Carri unifeed, su IZ 10 un’ampia rassegna delle macchine disponibili per gli allevatori italiani

carri unifeed
Due articoli, sedici pagine, quarantotto foto, ventiquattro costruttori citati. Così il numero 10.2020 dell’Informatore Zootecnico, in uscita in questi giorni, presenterà le novità, o i modelli di punta, in materia di carri miscelatori. Con un interessantissimo approfondimento sulle macchine robotizzate. Proponiamo qui un estratto di questa accoppiata di articoli, con solo alcune foto. Gli abbonati alla rivista invece potranno consultare i due articoli completi, con tutti i dettagli. E con tutte le foto

C’è un elemento comune, nelle novità che l’industria dei carri miscelatori ha messo sul mercato per il 2020; ed è lo stesso, a ben vedere, che possiamo facilmente riscontrare anche nel settore dei trattori agricoli. Stiamo parlando della fortissima spinta all’innovazione tecnologica.
Dettata non tanto da una presa di coscienza degli agricoltori (allevatori, nel nostro caso), quanto più prosaicamente dai generosi contributi pubblici attivati negli ultimi due anni. E che, qualora sommati, arrivano a coprire per oltre il 50% il costo della nuova macchina.
A patto però – e qui si arriva al nodo tecnologico – che la stessa disponga di una serie di requisiti che la rendano adatta alla cosiddetta Agricoltura 4.0. Riassumendoli in maniera estremamente rapida, riguardano la possibilità di raccogliere, rielaborare e trasmettere dati sulle lavorazioni effettuate, nonché di collegarsi a un sistema cloud o aziendale, dialogando con altre macchine o con un software. Abbiamo infine la cosiddetta telemetria, ovvero la capacità di connettersi con il servizio di assistenza per controllare eventuali anomalie.

Tutti con sim e modem

È ovvio che la possibilità di vedersi finanziare la gran parte dell’investimento spinge gli allevatori a chiedere con insistenza il rispetto di questi requisiti. E i costruttori, di conseguenza, si sono adeguati, certificando i loro modelli – qualcuno ha scelto i più avanzati, altri hanno ampliato il tiro all’intera gamma – secondo i criteri del 4.0.
Le macchine che ancora non ne disponevano – diversi marchi, almeno per le versioni più accessoriate, avevano già queste funzioni – si sono così arricchite di pesa elettronica, terminale per la raccolta delle informazioni sulla miscelata, scheda sim per il collegamento a internet, modem per la trasmissione dei dati. Gli stessi strumenti, sim e modem, servono anche per la cosiddetta telemetria, ovvero la possibilità di essere raggiunti dall’assistenza in caso di problemi.
Per il resto, il 2020 vede soprattutto adeguamenti e miglioramenti su modelli esistenti. In particolare su quelli più innovativi, per esempio per i sistemi di alimentazione. Mentre l’ibrido fa piccoli passi avanti, l’elettrico sembra essere stato, nell’ultimo anno, più brillante, con ben due marchi – Siloking e Supertino – ormai stabilmente sul mercato, anche se con pochi mezzi.
Vi sono molti altri, inoltre, che guardano invece a un altro promettente segmento: quello dei carri-robot o alimentatori automatici. Visto l’interesse che suscitano e l’importanza che potrebbero assumere nei prossimi anni, ne parleremo nella parte finale di questo servizio. Intanto, ecco una rassegna delle più interessanti novità di mercato.

Alpacar

Il gruppo, come noto, ha rilevato il marchio Pagliari, con cui commercializza diversi modelli semoventi e trainati.
Tra i primi ricordiamo i Super Patriot, con motori da 120 a 210 cv e vasche fino a 20 mc, mentre i Super Syncron arrivano a 30 metri cubi e 275 cv di motore. Sempre in tema di semoventi abbiamo infine le gamme Se e Si, orizzontali, rispettivamente con e senza fresa desilatrice. Le potenze arrivano, per le due gamme, a 245 e 180 cv.
Non possiamo però trascurare le versioni trainate, che mantengono gli stessi nomi delle gamme motorizzate, ovvero Patriot e Syncron (in luogo di Super Patriot e Super Syncron). Il primo è un mono-coclea che va da 8 a 20 metri cubi, mentre Syncron ha due o tre coclee e può arrivare a ben 40 metri cubi, con un assorbimento di potenza di circa 200 cv.

