offre anche un altro vantaggio: “Facendo lavorare il carro meno tempo la miscelata non si surriscalda”. Conseguenze: “Una miscelata fresca è più appetibile per le vacche, evita diminuzioni della produzione di latte, migliora il livello di benessere animale”.
Leggi la versione integrale dell’articolo dedicato da IZ all’esperienza dell’azienda Bettinardi