In Europa, il prezzo del latte crudo alla stalla sembra stia lievemente riprendendosi dopo mesi di corsi bassi. In estrema sintesi: in agosto è stato valutato a 33,50 euro per 100 Kg (dato peraltro stimato) mentre a luglio si situava a 32,84 euro per 100 Kg, il che si traduce in un incremento del 2%, non molto, ma significativo.
A segnalarlo è la Commissione europea, attraverso il Milk market observatory, un servizio che monitora i prezzi del latte nei 28 paesi aderenti all'Unione europea (nonostante la Brexit, il Regno Unito figura ancora tra questi). L'obiettivo è fornire al settore lattiero-caseario continentale maggiore trasparenza attraverso la diffusione tempestiva di dati di mercato e analisi a breve termine.
Come detto, secondo gli ultimi dati appena diffusi dai servizi tecnici della Commissione (consultabili cliccando QUI ), il prezzo medio europeo – che ha valore di dato di riferimento per chiunque faccia latte nell'Ue – sta forse risalendo la china. Non solo il valore di agosto è superiore a quello di luglio, il che configura una crescita di tipo congiunturale, ma risulta anche, seppur leggermente, più alto dello stesso dato rilevato ad agosto 2017, quando era valutato 35,29 euro/100 Kg. La variazione è limitata a +0,6%, però è in termini tendenziali, che dunque escludono qualsiasi stagionalità o altra casualità congiunturale.
Va inoltre tenuto conto che nel corso di quest'anno il prezzo medio Ue del latte crudo alla stalla è sceso a livelli decisamente bassi, con un minimo a maggio dove è stato registrato a 32,04 euro/100 Kg. Mentre, per fare un primo confronto, nel maggio dell'anno scorso era stato valutato a 32,89 euro/100 Kg.
Vale a questo punto la pena evidenziare che nel corso del 2017 il prezzo medio Ue ha raggiunto livelli elevati, con valori che a fine anno superavano abbondantemente i 37 euro/100 Kg (il picco è stato a novembre a 37,83 euro/100Kg).
È a questo punto doveroso segnalare agli allevatori italiani che i valori elaborati e indicati dal Milk market observatory dell'Ue sono espressi in chilogrammi di latte, mentre usualmente in Italia si riferiscono a litri di latte crudo. La differenza non è elevata, e comunque si può abbastanza agevolmente convertire un dato in chilogrammi in uno in litri moltiplicando il primo per 1,0298.
Nei singoli Paesi
Le elaborazioni del Milk market observatory si spingono anche ai singoli paesi membri dell'Ue e dunque anche all'Italia. In questo senso è significativo rilevare che nel corso di quest'anno i valori calcolati per il nostro Paese sono sempre stati superiori a quelli medi europei, anche in agosto dove troviamo 35,35 euro/100 Kg contro i già citati 33,50.
Peraltro, al di là del confronto con i prezzi Ue, i valori relativi al latte crudo italiano sono stati in questi mesi costantemente in discesa. Gennaio apre a 36,57 euro/100 Kg, ma già a febbraio cala a 35,98 euro/100 Kg (-1,6%), e così via scendendo sino al picco minimo raggiunto a giugno quando – sempre secondo le valutazioni del Milk market observatory – il latte alla stalla è stato valutato 34,86 euro/100 Kg; per poi risalire leggermente nei mesi estivi.
Non possiamo nasconderci che si tratta comunque di prezzi bassi. Basti pensare che la quotazione del latte spot – prodotto venduto sul libero mercato da latterie che se ne trovano in esubero rispetto ai propri fabbisogni contingenti – a giugno superava abbondantemente i 38 euro/100 Kg e a settembre andava oltre i 40 euro/100 Kg (in genere lo "spot" è quotato al litro, abbiamo perciò operato la conversione).
Uno sguardo infine alla situazione dei nostri principali competitors in Europa sul mercato lattiero: Francia e Germania. Partendo da quest'ultima, vedendo la tabella che riunisce i prezzi del Milk market observatory appare chiaro come i prezzi tedeschi siano spesso vicini, se non allineati, alla media europea e dunque, sempre in linea generale, inferiori ai valori italiani.
Un comportamento che tutto sommato contraddistingue anche la Francia, anche se forse con un maggior dinamismo mostrato nei mesi estivi, quando la risalita dopo i minimi registrati in primavera (32,43 euro/100 Kg a maggio) si mostra più decisa rispetto alla Germania e alla media Ue, tanto che ad agosto il valore del latte crudo francese stimato dal Milk market observatory raggiunge i 35,76 euro/100 Kg.
In Italia
In Italia la grande parte del latte crudo viene commercializzata dalle stalle attraverso contratti di somministrazione all'industria di trasformazione. A partire dal gennaio 2017 questi contratti sono stati elaborati seguendo quanto deciso nell'accordo siglato a fine 2016 dalle organizzazioni professionali agricole e da Italatte, il principale gruppo industriale lattiero-caseario presente nel nostro Paese.
Si tratta di un accordo ancora formalmente attivo, anche se ad aprile scorso Italatte è intervenuta cambiando in parte le carte in tavola. Con una lettera ha infatti comunicato ai propri conferenti la volontà di considerare, a partire dal mese di marzo, un cambio del prezzo di riferimento, portandolo da 37 euro/100 litri a 35,5 euro/100 litri (il meccanismo di indicizzazione considera poi il prezzo europeo, quello del Milk market observatory e quello del Grana Padano quotato alla borsa merci della Camera di commercio di Milano).
Per il mondo agricolo si è trattato di una modifica inaccettabile, anche in quanto vista come unilaterale e non discussa in un nuovo accordo. Sono così molti gli allevatori che considerano "acconto" quanto pagato da Italatte negli ultimi mesi.