Bravo

Il costruttore piemontese ha realizzato alcuni adeguamenti sui suoi semoventi (come noto, non ha a listino carri trainati). Gli aggiornamenti riguardano soprattutto la corrispondenza con le richieste di Agricoltura 4.0, grazie anche a una sinergia con Dinamica Generale, noto gruppo specializzato in tecnologie di precisione.
Per quanto riguarda i modelli, si resta fermi ai Rotomix, la cui quinta versione è stata lanciata a Cremona 2018. L’evoluzione di quello che fu il primo semoventi realizzato in Italia ha un volume che varia da 13 a 40 metri cubi ed è dotato di un mulino supplementare a coltelli regolabili oltre che di vasca rotante con contro-coclea, che secondo il costruttore miscela il prodotto riducendo i consumi.
Il motore resta un Tier 4F, con potenza fino a 290 cv, ma nella versione 2020 può essere monitorato da remoto. Previsto inoltre un sistema di trasferimento dati via scheda Sim in luogo della precedente connettività Wifi. Lo stesso protocollo si usa per scaricare i dati sulle miscelate, ovviamente.
Segnaliamo infine che Bravo è il primo costruttore a offrire un semovente alimentato a gas metano

Faresin

Dal Veneto arriva una novità in materia di durata delle vasche. L’aumento nella dimensione degli allevamenti, spiegano dall’ufficio commerciale di Faresin Industries, ha fatto crescere i ritmi di impiego giornaliero dei carri miscelatori: per questo motivo, i progettisti hanno sviluppato una vasca a lunga durata, realizzata con acciai speciali e pareti di maggior spessore.
La nuova vasca si chiama Long Life ed è fabbricata con acciaio Inox Aisi 304, per uno spessore di 6 mm. In aggiunta, sul fondo e sui primi 50 cm di parete è stato aggiunto un rinforzo supplementare di 1,5 mm. Nel complesso, questa soluzione dovrebbe aumentare fino al 40% la durata rispetto a un equipaggiamento standard.
La vasca Long Life, specifica ancora Faresin, è disponibile per tutti i modelli delle serie Pf1, Pf2 Plus e Pf3 Plus e si affianca a soluzioni come Power Blade e Unloading Blade.
Ricordiamo, prima di chiudere, che Faresin realizza in proprio lo spettroscopio Nir per l’analisi dei componenti dell’unifeed, grazie al quale è possibile conoscere con esattezza il valore nutritivo della razione.
Tutte le macchine Faresin, precisa infine il costruttore, sono accreditate per accedere al Credito d’imposta secondo la legge di Bilancio 2020.

Feraboli

Il marchio cremonese continua con la vendita del suo Overmix, un trainato verticale a una o due coclee, per capacità fino a 31 metri cubi.
Alta qualità dei materiali e della miscelata, ottenuta in tempi molto ridotti, sono secondo il costruttore le caratteristiche principali di Overmix. Assieme alla possibilità di lavorare con ridotte potenze: soltanto 130 cavalli per la versione da 28 metri cubi.
I modelli in totale sono 24, divisi nelle gamme Tn e Tl.

Kuhn

Novità sostanziose per Kuhn. Nel 2020 per esempio il costruttore francese segnala, come nuovi arrivi, i trainati Euromix a tre coclee. Carri per stalle di grandi dimensioni, visto che vanno da 28 a ben 45 metri cubi. Sufficienti, secondo scheda tecnica, per alimentare 360 capi. La pesatura a sei celle, unita a un’elettronica sofisticata, offre garanzie di elevata precisione, mentre le coclee a coltelli asimmetrici con effetto autopulente sono in grado di "divorare" anche intere rotoballe.
Per gli Euromix (ma anche per i carri a due coclee Profile) sono disponibili di serie le coclee in K-Nox, acciaio ad alta resistenza che aumenta fortemente la durata del carro.
Novità anche nel settore dei semoventi, con i carri Spw equipaggiati dalla nuova cabina Visiospace. Più grande del 20% rispetto alla precedente, adotta la soluzione "tutto vetro" per aumentare fortemente la visibilità, sia durante il desilamento, sia in fase di distribuzione. Migliorati, inoltre, raffrescamento e riscaldamento: il primo guadagna ben il 50% di efficienza.

Italmix

Il gruppo bresciano ha rinnovato i suoi semoventi verticali della serie Formula, suddivisa in due sotto-gamme: Formula e Formula Jumbo, a seconda del numero di coclee. Rispetto alle vecchie versioni, i nuovi carri sono cambiati nel design e nell’offerta di un mulino optional da montare sulla fresa desilatrice.
Arricchito, inoltre, l’allestimento di serie, che ora comprende ventola reversibile, avanzamento elettrico a pedale, componenti Linde per l’idrostatica, sospensioni idrauliche sull’assale anteriore e molto altro.
I formula sono carri verticali marchiati Matrix con motore posteriore Iveco Nef e trasmissione idrosatica posteriore, per una velocità di avanzamento di 12, 24 o anche 40 km/h. La fresa anteriore ha una larghezza di 2 metri con pompa a portata variabile Linde da 420 bar e motore orbitale a pistoni Sai.
Il design e la posizione dei coltelli permettono un rapido carico dei componenti nel rispetto delle caratteristiche organolettiche. Coclee a dimensione differenziata con pompa a portata variabile e doppia velocità di rotazione con cambio elettrico sono altre caratteristiche salienti dell’attrezzo.
Il quale è anche dotato, precisa il costruttore, di tutti i dispositivi necessari per la certificazione Agricoltura 4.0, ovvero sistema per dialogo digitale con casa madre o altre macchine operatrici dell’azienda, raccolta e trasferimento dati, possibilità di monitoraggio continuo dei parametri di lavoro con arresto automatico in caso di anomalia.

Nasi

Marchio torinese, Nasi è specializzato in stalle. Per le quali realizza di tutto: dai sistemi di pulizia a cancellate, autocatture e abbeveratoi.
Fabbrica anche, come noto, carri unifeed in versione trainata. I suoi Dream Mix, in versione mono o bicoclea oppure Compact, sono dotati di coclee verticali con sistema di miscelazione studiato negli anni per soddisfare le esigenze degli agricoltori, assicurando al tempo stesso un ridotto assorbimento di potenza.
La versione Compact, adatta a stalle medio-piccole, va da 7 a 13 metri cubi e può essere digitalizzata con pesa elettronica e gestione elettronica dei controcoltelli.
La gamma standard varia invece da 10 a 14 metri cubi per le versioni a una coclea e da 16 a 22 mc per il bi-coclea. Che richiede comunque soltanto 75 cv per lavorare, secondo la scheda fornita dal costruttore.

Rbs Ue

Uno degli ultimi nati, ma già ben inserito nel settore, Rbs Ue propone perlopiù carri trainati, tra i quali spicca il Perseo, un orizzontale realizzato in due versioni: Mx e Vx. La differenza sta nella presenza, sui modelli Vx, della trincia posteriore. Le capacità vanno da 6 a 25 metri cubi per Perseo Mx e da 5 a 17 mc per il Vx.
Per entrambi, da 9 mc in poi è possibile inserire nel carro balloni in pezzo unico. Questo grazie alla doppia coclea controrotante convergente, in grado di sminuzzare anche i prodotti più difficili. In aggiunta, la ditta, che ha recentemente spostato la produzione a Fiesse, realizza anche trainati verticali e qualche semovente, praticamente su ordinazione.

Seko

Da uno dei big del settore arrivano novità soprattutto in tema di automazione: ce ne occupiamo nella parte finale di questo servizio. Restando sulle macchine più convenzionali, troviamo una gamma di semoventi totalmente rinnovata e adeguata agli standard Euro V. In aggiunta, per Samurai e Tuareg Selftron Eco (dove Eco indica l’ultima evoluzione dei motori) abbiamo una fresa di maggiori dimensioni, nuovi assali (le macchine sono 4wd e con quattro ruote sterzanti) e pompe idrauliche con overboost per far fronte anche ai picchi di lavoro.
Naturalmente, tutti i mezzi sono in linea con i requisiti dell’Agricoltura 4.0, essendo dotate di collegamento Wi-fi, diagnostica a distanza e interfaccia cloud. È dunque possibile, per un tecnico, controllare a distanza eventuali problemi e malfunzionamenti. Inoltre l’allevatore può vedere tutte le informazioni su ogni miscelata su pc o cellulare. Infine, il gruppo offre, come optional, il sistema di rilevamento Nir.

Sgariboldi

Tre le principali novità per il gruppo lodigiano, che proprio nel mese di aprile ha ottenuto la certificazione 4.0. Partiamo da Grizzly, i semoventi verticali: la gamma si amplia verso l’alto con l’aggiunta di due nuovi modelli, rispettivamente da 36 e 40 metri cubi. Entrambi bi-coclea, sono realizzati con acciai speciali che consentono di contenere il peso a vuoto della macchina e di conseguenza gestire grandi carichi, pur avendo soltanto due assi.
Sempre in tema di semoventi, abbiamo poi una nuova versione del Koala, il piccolo di casa Sgariboldi, ideale per chi vuol lavorare con un semovente anche in presenza di un numero contenuto di capi. Koala è infatti un carro con 2,5 metri cubi di vasca e una potenza di soli 26 cv, prodotti da un motore Yanmar. Le innovazioni introdotte riguardano i controcoltelli, la coclea a spirale, riprogettata per migliorare il movimento del prodotto nella vasca, e il sistema idraulico, potenziato per aumentare velocità di rotazione e forza di taglio.
Per finire, Sgariboldi ripropone una vecchia gloria: la serie 7000, dedicata a quegli allevatori che necessitano di coniugare agilità e dimensioni importanti della vasca. Grazie ai nuovi assali, i semoventi 7000 girano con angoli di 40 gradi, caratteristica che conferisce loro elevata maneggevolezza.

Siloking

Il prodotto indubbiamente più intrigante di Siloking, commercializzato in Italia da Lucagri, è eTruck, il semovente full electric lanciato nel 2019 e già da mesi in funzione presso alcune aziende zootecniche.
Per questa prima parte del 2020, il costruttore si è concentrato, come molti altri, sui benefici di Agricoltura 4.0. Un impegno relativo in quanto, ci spiegano dalla Lucagri, l’idea di connettività e assistenza da remoto è già realtà da diverso tempo nei paesi nord-europei. Le macchine Siloking, insomma, da anni sono pronte per il 4.0 e possono quindi facilmente beneficiare dei generosi contributi messi a disposizione dal Governo.
Tutto ciò vale anche per eTruck, che grazie ad alcune migliorie apportate recentemente è diventato ancor più performante. Alcune funzioni di produzione e distribuzione della miscelata, per esempio, sono state automatizzate, trasformando il carro in una sorta di ibrido tra un sistema automatico e uno con operatore a bordo. Una soluzione, sostiene Siloking, ideale per chi non è ancora pronto per un Afs ma vuol comunque automatizzare almeno una parte dell’attività.

Sitrex

Il gruppo di Trestina (Pg) realizza da tempo carri miscelatori semoventi e trainati, puntando in particolar modo su quelli verticali. L’ultimo arrivato, nella famiglia, è il Maxi Virage Stage V, prodotto in cinque modelli, con capacità da 20 a 30 mc e motore John Deere da 6,8 litri, per potenze fino a 240 cavalli.
Ricordiamo anche, tra i semoventi, i Premier e Feedstar, motorizzati con 4 cilindri Volvo e 6 cilindri John Deere Tier 4F. La gamma trainata va dal piccolo Em 80 (8 metri cubi, naturalmente a una coclea) al 3Bm 400 da 40 metri cubi.

Storti

L’azienda veronese ha giocato in casa, sfruttando Fieragricola 2020 per lanciare sul mercato le ultime novità nel segmento dei trainati: Dogo e Pitbull.
La famiglia Dogo, fa sapere Storti, è l’ultima sintesi della tecnologia a miscelazione orizzontale a tre coclee con sistema Multi Flow ed è disponibile in due versioni: Mt (senza fresa) nelle misure da 20, 22, 25 e 28 metri cubi e Ds (con fresa), prodotto in cubatura unica da 20 mc.
Numerose le modifiche apportate per questa macchina di alta gamma. Si va dalla nuova coclea trincia miscelatrice da 1100 mm o 900 mm di diametro, alla nuova fresa; il tutto allo scopo di assicurare massime prestazioni per miscelata, taglio e capacità di carico e scarico.
Il Pitbull è invece il nuovo carro bicoclea orizzontale che nasce dall’esperienza fatta con il modello Akita e che va a completare l’offerta Storti per le macchine orizzontali.
Anche in questo caso, le versioni disponibili sono due: Mt (senza fresa), con volumi da 7, 9, 12, 15, 18, 21 e 24 mc e Ds (con fresa), per cubature da 7, 9, 12, 15, 18 mc.
Anche in questo caso numerose le modifiche e i miglioramenti integrati nella macchina: dalla nuova fresa al disegno delle due coclee, utili garantire una miscelata omogenea e un taglio preciso, alla posizione delle porte per uno scarico veloce e completo.
Anche Storti è certificato 4.0 per tutta la sua gamma di prodotti. Compresi, naturalmente, i Dobermann Evo, semoventi verticali top di gamma che guardano con attenzione al contenimento dei costi e che grazie a soluzioni come la Storti MechDrive, una trasmissione meccanica per le coclee con frizione a secco e cambio a due velocità, raggiungono, nella versione con motore Fpt da 206 cavalli, un consumo certificato di 13 litri l’ora.

Supertino

Un italiano che al pari di Siloking ha scommesso sulla trazione elettrica è Supertino, che da qualche anno ha avviato il progetto Electra. Giunto ormai alla fase finale e anzi al restyling della macchina, che infatti si chiama Electra 2. Un anno fa l’elettrico del costruttore piemontese era in fase di test avanzato. Oggi è una realtà commerciale, con alcuni modelli già al lavoro nelle stalle italiane. Dovrebbero diventare una decina, ci dicono dall’ufficio commerciale, entro la fine dell’estate.
Rispetto alla prima serie, Electra 2 è stato migliorato nella cabina, rifatta nel design e nel quadro comandi (dotato di terminale touchscreen). Grazie a questi interventi, il carro, al pari delle versioni endotermiche, rientra appieno nei parametri del 4.0.
A proposito di versioni endotermiche, la prossima gamma cui Supertino metterà mano è il Maxi, nelle taglie da 26 e 30 metri cubi.

