Il digestato ottenuto negli impianti di biogas che utilizzano gli effluenti di allevamento e residui vegetali rappresenta una possbilità per aumentare ulteriormente la sostenibilità delle pratiche agricole, valorizzando così una risorsa naturale rispetto ai fertilizzanti di origine chimica.
Sono le conclusioni del convegno "Il digestato in agricoltura per la sostenibilità della zootecnia” organizzato oggi a Milano dall'Aral (Associazione regionale allevatori della Lombardia) e dall'Università di Milano per presentare i risultati delle ultime ricerche realizzate sia in ambito regionale che europeo e sottolineare l’importanza di un approccio moderno e sostenibile alla gestione del settore zootecnico.
Possibilità di sostituire i concimi chimici
«Il digestato di origine animale e vegetale – ha fatto sapere Coldiretti Lombardia – è un prodotto naturale, stabilizzato ed igienizzato, che svolge un'importante azione ammendante per il terreno. Favorirne l’utilizzo come fertilizzante organico, uscendo dalle logiche delle unità di azoto per ettaro ancora vincolanti a livello europeo, permetterebbe agli agricoltori di avere la possibilità di arrivare fino alla sostituzione completa dell’impiego dei concimi chimici che, sebbene apportino sostanze nutritive, contribuiscono a impoverire i suoli da un punto di vista strutturale».
In un momento in cui si parla tanto di economia circolare – prosegue la Coldiretti Lombardia –, rivalutare i prodotti e sottoprodotti di origine organica, quale il digestato, al posto dei concimi di sintesi, darebbe un bel contributo in tal senso.
L'agricoltura italiana la più sostenibile in Europa
L’agricoltura italiana – conclude la Coldiretti – è già la più sostenibile a livello europeo. Per continuare a migliorare, la chiave sta nell’innovazione, puntando su biogas e biometano, investendo sul digestato come fertilizzante e sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie, con droni, sensoristica, satelliti e gestione dei dati.
Occorre una revisione del dm 90 del 2016
«Per difendere la zootecnia dalle accuse di essere causa principale dell’inquinamento e per superare finalmente regole vecchie di trent’anni come la Direttiva Nitrati – ha dichiarato l’assessore all'agricoltura della Lombardia, Alessandro Beduschi – occorre percorrere diverse strade. La prima, immediata è la revisione del Dm 90/2016 e dei vincoli e blocchi ormai anacronistici alle "finestre di spandimento" dei reflui in campo. Altra cosa sui cui agire in fretta è rendere meno impattante sull’attività quotidiana la gestione del Bollettino nitrati».
Lombardia leader in zootecnia con 500 impianti
Una delle chiavi per il futuro del settore risiede nel digestato. Il residuo delle fermentazioni dei reflui zootecnici è utilizzato per la produzione di biogas. Un’attività di cui la Lombardia è leader nazionale con oltre 500 impianti. Ricco di elementi nutritivi e disponibile per le colture, il digestato può diventare essenziale per ridurre il ricorso ai fertilizzanti azotati chimici.
«In prospettiva poi – ha proseguito l’assessore – ci impegniamo a chiedere a livello europeo una grande sperimentazione che riannodi la politica con la scienza. Gli impianti di biogas per produrre energia pulita e la parificazione del digestato ai fertilizzanti risolveranno il problema della gestione dei reflui, e salveranno un settore chiave della nostra economia agricola».
«Solo così – ha concluso Beduschi – potremo liberare la zootecnia lombarda e italiana dal giogo repressivo di direttive anacronistiche. Che non fanno i conti con l’innovazione tecnologica e porterebbero alla liquidazione di un intero settore».