Miscelata omogenea, semplicità operativa

carri faresin
1. L’azienda Caoduro possiede due carri miscelatori Faresin, entrambi della linea Leader PF Plus: un carro “2.30 Ecomix” (a sinistra nella foto) e un carro “2.24 Ecomix”. L’azienda si trova a Montereale Valcellina (Pn).
L’esperienza dell’azienda Caoduro, Pordenone. Così questi allevatori friulani parlano dei propri carri miscelatori Faresin. Macchine di cui apprezzano anche molte altre caratteristiche, fra le quali la buona manovrabilità tra i vari ambienti dell’allevamento

Severino Caoduro, conduttore dell’omonima azienda agrozootecnica situata a Montereale Valcellina, in provincia di Pordenone, si dichiara ben soddisfatto di aver scelto due carri miscelatori Faresin per l’alimentazione delle proprie bovine. Sono due macchine della linea Leader PF Plus: un carro “2.30 Ecomix“ e un carro “2.24 Ecomix”, dalla capienza rispettivamente di 30 e di 24 metri cubi.

Soddisfatto per diversi motivi tecnico gestionali. Il primo dei quali, afferma, ”è l’uniformità della miscelata, che permette all’alimento effettivamente assunto dalle bovine di essere il più vicino possibile a quanto prescritto dal nutrizionista“. Un’altra motivazione espressa dall’allevatore consiste nell’assistenza dei tecnici Faresin, particolarmente pronta e attenta.

Severino Caoduro nel proprio ufficio aziendale.

Presso l’azienda Caoduro vengono allevati circa 2mila capi bovini, di cui 890 in lattazione. Per metà si tratta di frisone, per metà di brune. La produttività media è di 35 litri capo giorno.

Parte del latte prodotto viene destinato alla trasformazione in formaggio Montasio, parte alla produzione delle mozzarelle della cooperativa altoatesina Brimi.

Le superfici agricole coltivate a foraggere sono così suddivise: 180 ettari a mais, destinato a trinciato e a pastone, 70 ettari a frumento, da trinciato, 70 ettari a medica.

Altre motivazioni alla base della soddisfazione nei confronti del lavoro di questi due carri unifeed vengono espresse da Giovanni Caoduro, figlio di Severino, anch’egli attivo a tempo pieno in allevamento. ”L’utilizzo di questi carri – spiega – è molto semplice, tutto è molto automatizzato, e questo rende più agevole il nostro lavoro. Oltre a questo, c’è da considerare la loro grande manovrabilità: nonostante la mole, si muovono molto bene lungo i loro percorsi, anche grazie alle quattro ruote sterzanti e alla ergonomia della cabina, che offre più comfort e più visibilità“.

La trasmissione idraulica delle coclee.

Non è tutto, perché Giovanni mette a fuoco un altro paio di punti a favore di questi due carri Faresin. Il primo dei quali riguarda un aspetto costruttivo: “La trasmissione idraulica delle coclee permette di schermare in modo quasi completo i vari stress meccanici, come ad esempio quelli derivanti dagli urti delle balle di fieno all’interno del carro”.

L’altro punto a favore riguarda aspetti informatici: ”Questo tipo di carri unifeed registra i dati del proprio lavoro e li invia al computer aziendale per un loro controllo. In particolare si può tenere sotto controllo da remoto i dati della pesa e, se necessario, riadattarli sempre da remoto senza doverlo fare sul carro. Quindi per noi allevatori il controllo del lavoro del carro unifeed è più agevole e preciso“.

Per tutti questi motivi, conclude Severino, ”nel 2022, quando è arrivato il momento di comprare nuovi carri unifeed, abbiamo acquistato proprio questi due carri della Faresin. In precedenza avevamo un carro da 30 mc sempre della Faresin, e ancora prima un carro di un’altra marca“.

Faresin, da 50 anni

Fin qui l’esperienza degli allevatori friulani Severino e Giovanni Caoduro.

Andiamo ora a conoscere meglio il costruttore di queste macchine, Faresin Industries, che fra l’altro quest’anno festeggia i 50 anni di attività.

Faresin Industries, con sede a Breganze (Vicenza), progetta, produce e commercializza carri miscelatori e strumenti per l’analisi della razione per il settore zootecnico, nonché sollevatori telescopici per uso agricolo e industriale. Ha investito anche in strumenti per l’analisi della razione, attraverso la società controllata ITPhotonics, con l’obiettivo di rilevare in modo oggettivo e scientifico le performance delle proprie macchine per omogeneità e taglio della fibra, aspetti fondamentali per quanto riguarda il precision feeding.

