Per mitigare gli effetti dello stress da caldo delle bovine

Spunti per affrontare con razionalità i fattori critici che emergono d’estate, nell’allevamento delle vacche da latte (editoriale del professor Formigoni per IZ)

 

Abbiamo imparato che durante l’estate, per limitare i danni dello stress da caldo nelle bovine in lattazione, in asciutta e nelle manze è prioritario mettere in atto sistemi di raffrescamento efficaci. In particolare, bisogna ventilare bene le stalle e bagnare gli animali con acqua aspersa con goccia pesante per facilitare la dispersione del calore corporeo e limitare la perdita di latte, il calo dell’efficienza riproduttiva e l’aumento dei comuni problemi sanitari quali mastiti e patologie podali.

Andrea Formigoni è professore ordinario al Dipartimento di Scienze mediche veterinarie dell’Università di Bologna

L’inizio e l’intensità del raffrescamento devono essere automatizzati e guidati dai valori di THI registrati nelle stalle. La ventilazione va attivata a partire da valori di 60-62 e l’acqua da valori di 67-68. La bagnatura con goccia pesante deve essere prolungata e seguita da una intensa ventilazione, come suggerito dai dati reperibili in letteratura e dall’esperienza di numerosi allevatori.
Una recente indagine del nostro gruppo di lavoro ha verificato come in un’azienda comunque dotata dei comuni sistemi, l’ulteriore bagnatura forzata di tutte le vacche catturate in greppia, alternando bagnatura e asciugatura per 20 minuti, fino ad un massimo di 5 interventi nelle giornate più afose, ha consentito di mantenere la produttività e i tassi di concepimento ai valori dei mesi invernali.

Foraggi dotati di fibra rapidamente degradabile

E cosa possiamo fare con l’alimentazione?
Sappiamo che usando foraggi dotati di fibra rapidamente degradabile le bovine mangiano e ruminano di più, mantengono valori di pH ruminale più fisiologici e hanno maggiori prestazioni produttive.
Molti allevatori hanno verificato che l’impiego di foraggi migliori soprattutto nei mesi estivi ha consentito di mantenere l’ingestione e con essa sostenere i ritmi produttivi senza eccedere con l’impiego di concentrati.
Particolarmente interessanti le esperienze condotte con l’uso di graminacee autunno vernine sfalciate ad uno stadio vegetativo precoce e di insilati di sorgo BMR. Questi foraggi inoltre hanno anche la caratteristica di essere molto efficaci nel mantenere i tempi di ruminazione e con essi il fisiologico transito degli alimenti nel digerente.

Zuccheri al posto di parte degli amidi

Utile l’impiego di zuccheri semplici in sostituzione di una parte di amidi. I livelli consigliati sono del 7-8% sulla sostanza secca mentre per gli amidi, in condizioni di stress ambientale, viene suggerito di mantenere livelli inferiori al 20% della ss per la frazioni rumino degradabili e del 7-8% per quelle escape e digeribili nell’intestino.
In totale quindi i livelli di amido delle razioni per le bovine in lattazione nei periodi estivi e in condizioni di stress, si dovrebbero contenere entro il 27-28% della sostanza secca.

Buone fonti di fibra da concentrati

Utile, per elevare l’energia delle razioni, il ricorso a buone fonti di fibra da concentrati; buccette di soia, polpe di bietola, seme di cotone sono le principali fonti utilizzabili. Anche le fibre delle leguminose, sempre se ben digeribili, sono interessanti per equilibrare le razioni.
Questi foraggi infatti sono usualmente ricchi, oltre che di fonti azotate di elevato valore, di pectine e acidi organici utili a sostenere la crescita dei batteri ruminali e mantenere un buon equilibrio microbiologico.
Nel corso degli ultimi anni i fabbisogni relativi alle fibre apportate da foraggi si sono evoluti molto e oggi le razioni possono essere meglio equilibrate rispetto al passato. La valutazione on farm dei dati relativi ai tempi di ruminazione, unitamente alle capacità di previsione dell’ingombro ruminale dovuto ai foraggi, consente di calibrare molto meglio gli apporti delle diverse tipologie di foraggi nelle razioni.

Contenere gli apporti di acidi grassi insaturi

Relativamente ai lipidi è ormai nota l’utilità di contenere gli apporti di acidi grassi insaturi (valori inferiori al 2-2,5% della sostanza secca) per evitare le flessioni di grasso e proteine nel latte.
Al di là dell’impiego di saponi o grassi idrogenati, è interessante l’uso di semi ricchi di acido oleico invece che di linoleico che, come noto, ha un numero doppio di legami insaturi. I semi di girasole e soia ad alto contenuto di acido oleico offrono, in tal senso, interessanti risultati e prospettive.

