Incrementare la digeribilità dei substrati utilizzati in alimentazione al proprio impianto a biogas, risparmiando preziose risorse attraverso un piano di alimentazione più snello è il sogno di ogni gestore. Spesso purtroppo la realtà restituisce situazioni ben più critiche: trincee di insilati ricchi di fibre limitatamente digeribili con conseguente ricorso a costosi incrementi del regime alimentare; stagioni che per la loro imprevedibilità ritardano l’attuazione del piano delle semine con preoccupante ridimensionamento dello scorte accumulate; ricorso al mercato dei sottoprodotti per un pieno utilizzo della potenza installata, in balia di costi altalenanti e qualità di materiali non sempre facilmente determinabili.
In tale contesto trova spazio a pieno titolo il mondo delle biotecnologie applicate e in particolare dei cosiddetti “bioattivatori”, specifici concentrati di vita a principio attivo enzimatico-microbico, mirate integrazioni di massa biologicamente attiva supportata da idonei fattori di crescita (vitamine, nucleotidi, ecc.).
Spesso si dà per scontato che tutte le sostanze utili a massimizzare il processo fermentativo siano già presenti in quantità adeguate nelle matrici impiegate in alimentazione al proprio biogas o quantomeno nel digestante, specie se è previsto il ricorso a liquami zootecnici. Le innumerevoli esperienze maturate in questo settore da Eurovix spa, società produttrice di biotecnologie da oltre venticinque anni, dimostrano esattamente il contrario: impianti differenti per tecnica costruttiva, modalità gestionali e piano di alimentazione hanno restituito in regime di bioattivazione sensibilissime riduzioni dei quantitativi di substrati in ingresso, a parità di resa energetica.
Tale risultato evidenzia risparmi economici di assoluto rilievo, spiegabili attraverso una maggiore digeribilità delle matrici utilizzate in alimentazione, grazie ad un rapido ed efficiente innesco dell’idrolisi enzimatica dei substrati come conseguenza di un regolare impiego di specifici bioattivatori.
Una case history
Interessante in particolare prender nota di un’esperienza di gestione di un impianto biogas registrata in provincia di Cremona. I dati tecnici di questa case history sono riassunti in modo schematico nel box pubblicato qui accanto.
Si è voluto riscontrare da una parte l’effettiva capacità di Micropan Biogas di indurre un sensibile risparmio in alimentazione all’impianto e dall’altra l’inerzia del sistema in caso di sospensione della bioattivazione.
Nel grafico riportato è visibile il ridimensionamento indotto nell’alimentazione dell’impianto nel corso degli ultimi venti mesi (riduzione pari a circa 2 tSV/giorno equivalenti a 6 t di silomais (S.S.= 34%; S.V.= 96%s.s.)), ridimensionamento stimabile in un risparmio netto pari a circa 70.000 euro/anno.
L’efficacia del trattamento è inoltre dimostrata dal repentino calo delle esigenze alimentari ogni qualvolta venga riattivata l’applicazione di Micropan Biogas.
Visualizza l’articolo intero pubblicato su Informatore Zootecnico n. 4/2015