Deleghe e organismo interprofessionale, riduzione della produzione, campagne d’informazione sui media, nelle scuole e presso i punti vendita: Alleanza delle Cooperative, che rappresenta il 70% del prodotto made in Italy, ha incontrato il 24 maggio il ministro Martina e si è candidata a mettere in sicurezza il latte italiano attraverso una serie di azioni combinate, ora all’esame del Mipaaf.
“Serve fermare la tempesta che da tempo si è accanita sul nostro latte, di questo abbiamo discusso con il ministro in sede di coordinamento del settore lattiero caseario", ha detto il coordinatore del settore lattiero caseario dell’Alleanza delle Cooperative, Gianpiero Calzolari (nella foto). "Con una disponibilità di materia prima italiana a prezzi prossimi ai 20 centesimi al litro, una produzione annua superiore a quella ottimale di almeno 6mln di quintali e infine con ripetute quanto interessate campagne di disinformazione in favore di prodotti alternativi, le condizioni di mercato sono ormai divenute insostenibili. Per questo serve un’azione forte sul fronte del controllo sulle dinamiche dei prezzi e del dialogo lungo alla filiera ma è anche necessario agire sulla comunicazione, con un coordinamento sul fronte promozionale".
Serve, ad esempio, ha continuato Calzolari, "che nella campagna realizzata dal Mipaaf con la Gdo per il consumo di ‘Latte 100% italiano’ venga introdotto un elemento di salvaguardia della equa remunerazione del lavoro degli allevatori, perché quanto pagato oggi per il latte italiano è sotto ogni immaginabile soglia. Un’equa remunerazione che la cooperazione si è sempre preoccupata di assicurare".
Serve ancora "la rete della cooperazione - sia sociale che lattiero casearia – per approntare una capillare azione di supporto al programma ‘Latte nelle scuole’. Così come nelle campagne di educazione alimentare sarà importante predisporre azioni didattiche su larga scala presso le cooperative di trasformazione, anche per contrastare fenomeni distorsivi sempre più dannosi".
La cooperazione, ha concluso Calzolari, "che è attualmente l’unico baluardo di concreta italianità delle produzioni, è infine in grado di trovare strumenti che incentivino la riduzione della produzione e si candida in prima linea nell’ipotesi, già consigliata a fine 2015, di avviare un organismo interprofessionale in grado di gestire in trasparenza le fasi cruciali del mercato, a partire dal sottocosto. Un’azione combinata e immediata il cui coordinamento potrebbe essere affidato a una figura ‘straordinaria’ con deleghe sul settore, che possa garantire maggiore organicità nelle risposte”.