Cationi, anioni, oligoelementi

La componente minerale delle razioni estive deve essere calibrata con attenzione ad assicurare, per le bovine in lattazione, livelli di cationi di 40-45 meq/kg di sostanza secca per ottenere una maggiore resistenza al caldo delle bovine. Nelle ultime 3-4 settimane di asciutta invece le diete debbono essere equilibrate in senso anionico ponendo la massima attenzione ai livelli di magnesio bio-disponibile.
Anche gli oligoelementi sono importanti ed è ormai stabilito che l’associazione di forme organiche e inorganiche (rapporti di 30:70% fra i primi ed i secondi) è efficace.

Additivi

Numerosi additivi sono proposti per mitigare gli effetti dello stress da caldo. La loro utilità va valutata caso per caso anche in funzione dei costi.
Nota l’efficacia di alcuni ceppi di lieviti e di specifici modulatori del microbiota ruminale.
Interessanti gli effetti ascritti all’uso degli isoacidi nel promuovere l’attività e la crescita dei batteri cellulosolitici nel rumine.
L’utilità dell’impiego di amminoacidi ruminoprotetti unitamente a forme libere o loro precursori, come la metionina idrossianaloga, continua a confermare effetti positivi sulle performance degli animali in particolare per la qualità del latte con la contemporanea riduzione dei titoli azotati delle razioni.
La letteratura più recente sta evidenziando gli effetti dello stress da caldo sulla funzionalità e salute dell’intestino. Lo stress da caldo in particolare sarebbe, almeno in parte, corresponsabile di dismicrobismi e alterata integrità tissutale nell’intestino; ciò induce stress infiammatori che impattano negativamente sull’omeostasi dell’intero organismo.
In tal senso appare utile porre molta attenzione alla modulazione dei processi digestivi intestinali al pari di quanto avviene negli animali monogastrici. L’utilizzo di additivi microincapsulati o meno capaci di mantenere e migliorare la funzionalità dell’intestino limitando, in particolare, lo sviluppo di microrganismi indesiderati (fra cui i clostridi) sembra essere efficace nel ridurre la temperatura corporea degli animali e limitare gli effetti dello stress da caldo.

La gestione delle razioni in stalla

Tema sempre importante e, a maggior ragione, d’estate è di basilare importanza. Il caldo aumenta l’instabilità degli insilati e degli alimenti umidi in greppia nel corso della giornata. L’impiego di acidi e prodotti ad attività antifermentativa è quindi molto raccomandabile.
Ciò ovviamente non solleva dalla necessità di avere particolare attenzione alla modalità di desilamento, alla velocità di avanzamento nelle trincee, all’attenzione alla pulizia dei sili che contengono i mangimi e, in generale, alla buona conservazione aziendale dei prodotti che sono impiegati nelle razioni.
La somministrazione delle razioni in più pasti nell’arco della giornata è molto utile. Basilare la costante disponibilità di cibo in greppia ed in particolare nelle ore più fresche della giornata. In tal senso, i vantaggi derivanti dall’impiego di robot di avvicinamento degli alimenti in greppia sono ormai del tutto acquisiti.
Ovviamente è importante perseguire la precisione e la costanza dei razionamenti. Vale la pena a tal proposito preoccuparsi della manutenzione dei carri e in particolare dei coltelli e degli apparanti trincianti per ottenere miscelate omogenee e con granulometrie tali da evitare cernite da parte delle bovine.

L’acqua di bevanda

Con il caldo aumentano significativamente i fabbisogni di acqua di bevanda. La bovina si abbevera in pochi momenti nella giornata e la disponibilità di acqua deve essere assicurata da abbeveratoi (possibilmente a livello) con grande portata.
La raccomandazione è quindi avere numerosi punti di abbeverata comodi da utilizzare sia da parte delle bovine in lattazione e sia di quelle in asciutta. La pulizia degli abbeveratoi deve essere ancor di più assicurata ed è anche utile testare la potabilità dell’acqua.
In conclusione, il caldo estivo mette in maggiore evidenza i possibili fattori limitanti il benessere e la produttività delle bovine. L’attenta disamina di tutti i fattori critici delle strutture di allevamento, della gestione e dell’alimentazione può aiutare a mitigare gli effetti dello stress da caldo e, più in generale, migliorare complessivamente l’efficienza dell’allevamento per tutto l’anno.

 

Per mitigare gli effetti dello stress da caldo delle bovine - Ultima modifica: 2025-06-10T21:35:35+02:00 da Giorgio Setti

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