Negli ultimi anni stiamo assistendo a una sostanziale tenuta delle superfici coltivate a mais da insilato. È però anche vero che le alte temperature dello scorso anno, le scarse precipitazioni e il conseguente deficit idrico con razionalizzazione o sospensione dell’acqua irrigua in molti areali hanno fortemente inciso sulla produzione, che si è contratta di circa il 30%.
Ci avviciniamo a una nuova stagione, quali carte giocherà il nuovo anno? Non è facile prevederlo, ma alcune cominciano a delinearsi distintamente.
La prima carta presenterà ancora sostenuti i costi di produzione (energetici, fertilizzanti, agrofarmaci…), nonostante l’attuale lieve contrazione. La seconda presenterà altrettanto sostenuti i prezzi del mais da granella e da insilato.
La terza carta presenterà per il mais un taglio del 40% dei pagamenti diretti della nuova Politica agricola comune. L’importo del contributo si dimezzerà dagli attuali 360 €/ha a 180 €/ha, arrivando a 220 €/ha solo nel caso in cui si aderisse al tanto invocato ecoschema 4. La stessa carta presenterà la possibilità di evitare, almeno per il 2023, la rotazione obbligatoria richiesta dalla nuova condizionalità (deroga esclusa nel caso si aderisca all’ecoschema 4).
Per affrontare l’emergenza meteo
L’ultima carta, ancora incerta come ogni anno, rimane quella legata al meteo, fattore che dobbiamo in ogni modo essere pronti ad affrontare in un contesto di cambiamento climatico. Che strategia dobbiamo allora adottare in questo scenario?
Sarà necessario ottenere maggiore produttività, efficienza e qualità oltre che sanità di prodotto. Le carte vincenti in mano all’agricoltore/allevatore sono quelle dell’innovazione.
Sarà fondamentale prima di tutto indirizzare la scelta aziendale verso varietà di mais che permettano di ottenere una crescita produttiva e allo stesso tempo caratteristiche di tenuta agronomica sempre più efficienti (tenuta del verde, vigore di partenza…). Valutando ad esempio il progressivo incremento delle potenzialità produttive degli ibridi con cicli di maturità più precoci, più efficienti nell’utilizzo delle risorse. Una “precocizzazione” vista nell’ambito della massima produttività, trinciati più “corti” che massimizzino l’energia per ettaro risparmiando ad esempio l’ultima irrigazione. Ampliando inoltre la scelta verso ibridi stress-tolleranti con apparato radicale sviluppato e profondo e una traspirazione più controllata della pianta.
L’obiettivo è il continuo miglioramento della qualità foraggera e del valore energetico, così importanti per gli impieghi aziendali diretti.
Sarà fondamentale inoltre giocare le carte dell’innovazione in ambito agrotecnico sia sul fronte degli input sia su quello della loro applicazione, a partire dai notevoli sviluppi sul tema della nutrizione.
Il mais è la coltura con la maggior efficienza nell’uso dei concimi azotati, è la coltura che produce più sostanza secca per kg di azoto, ma è fondamentale che gli apporti del nutriente siano il più possibile allineati con le esigenze da parte della coltura. L’innovazione oggi consente di rallentare il rilascio dell’azoto dei concimi chimici, ma anche di efficientare l’uso degli effluenti organici attraverso la stabilizzazione dell’azoto in essi contenuto.
A questo si aggiunge un’intensa ricerca nell’ambito del segmento dei biostimolanti, che sta via via proponendo soluzioni sempre più avanzate. Tra le tante, ad esempio, quelle che mirano a un utilizzo efficiente dell’azoto atmosferico attraverso batteri azotofissatori, soluzioni che possono risultare interessanti agli attuali livelli di prezzi.
Sempre sul fronte dell’innovazione, visto che la scorsa stagione ha messo a rischio parte dell’utilizzo del raccolto aziendale, non possiamo dimenticare la sanità della granella, soprattutto sul fronte aflatossine. Quale miglior sistema (biocontrollo di Aspergillus flavus) se non combattere il fungo produttore, Aspergillus flavus, con le sue stesse armi, utilizzando “la contaminazione” con ceppi dello stesso fungo ma non tossigeni?
Una partita in salita, ma possiamo giocarcela
Il tutto giocando la carta dell’agricoltura di precisione, in tutte le sue declinazioni. Modulabili e progressive. Nel caso dell'irrigazione, ad esempio, possiamo partire dal semplice monitoraggio satellitare che fornisce informazioni sul vigore della pianta e sul loro fabbisogno idrico per poi passare ad un livello maggiore con l’utilizzo delle sonde di umidità, e via di seguito, fino al rateo variabile.
Sarà comunque cura dell'imprenditore fare la giusta scelta degli investimenti opportuni per la propria azienda sia in termini finanziari che in base alle proprie conoscenze.
Insomma, quella del 2023 è una partita che si prospetta in salita ma abbiamo tutte le carte in regola per giocarcela bene.