Il Grana Padano dop vincerà sul covid

Renato Zaghini è il nuovo presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano.
L’editoriale del nuovo presidente del Consorzio del Grana Padano, in pubblicazione su IZ 13. “Il nostro prodotto sa come superare le difficoltà. E come essere protagonista nelle rinascite”

 

Ventuno anni fa fui eletto per la prima volta presidente del Caseificio Europeo, a Bagnolo San Vito, a pochi chilometri da Mantova, in riva al Po. Non erano anni facili per il sistema lattiero caseario. Il mondo degli allevatori era diviso, stavamo cercando una via d’uscita dalla vicenda delle quote latte e soprattutto da quella delle multe. Il Grana Padano cominciava la sua crescita inarrestabile nella produzione, senza possibilità di regolazioni, ancora di salvezza per molti produttori.
Io accettai quell’incarico, perché non mi tiro indietro di fronte alle difficoltà e alla richieste di impegno che mi arrivano dai colleghi e dagli amici.
Oggi il mondo sta vivendo la più grande crisi quantomeno dalla fine della seconda guerra mondiale. Per alcuni commentatori forse ancora peggiore delle macerie del conflitto, perché globale ed estesa a paesi e continenti che 75 anni fa furono risparmiati da bombardamenti e massacri.
Spaventa l’emergenza sanitaria e addolora profondamente il numero altissimo di vittime, soprattutto in comunità dove numerose sono le aziende che fanno parte della filiera del Grana Padano dop, tra Lombardia, Veneto ed Emilia. A loro il Consorzio di tutela e tutti i suoi componenti sono stati concretamente vicini, con la donazione di un milione di euro a favore delle strutture sanitarie, che hanno profuso un impegno per il quale la gratitudine di tutti non sarà mai sufficientemente espressa.

L’horeca fa ancora fatica

Ma ugualmente grave e piena di incognite è la situazione economica provocata dalla pandemia. La filiera del Grana Padano dop ha continuato a funzionare, ma deve fare i conti con tante pesanti difficoltà su vari fronti.
In Italia i consumi delle famiglie hanno tenuto o sono anche aumentati, ma non sufficientemente per compensare la paralisi dell’Horeca, che dopo il lockdown fatica a riavviare la ripresa e vede ancora molte, troppe attività ferme.
Lo stop del Food Service ha chiuso il principale canale distributivo all’estero, con effetti che solo in pochi paesi europei sono stati in misura ridotta colmati nella distribuzione organizzata.
La crisi diffusa sta riducendo non solo la capacità concreta di spesa delle famiglie ma anche la disponibilità a farlo, come indicano gli aumenti del risparmio di chi avrebbe potuto invece spendere.
Sono le questioni centrali che nell’ultima assemblea generale abbiamo discusso ed alle quali il piano produttivo approvato dovrà dare risposte.
Sono i problemi che il nuovo consiglio di amministrazione è chiamato ad affrontare con gli strumenti a disposizione e come mai in passato con la massima attenzione ad ogni segnale che arriverà dalla società e dall’economia.

Coesione nella filiera

In assemblea, tra analisi e richiami, abbiamo condiviso soprattutto quello alla coesione tra tutti gli attori della filiera, dalla produzione alla distribuzione.
Nel Consorzio di tutela vivono realtà aziendali diverse, con obiettivi differenti e spesso tra di loro complementari per interessi e ambizioni. Nei prossimi mesi sarà indispensabile pensare ed agire insieme, perché il Grana Padano dop è il nostro grande bene comune.
Per oltre 20 anni abbiamo chiuso i bilanci consortili registrando aumenti della produzione, tranne qualche rara eccezione, e soprattutto con un’entusiasmante galoppata dell’export che ci ha consentito di portare il Grana Padano Dop a essere il formaggio a denominazione d’origine protetta più consumato nel mondo.
In molte occasioni abbiamo discusso e ci siamo confrontati con franchezza. Sulle scelte green ho sempre sostenuto come, ancora prima che al latte, sia necessario prestare attenzione all’alimentazione delle bovine da latte e al benessere animale in stalla.
Il primo interessato a rispettare le regole, e in particolare a rendere più sostenibile la produzione di latte, è l’allevatore. Più giù, lungo la filiera, anche il produttore di Grana Padano deve fare poi la sua parte. E in questa direzione vanno gli impegni assunti dal Consorzio, dal sostegno alla ricerca all’adesione all’accordo “Made in Green”.

Difendiamo la qualità

In momenti critici il coraggio della contribuzione differenziata e degli investimenti promozionali anche all’estero ci hanno premiato. Scelte che ho condiviso con convinzione, la stessa che mi ha portato a posizioni molto chiare sulla questione dei similari.
Si è capito che non è il caso di fare similari se si produce il Grana Padano, evitando così di creare confusione sul mercato e nel consumatore.
Il differenziale del prezzo, in mancanza di un’adeguata formazione del consumatore, orienta spesso in una direzione sola, a rinunciare alla qualità della Dop. Ecco perché le strategie di comunicazione del consorzio dovranno veicolare la regola di cui sono convinto sostenitore: produrre Grana Padano e produrre valore.

Governare la produzione

Abbiamo affrontato situazioni difficili anche con creatività, competenza e professionalità. Non dimentichiamo che è stato il Consorzio tutela Grana Padano ad aprire nel 2003 il cammino dei piani produttivi per orientare le produzioni, ancora in pieno regime di quote latte.
Superammo ostacoli e difficoltà, ma da quella intuizione sono poi nate le norme che hanno consentito all’intero sistema caseario di governarsi dopo la liberalizzazione produttiva.
Nel 2020 non avremo queste crescite. Nella produzione non potremo permetterci di averle e contenerle dipenderà da noi, da tutti noi. Il prevedibile calo delle esportazioni sarà purtroppo causato dalla pandemia.
Affronteremo questi ostacoli, ma per superarli, non per fermarci. Rivaluteremo i nostri progetti e i nostri investimenti. Innoveremo la gestione delle aziende per tornare a crescere al più presto.

Sappiamo come si fa

Non dimentichiamo che nel 1135 i monaci cistercensi all’Abbazia di Chiaravalle inventarono il formaggio a pasta dura, il caseus vetus, per consentire ai contadini più poveri di non sprecare neppure una goccia del latte che costava loro sacrifici e fatica e di trarne beneficio anche dopo molti mesi. Quel “formai de grana” da allora ha aiutato popolo e principi a superare carestie, pestilenze e guerre.
Il nostro Grana Padano dop quindi sa come superare tragedie e difficoltà ed essere sempre protagonista nelle rinascite.
Quando sarà liberato dall’incubo del Covid 19, il mondo sarà diverso, ci auguriamo migliore. Oggi il nostro lavoro deve spingerci a esserci, forse diversi, il più possibile migliori, sempre da protagonisti.

 

Il Grana Padano dop vincerà sul covid - Ultima modifica: 2020-07-08T20:00:00+02:00 da Giorgio Setti

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome