Si sono presentati circa mille allevatori alla manifestazione “Porte aperte nazionale”, organizzata dalla olandese Lely a Vidor di Treviso. Tutti molto interessati e, soprattutto, coinvolti nella conoscenza dei modi e dei risultati ottenuti dall’azienda ospitante, la Ponte Vecchio della famiglia Curto, la quale, dal 2014 ha imboccato in modo deciso la strada dell’automazione acquistando, prima in Italia, il sistema di alimentazione Lely Vector. Successivamente, nel 2015, sono stati installati due robot di mungitura Lely Astronaut e una allattatrice automatica Lely Calm. Macchine che si sono viste in azione per tutta la durata della giornata e, delle stesse, è stato possibile essere ragguagliati su caratteristiche e performance direttamente dai signori Curto e dai tanti tecnici che la Lely ha messo a disposizione dei partecipanti. I dati aziendali potevano pure essere controllati, in tempo reale, attraverso un apposito monitor installato dalla Lely.
Nell’ampio cortile di Ponte Vecchio, inoltre, erano esposte le macchine per la fienagione della Lely ed erano presenti, con i loro stand e tecnici, alcune delle imprese che affiancano l’azienda olandese negli interventi di innovazione e automazione presso gli allevamenti bovini di tutta Italia.
Durante i momenti che, nel programma della giornata, sono stati dedicati agli approfondimenti, i tecnici della Lely hanno illustrato, agli intervenuti, le opportunità che l’automazione può generare nell’attività di allevamento.
Quali vantaggi?
Teus De Jong, responsabile del progetto Vector, è partito dai cambiamenti e dai benefici che l’automazione nell’alimentazione delle bovine può portare in una stalla adeguatamente strutturata. Un risparmio di manodopera, a esempio, con un intervento umano ridotto al minimo e una maggiore flessibilità nell’organizzazione del lavoro anche perché, la cucina che alimenta il sistema, ha un’autonomia di 3-4 giorni. Inoltre, il Vector funziona pure da spingiforaggio eliminando completamente questa operazione manuale. Il tutto, con costi di gestione molto bassi. Il consumo energetico della macchina si attesta sui 25-30 kWh al giorno che equivalgono a un costo di circa 5 euro, con un risparmio notevole di gasolio, la non necessità di avere a disposizione un trattore dedicato all’alimentazione, il risparmio di un carro miscelatore e di uno spingiforaggio.
Inoltre, la razione è sempre fresca e di quantità precisa, distribuita più volte al giorno. La flessibilità della macchina consente l’alimentazione degli animali anche se divisi per gruppi e ogni capo riceve la giusta quantità di foraggio.
Gli animali stanno meglio, la mandria è più tranquilla e c’è minore necessità di intervenire con i farmaci. Il tutto, secondo De Jong, può portare a un aumento medio di produzione di latte, per capo, per giorno, di circa 1,6-1,9 chili. Infine, il sistema è integrato con un software per l’analisi della produzione di latte in relazione alla razione e ciò consente di valutare, con maggior precisione e puntualità, i costi di produzione.
Il tecnico Roberta Romei, ottimizzatrice aziendale dell’automazione, ha proposto all’attenzione degli allevatori i cambiamenti più significativi che l’automazione porta in una stalla convenzionale sulla base dell’esperienza Lely che, in Italia, ha già venduto più di 400 robot di mungitura.
In una stalla tradizionale, ha spiegato Romei, le vacche dedicano 14 ore al riposo, 5 ore all’alimentazione e 2 ore e mezza alla mungitura. Tutto cambia in una stalla automatizzata dove le ore dedicate al riposo, da ogni singolo capo, salgono a 18, quelle all’alimentazione si riducono a 2 e i tempi complessivi della mungitura scendono addirittura a 18 minuti.
In una stalla convenzionale, ha aggiunto Romei, una persona munge 5mila quintali di latte in 2mila ore, mentre, nel medesimo tempo, in una stalla automatizzata, la stessa persona può mungere 20mila quintali di latte: una bella differenza.
Precisione alimentare
Il punto di vista più strettamente alimentare è stato espresso dal nutrizionista, Fabio Grassi, di Purina, che ha sottolineato come l’automazione rappresenti una reale opportunità per migliorare l’efficienza della stalla e la produzione del latte potendo contare, in particolare, sul fattore della precisione alimentare. Secondo Grassi, indubbiamente, ciò porta a una riduzione dei costi e un conseguente aumento dei ricavi che possono salire dai 3,4 euro al quintale di latte realizzati prima dell’installazione dei robot di mungitura, ai 7,6 euro al quintale realizzati in una stalla robotizzata.
Nei suoi saluti conclusivi, Fabio Curto, ha disegnato il quadro della propria azienda multifunzionale (con allevamento, caseificio, malga, cantina e punto vendita) che vuole essere sempre aderente al motto: “Con l’innovazione coltiviamo la tradizione”.
La vera sfida, ora, è quella di rendere ancora più efficiente il sistema di lavoro, diminuendo al massimo gli sprechi e indirizzando al meglio gli investimenti, anche utilizzando la tecnologia e l’innovazione di Lely.
Leggi l’articolo pubblicato su Informatore Zootecnico n. 21/2016
L’edicola di Informatore Zootecnico