Psa, Lombardia e Piemonte fuori dalle aree più a rischio

L'Ue ha stabilito di escludere gli allevamenti situati in Lombardia e Piemonte dalla lista dei territori della zona 3, le aree più a rischio Psa

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Il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (Paff) ha espresso voto favorevole unanime alla richiesta presentata dal ministero della Salute italiano

Allevatori di suini meno sotto pressione a causa della Psa (Peste suina africana). Da Bruxelles è arrivata la decisione di sgravare gli allevamenti lombardi e piemontesi dalle musure di restrizione più pesanti liberandoli dagli "effetti collaterali" in termini di produzione ed esportazione.

L'Ue ha escluso gli allevamenti situati in Lombardia e Piemonte dalla lista dei territori della zona III che delimita le aree più colpite dal virus e quindi sottoposte ai vincoli maggiori. Il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (Paff) ha espresso voto favorevole unanime dopo che il ministero della Salute aveva presentato formale istanza alla Dg Santé della commissione Ue per valutare i progressi registrati nei territori per delimitare ed eradicare la Psa.

«Il ritorno all’operatività degli allevamenti suinicoli lombardi e piemontesi è la dimostrazione - ha commnetato il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida - che il lavoro fatto dal ministero dell’Agricoltura e dal ministero della Salute, insieme alla struttura commissariale, porta a buoni risultati. L’Italia è una nazione esportatrice e la rimozione dei vincoli da parte dell’Ue dà buone prospettive alla nostra industria agroalimentare. Siamo al fianco dell’Italia che produce e questo risultato lo dimostra. Complimenti per il lavoro svolto dal commissario strardinario per la Psa Giovanni Filippini e al sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato».

Ritorno alla produzione ed esportazione per gli allevamenti suinicoli

Con questa decisione le aziende che operano nel settore suinicolo potranno tornare sia alla produzione che all'esportazione dei loro prodotti. Fino a oggi, le aziende situate soprattutto nelle provincie di Lodi, Pavia e Novara avevano scarsissima operatività produttiva e commerciale. Si tratta di un via libera importante per la Lombardia, regione leader nella suinicoltura con oltre 4,4 milioni di capi allevati, il 51,5% del totale nazionale.

Un passo atteso che va oltre l'emergenza

L’allentamento delle restrizioni imposte per contrastare la Psa è una misura chiave per il futuro degli allevamenti lombardi che da ormai tre anni stanno subendo gli effetti della crisi scatenata dal propagarsi del virus, come ha fatto sapere afferma Coldiretti Lombardia accogliendo positivamente l’annuncio dell’europarlamentare Carlo Fidanza, a Milano per la visita della delegazione della commissione Agricoltura del Parlamento europeo in Regione Lombardia, in attesa di conoscere i dettagli della decisione Ue.

«Si tratta di un passo atteso – continua Coldiretti Lombardia – importante per ridare una prospettiva agli allevatori che hanno compiuto ingenti sforzi, a cominciare da un ulteriore incremento dei livelli di biosicurezza aziendale, per fronteggiare un’emergenza innescata dalla diffusione incontrollata dei cinghiali, principale vettore della malattia. È però altrettanto indispensabile – precisa Coldiretti Lombardia – che vengano assicurati anche gli indennizzi per tutti i danni accertati, coprendo le perdite dovute sia agli abbattimenti sia al fermo aziendale forzato».

Ma la battaglia non è finita

«Un’ottima notizia» per gli allevamenti suinicoli lombardi delle province di Pavia e di Lodi e anche a quelli piemontesi di Novara, come ha commentato l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste della regione Lombardia, Alessandro Beduschi.

«Questo non significa -  ha detto Beduschi - che la battaglia sia finita. È però un grandissimo segnale che in molte zone colpite gli allevatori possano tornare a riaccasare i suini e quindi a tornare lentamente alla normalità. È una grande vittoria di un sistema che ha funzionato nonostante momenti di grandissima difficoltà».

Nel dettaglio, come ha fatto sapere Beduschi, la zona III, quella con restrizioni totali, viene completamente rimossa. 109 Comuni vengono classificati in zona II, 57 in zona I, mentre 72 Comuni, precedentemente inclusi nelle zone di restrizione, passano a territorio libero.

 

 

Psa, Lombardia e Piemonte fuori dalle aree più a rischio - Ultima modifica: 2025-09-17T19:28:02+02:00 da Francesca Baccino

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