Si preparano a tornare nelle stalle i tecnici dell’Associazione allevatori Fvg. Sospesi i controlli funzionali dallo scorso 11 marzo, a garanzia della salute dei propri dipendenti e dei soci, dinnanzi al rallentamento dell’epidemia di Covid-19 i vertici dell’associazione hanno deciso di ripartire con l’attività nelle stalle. Un’attività importante se si considera che l’Aafvg (appunto l’Associazione allevatori del Friuli Venezia Giulia) controlla più dell’80% della produzione di latte e il 90% dei caseifici, per un totale di 3.300 giornate di controlli all’anno e più di 220mila analisi.
Ricorda il direttore dell’associazione, Andrea Lugo: “Con il lockdown noi siamo rimasti al lavoro, anche se abbiamo ridotto l’attività nelle stalle degli associati a tutela del nostro personale e degli stessi allevatori. Far girare i tecnici per tre o quattro stalle al giorno non ci è parso opportuno. La norma ce l’avrebbe consentito, ma dinnanzi alla crescita esponenziale dei contagi, alla paura delle persone e alla difficoltà di reperire i dispositivi di protezione individuale abbiamo preferito fermare quella parte di attività. Siamo andati avanti invece con i controlli che la legge impone: l’analisi del latte e del formaggio nei caseifici”.
A partire da martedì 14 aprile
Con i numeri dell’epidemia in calo, l’associazione ha deciso di tornare gradualmente a regime, con la massima cautela e attenzione attuando tutte le precauzioni previste dai decreti. Passata la Pasqua dunque, informa l’associazione, i trenta tecnici impegnati nella raccolta dei campioni di latte e in laboratorio torneranno in attività, “a partire da martedì 14 aprile”.
L’emergenza, dichiara ancora l’associazione, “ha dimostrato ancora una volta il ruolo strategico della zootecnia sia per i risvolti sul piano economico e occupazionale che per il ruolo fondamentale giocato dal settore nell’approvvigionamento alimentare. Fondamentali il lavoro e la professionalità degli allevatori italiani e dell’Associazione allevatori Fvg, che controlla una consistente fetta del patrimonio zootecnico Fvg, che conta su circa 100mila bovini da latte, 200mila suini e 25 aziende caprine”.
Gli allevatori infine rilanciano l’appello a consumare latte e prodotti lattiero-caseari del Friuli Venezia Giulia e più in generale italiani. Un appello questo rivolto in particolare ai consumatori, mentre alle istituzioni e ai componenti delle varie filiere, come afferma il presidente dell’Aafvg, Renzo Livoni: “Chiediamo di sostenere e riconoscere il valore indiscusso e la necessità primaria della zootecnia regionale e nazionale. Soprattutto in questo contesto di grave crisi, chiunque ponga in atto azioni speculative è bene si renda conto del danno irreparabile che verrebbe causato all’allevamento, e a ruota al sistema Paese”.