L’azienda, fondata nel 1973 dall’attuale presidente Sante Faresin, unisce gli aspetti tradizionali di una solida guida familiare al dinamismo di un gruppo internazionale presente a livello globale con una rete capillare di filiali, distributori e rivenditori.

Il Made in Italy, spiega Silvia Faresin, amministratore delegato e vicepresidente, ”è per noi motivo d’orgoglio da 50 anni. La cura artigianale del prodotto si unisce a una produzione industriale di qualità superiore, che ci ha consentito di affermarci anche al di fuori dei confini nazionali. L’export infatti rappresenta una voce sempre più preponderante del fatturato. Quattro sono le filiali commerciali e di assistenza che Faresin dispone in Europa: una nel nord e una nel sud della Germania, una in Francia e una in Polonia“.

Ricerca e innovazione, continua Silvia Faresin, ”sono nel nostro DNA. Siamo, a tutti gli effetti, tra i precursori del precision feeding in zootecnia, concetto tecnico che ha guidato l’evoluzione nel tempo dei nostri carri miscelatori, allo scopo di portare in mangiatoia una razione ottimizzata e omogenea, per favorire la digeribilità“.

I carri Faresin, semoventi, trainati e stazionari, ”possono soddisfare al meglio tutte le esigenze degli allevamenti, sia in termini qualitativi che di ingombro. L’ampia capacità di carico può andare incontro alle necessità di ogni allevatore con il vantaggio che, oltre a risparmiare tempo per la preparazione e la distribuzione dell’unifeed, viene migliorato anche il benessere animale grazie alla somministrazione di una miscelata in grado di stimolare una corretta ruminazione“.

Queste macchine inoltre sono sviluppate e perfezionate grazie anche alla sinergia trentennale con l’Università di Padova al fine di aumentare la produttività, migliorare il benessere animale e ridurre i costi alimentari. “I carri miscelatori Faresin consentono di ottimizzare fattori alimentari come l’indice di omogeneità della miscelata, l’indice di selezione e la digeribilità, incrementando la redditività sostenibile dell’allevamento. Non si tratta di un’affermazione senza fondamento, bensì di dati misurati sul campo ormai da cinque anni dal team di ricerca del Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute (MAPS) dell’Università degli Studi di Padova” conclude la vicepresidente.

 

Tab. 1 - La caratteristiche dei due carri miscelatori Leader PF 2 Plus Ecomix Faresin dell’azienda Caoduro
2.24 2.30
Potenza del motore (kW/hp) 151/205 191/260
Capacità (mc) 24 30
Lunghezza totale (mm) 10000 10320
Altezza (mm) 3190 3500
Larghezza (mm) 2470 2800
Larghezza fresa (mm) 2040 2040
Altezza di fresatura (mm) 5310 5600
Altezza scarico (mm) 730 770
Esterno ruote (mm) 2385 2400
Distanza assi (mm) 5370 5570
Sbalzo posteriore (mm) 1080 1050
Sbalzo anteriore (mm) 3500 3850
Altezza telaio da terra (mm) 370 440
Peso a vuoto (kg) 16000 18500
Portata massima (kg) 8400 10500
Ruote (di serie) 435/50 R19.5 385/65 R22.5
Fonte: Faresin
Tab. 2- La configurazione dei carri miscelatori Leader PF Ecomix
Numero coltelli: da 7 a 11
Sedile regolabile con sospensione pneumatica: standard
Joystick: elettro porzionale multifunzione
Cabina: PF Cab
Sistema di ventilazione: tre velocità e regolatore di temperatura
6 fari lavoro led: standard
Serbatoio carburante: 230 litri
Sistema elettronico di pesatura (*): standard
Velocità massima: 25-30 km/h
Assale anteriore: motrice, sterzante e con sospensione
Assale posteriore: motrice, sterzante
Numero coclee: 2
Gamma velocità coclea (rpm): 5,10,15,20,25,30,40,50
Diametro esterni rullo fresa: 600 mm
Controcoltelli idraulici: 2
Mulino su fresa: optional
Impianto di ingrassaggio centralizzato e/o automatico: optional
*) con quattro sensori tra vasca di miscelazione e telaio. Fonte: Faresin.

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Miscelata omogenea, semplicità operativa - Ultima modifica: 2023-05-10T10:10:12+02:00 da Giorgio Setti

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