Filiere carne, siglato il manifesto per la sostenibilità digitale

Presentati in Senato i dieci punti di Smart meat 2030. Obiettivo: sostenere le aziende agro-zootecniche nel processo di transizione. Solo il 15% delle imprese zootecniche è digitalizzata

Dalla valorizzazione della tecnologia digitale e della sostenibilità digitale come pilastri delle filiere di produzione della carne, alla necessità di infrastrutture, competenze e formazione. Dalla costruzione di ecosistemi data driven, all’adozione di tecnologie avanzate fino al monitoraggio delle emissioni e del benessere animale. Dalla questione della sicurezza informatica, al ruolo strategico delle Istituzioni.

Sono i dieci punti del manifesto Smart meat 2030 (Sustainable management and advanced responsible technologies for meat ecosystems and agri-food tracking) siglato in Senato.

Smart meat, come spiegato nel corso della conferenza stampa, nasce per sostenere le aziende del settore zootecnico nel loro percorso verso il processo di transizione digitale, mettendo al centro la sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Le tecnologie migliorano i processi delle filiere della carne

Come evidenziato dal rapporto “La transizione digitale delle filiere italiane della carne”, realizzato dalla Fondazione per la sostenibilità digitale con il contributo scientifico del centro studi di Carni Sostenibili -l’associazione che riunisce le principali sigle dei produttori di carni e salumi in Italia-, le tecnologie digitali possono migliorare l'allocazione del capitale fisico, naturale e umano nelle aziende della filiera delle carni riducendo i costi e guadagnando in efficienza.

Poche e grandi le aziende digitalizzate

Gli ultimi dati Istat su innovazione e digitalizzazione (7º censimento generale dell’agricoltura) dicono che solo poco più del 15% delle aziende zootecniche è digitalizzata, percentuale che sale al 71,6% per quelle più grandi che superano il centinaio di capi adulti.

Tra gli ostacoli che ne limitano una capillare diffusione, come analizzato durante i lavori, la mancanza di infrastrutture pervasive, la scarsa diffusione nel settore di una cultura orientata al digitale e la difficoltà di gestire un processo di cambiamento che per essere efficace deve toccare tutti gli anelli di una catena del valore complessa e multiforme.

I vantaggi della digitalizzazione nelle filiere della carne

Ottimizzazione dell'uso delle risorse, miglioramento del benessere animale, riduzione dell'impronta ecologica dell'intera filiera: sono i principali vantaggi dell’implementazione delle nuove tecnologie nel settore.

Come spiegato nel corso dell’evento, le tecnologie come i sistemi IoT avanzati possono, per esempio, monitorare in tempo reale le condizioni degli animali e l'ambiente in cui vivono, permettendo interventi tempestivi che migliorano la salute e il benessere degli animali e riducono la necessità di trattamenti farmacologici.

Così come la telemetria avanzata per la raccolta delle informazioni e l'analisi predittiva impiegate per monitorare la salute e il comportamento degli animali, con sensori che raccolgono dati su parametri vitali e attività, contribuiscono a prevenire malattie e a migliorarne le condizioni di vita.

Un approccio che non solo impatta positivamente sulla sostenibilità delle operazioni, ma che ha effetti incrementali anche sulla qualità del prodotto finito, come dimostrato dagli studi raccolti nel rapporto, che evidenziano una diminuzione del 20% nel tasso di mortalità e una riduzione del 15% nell'uso di antibiotici attraverso le applicazioni di tali tecnologie.

Il ruolo centrale dei dati per incrementare l’efficienza produttiva. «Riprogettare le filiere»

Come spiegato da Giuseppe Pulina, presidente di Carni Sostenibili e professore ordinario di etica e sostenibilità degli allevamenti dell'Università di Sassari, «le aziende agro-zootecniche producono molte informazioni. È stato stimato che entro il 2050 produrranno circa 4,1 milioni di punti dati al giorno, ma oggi la quasi totalità va dispersa. La sfida è utilizzare queste informazioni per aumentare l’efficienza produttiva, riprogrammando i sistemi in chiave digitale perseguendo l'intensificazione intelligente dei sistemi agro-zootecnici. Dobbiamo quindi - ha concluso - mettere in atto una riprogettazione delle filiere».

La “super sostenibilità”

Pulina ha quindi precisato: «Siamo agli albori di una nuova rivoluzione, quella della trasformazione digitale. Se a partire dagli anni duemila, gli aumenti produttivi erano generati per ⅔ dalle informazioni e per ⅓ dagli input di acque, terre e energie, oggi possiamo ambire a una "super sostenibilità" dove gli aumenti produttivi sono generati oltre il 100% da informazione e dalla riduzione degli input. In termini termodinamici: il sistema produce di più, consumando di meno».

Conoscere per utilizzare

Stefano Epifani, presidente della fondazione per la Sostenibilità Digitale, ha ribadito che «ragionare in termini di sostenibilità vuol dire ragionare in termini sistemici: ciò comporta da una parte la possibilità di ottimizzare il rapporto di efficienza/efficacia degli allevamenti, dall’altra però il fatto che all’aumento dell’efficienza aumenta anche la complessità per gli attori della filiera. Per gestire questo aumento di complessità servono strumenti digitali. E cultura diffusa per utilizzarli».

Le filiere della carne in Italia

Nel nostro Paese ci sono 166.460 aziende zootecniche (131.110 specializzate nell’allevamento del bovino, 28.550 per il suino e 6.800 per il settore avicolo), per 513.000 addetti (358.000 per il settore bovino, 91.000 per il settore suino e 64.000 per il settore avicolo). In totale il settore zootecnico vale 33 miliardi di euro (11 miliardi per la fase agricola, 22 miliardi per quella industriale). L’Italia con 3,69 milioni di tonnellate di carne prodotta si colloca al 5° posto in Europa - dopo Germania (7,92 mln/tons) Spagna (7,16 mln/tons), Francia (5,42 mln/tons) e Polonia (5,13 mln/tons) - ma al terzultimo posto nei consumi pro-capite di carni con 72 kg di consumo apparente all’anno, a cui corrispondono circa 35,5 kg di consumo reale, considerando solo la parte edibile di carne (al netto di ossa, cartilagini e grasso). 

 

Filiere carne, siglato il manifesto per la sostenibilità digitale - Ultima modifica: 2024-05-29T17:18:00+02:00 da Laura Saggio

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