Nel corso dell'estate l'indice del prezzo del latte ha registrato movimenti positivi. In particolare, in agosto, l'indicizzazione calcolata per il latte alla stalla dall'Osservatorio sul mercato dei prodotti zootecnici (Ompz) della Smea di Cremona mostra una dinamica in aumento sia per il latte destinato a produzioni dop (+1,47%) sia per quello a destinazione "generica" (+1,44%).
Ricordiamo che si tratta di un valore frutto di rielaborazioni ma di grande interesse informativo per l'allevatore (si veda box). Ad agire in questo senso "rialzista" è stato principalmente l'aumento in agosto dei prezzi delle materie prime alimentari utilizzate negli allevamenti bovini da latte. Mediamente si tratta di un incremento dell'8%. Più nel dettaglio, da un lato vi sono stati i recuperi di orzo e fieno dopo il crollo di inizio estate, quando erano arrivate sul mercato le produzioni della nuova campagna; dall'altro lato sono stati visti in crescita anche mais e soia.
Hanno invece esercitato un effetto negativo, anche se in diversa misura, gli altri sotto panieri dell'indice dei prezzi del latte alla stalla (entrambi elaborati con il fisiologico ritardo di un mese), cioè quello relativo al mercato dei prodotti nazionali, dove si osservano contenuti cali del Grana Padano e del latte spot e quello riferito ai listini continentali, caratterizzato per diminuzioni rilevanti delle principali commodity del latte crudo (burro e latte in polvere scremato), in parte compensati dalle performance in crescita di altri formaggi.
Ma diamo qualche indicazione di valore. Ad agosto, il prezzo medio indicizzato calcolato dall'Ompz del latte crudo è arrivato a 38,78 euro/100 litri. In aumento, come detto, su luglio quando quotava 38,22 euro/100 litri ma in netta diminuzione su agosto 2017, quando valeva 39,53 euro/100 litri.
Costi di produzione
Sul fronte dei costi di produzione, settembre porta buona notizia per gli allevamenti da latte. Sempre nelle elaborazioni dell'Osservatorio sui mercati zootecnici, gli indici sono calati rispetto a quelli del mese di agosto. A settembre, infatti, tornano a scendere i costi dei mangimi acquistati (-2,6%), mentre le quotazioni dei foraggi extra-aziendali sono calate del 7,5% e il costo degli alimenti prodotti invece in azienda è rimasto stabile.
Ricordando che gli alimenti sono i principali componenti degli indici di costo, nel mese di settembre l'indice dei consumi intermedi è sceso dell'1,6% rispetto ad agosto, quello dei costi espliciti (uscite monetarie) dell'1,1%, mentre l’indice totale ha manifestato una variazione del -0,35%, data la crescita del costo del lavoro.
Da un punto di vista tendenziale, cioè confrontando gli indici di oggi con quelli dell'anno scorso (eliminando così effetti stagionali e comunque congiunturali), il tasso risulta in discesa rispetto ai mesi precedenti, ma mostra ancora un elevato livello per tutti gli indici principali: +5,4% per i consumi intermedi, +4,2% per i costi espliciti e +3,6% per l'indice totale. Forti aumenti rispetto ai 12 mesi precedenti presentano gli alimenti acquistati, mentre sono più limitati gli incrementi di tutte le altre voci di costo.
Portando lo sguardo al futuro prevedibile, in base ai primi dati disponibili sui prezzi delle materie prime alimentari ed energetiche, è probabile che nei prossimi mesi i costi di produzione delle nostre stalle non subiranno particolari variazioni rispetto a oggi.
Tab. 1 - Indici di costo di produzione del latte | ||||||
Voci di costo e costo totale | set-18 | set-17 | Var. % 12 mesi tendenz. | ago-18 | Var % ultimo mese | Var % media annua |
Mangimi acquistati | 116,4 | 110,1 | 5,7 | 119,5 | -2,6 | 3,3 |
Foraggi acquistati | 114,0 | 92,6 | 23,2 | 123,3 | -7,5 | 28,1 |
Alimenti aziendali | 114,1 | 112,5 | 1,4 | 114,1 | 0,0 | 1,4 |
Spese varie di stalla | 118,3 | 114,4 | 3,4 | 116,7 | 1,4 | 3,8 |
Consumi intermedi | 116,1 | 110,2 | 5,4 | 118,0 | -1,6 | 4,6 |
Spese generali | 119,0 | 118,7 | 0,3 | 118,8 | 0,2 | 3,4 |
Quote macchine e fabbricati | 105,0 | 102,0 | 2,9 | 105,0 | 0,0 | 1,7 |
Costi espliciti | 114,8 | 110,2 | 4,2 | 116,1 | -1,1 | 3,6 |
Costo del lavoro | 115,8 | 113,1 | 2,4 | 114,1 | 1,5 | 1,1 |
Costo totale | 115,1 | 111,1 | 3,7 | 115,5 | -0,4 | 2,8 |
Nota: anno 2010 = 100 Fonte: Elaborazioni Dip. Esp su dati Istat, Ismes, Cciaa Brescia e Mantova |
Consegne di latte
Il fattore di base per la tenuta di qualsiasi mercato è l'equilibrio tra domanda e offerta. Per questo è importante tenere monitorata la produzione, cioè l'offerta di latte crudo alla stalla. A tenere aggiornati questi dati è il Sian (Sistema informativo agricolo nazionale) che evidenzia come ad agosto le "consegne" (cioè il latte venduto alle latterie "prime acquirenti") siano state in Italia pari a poco più di 818mila tonnellate. In discesa rispetto al luglio, quando si era registrata una produzione di 965mila tonnellate. Si tratta di un calo del 15%, ma tutto congiunturale, dove giocano la stagionalità e altri effetti accidentali. Molto più significativo il raffronto tendenziale, cioè con l'agosto dell'anno scorso, quando le consegne di latte in Italia ammontavano a 946mila tonnellate. In questo caso la variazione negativa è pari -13,5%, il che si traduce in un calo significativo della offerta di latte.
Valore indicizzato Ompz: un utile strumento di confronto
Da tempo l'Osservatorio sul mercato dei prodotti zootecnici della Smea (Università Cattolica di Cremona) ha elaborato un sistema di indicizzazione del valore del latte alla stalla legato a una serie di indicatori di mercato. Il meccanismo – messo a punto in collaborazione con Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia – considerando tra i vari parametri i prezzi dei derivati del latte in Italia e in Europa e alcune voci di costo per l'alimentazione animale rappresenta un utile strumento di confronto per capire come sta andando il prezzo del latte espresso dal mercato. Si tratta cioè di un dato che aiuta a capire come potrebbe/dovrebbe essere il valore del latte crudo alla stalla in funzione dei prezzi dei prodotti da un lato e dei prezzi dei fattori di produzione dall'altro.