È una strategia d'attacco quella che il Consorzio del Parmigiano Reggiano sta mettendo in atto negli Stati Uniti e nel Nord America, che rappresentano i pilastri sui quali poggia il programma quadriennale di sviluppo dell'Ente di tutela.
Negli Usa - che nel 2016 hanno guadagnato la vetta della classifica tra i mercati esteri, con 250.000 forme esportate - gli investimenti raggiungeranno gli 1,2 milioni alla fine dell'anno, rappresentando così oltre il 20% delle risorse complessivamente destinate al sostegno delle esportazioni. Contemporaneamente, vengono decisamente rafforzate le azioni di contrasto rispetto ad imitazioni e fenomeni di "italian sounding" che ingannano il 67% dei consumatori degli States, indotti a considerare italiani i tanti prodotti contrassegnati da richiami (il più diffuso è il Tricolore) al nostro Paese.
"Sul mercato statunitense e canadese - sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli - vi sono buone prospettive di espansione per il nostro prodotto, soprattutto perché continua ad aumentare l'attenzione rispetto ai suoi valori (e tra i primi l'assoluta naturalità e il forte legame con il territorio) e alle sue caratteristiche distintive, legate alle diverse stagionature, alle razze di bovine allevate, alla montagna, ai diversi metodi di produzione rispettosi di tradizioni e culture diffuse nel mondo".
"Insieme alle catene distributive - afferma Bertinelli - anche in occasione del recente Fancy Food di New York abbiamo messo a fuoco nuovi segmenti di consumatori e alcuni Stati in cui la conoscenza del prodotto non è ancora capillare: per questo andremo a potenziare ulteriormente l'informazione e le azioni nei punti vendita per posizionare al meglio il nostro brand, con un obiettivo di crescita del 10% nel 2017".
"In tutto il Nord America - prosegue il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano - si stanno aprendo nuove opportunità, e per coglierle non ci limiteremo all'aumento degli investimenti e al rafforzamento degli accordi con catene distributive". "La nostra strategia - spiega al proposito Bertinelli - sarà decisamente all'attacco anche in tema di controlli e di lotta alle contraffazioni, siano esse a "stelle e strisce" che di altra provenienza".
"Soprattutto sul mercato statunitense, che assorbe il 7,2% dell'intera produzione di Parmigiano Reggiano - incalza Bertinelli - le contraffazioni sono molto diffuse e non facilmente stroncabili a fronte di una legislazione molto permissiva e priva di tutele rispetto alle evocazioni dei prodotti Dop originali; oggi, però, siamo convinti di aver trovato un nuovo e grande alleato nelle catene distributive, che hanno tutto l'interesse a promuovere quei prodotti d'origine controllata sui quali si vanno orientando i consumatori".
"Proprio insieme a loro, così come abbiamo fatto negli incontri al Fancy Food di New York - realizzeremo una serie di progetti speciali, finalizzati non solo a cogliere al meglio e a sostenere questi orientamenti, ma anche a valorizzare le diverse modalità di vendita e gli stili con i quali le catene si propongono".
(fonte: Consorzio del Parmigiano Reggiano)