Trioliet

Dal Piemonte ai Paesi Bassi per parlare di un colosso del settore che, al pari di altri big come Lely e Delaval, è impegnato nella realizzazione di sistemi automatici di alimentazione. Restando invece su lidi più tradizionali, segnaliamo interventi sul cambio shiftronic, dotato di tre velocità e unico automatizzato al 100%, sostiene il costruttore, con controllo da parte della bilancia. Permette di ridurre del 30% i consumi di gasolio, riducendo a zero i rischi di danni alla frizione e la necessità di manutenzione agli alberi cardanici.
Le dimensioni dei carri Trioliet sono davvero importanti: arrivano a 52 metri cubi, nelle versioni a tre coclee con coclea da 3,1 cm di spessore. Da notare, inoltre, il sistema di protezioni aggiuntive da 4 mm su fondo e parte delle pareti con acciaio inox 304 ad alta resistenza.
Monta un sistema di desilamento senza fresa, studiato per ridurre i consumi di gasolio.

Zago

Numerosi i prodotti del marchio padovano, sia nel settore dei semoventi, sia dei trainati. Per i primi, ricordiamo che all’ultima Eima sono stati presentati gli orizzontali King Lion Avant, con capacità da 11 a 30 metri cubi, motori Fpt o Volvo a quattro cilindri, sospensioni Terra Control Multi Link, trasmissione meccanica Mech Drive e sistema brevettato di miscelazione con coclee che offrono semplicità e durata. I verticali si chiamano invece Avm Wolf Avant e raggiungono i 30 metri cubi di volume.
Ricordiamo, tra gli aspetti comuni, il rotore Harvester, studiato dal reparto ricerche di Zago, che eroga potenza e coppia elevate e si dimostra adatto a caricare materiali sfusi di ogni tipo. Degna di nota, infine, la cabina SkyCab, che grazie a un’ampia vetratura offre una vista a tutto campo.
Chiudiamo con i trainati: in versione orizzontale abbiamo King e Sabre, a doppia coclea. Aggiornano la serie Real Feeder. Diversi gli allestimenti: Nt, per rotoballe e prodotti tenaci, Wl, con pala caricatrice, Wt, con fresa posteriore. Per i trainati verticali abbiamo invece la gamma Avm (Antares vertical mixer, nelle versioni S e Ha), in grado di triturare anche rotoballe intere.
Segnaliamo infine che a quest’anno tutte le macchine Zago sono certificate secondo i requisiti di Industria 4.0 e danno quindi accesso al credito d’imposta previsto dalla legge di Bilancio 2020.

Zitech

A Carpenedolo (Bs) realizzano carri semoventi, raggruppati nelle gamme Galaxy e Shuttle. Per i primi ricordiamo il Galaxy 26, che amplia la serie precedentemente ferma a 20 metri cubi (con esclusione della versione V2, che arriva a 30 mc).
Shuttle è invece un carro orizzontale che, a differenza del Galaxy, monta il motore nella parte anteriore e ha dimensioni più contenute, arrivando al massimo a 20 metri cubi.
Quattro, poi, le serie di carri trainati: Phantom, Typhoon, Booster e Frisbee. Quest’ultimo è il più piccolo del listino, con 2 metri cubi di volume, mentre Fresbee arriva a ben 30 mc.
Chiudiamo con una citazione per Chopper, carro elettrico con 18 metri cubi di capacità e motori da 44 kW.

carri unifeed

Anche per l’unifeed
arrivano i robot

Gli Automatic Feeding Systems (Afs, sistemi di alimentazione automatica per gli animali), più noti come carri-robot, sono una realtà ormai consolidata anche nella zootecnia italiana. Pur essendo limitati nel numero, sono stati piazzati in alcune delle stalle più innovative del paese e i loro costruttori li stanno usando per far conoscere la tecnologia ai potenziali clienti. I quali, attirati dalla possibilità di ridurre i costi, aumentare le rese e azzerare l’impegno umano, cominciano a farsi fare qualche preventivo.
Gli Afs, già molto diffusi in alcuni settori della zootecnia come suinicoltura e avicoltura, stanno ora colonizzando anche l’allevamento di bovini, grazie ad alcuni oggettivi vantaggi.Il primo e più evidente riguarda la manodopera: mentre un carro tradizionale ne richiede tre o quattro ore al giorno, con un Afs ne bastano tre alla settimana: giusto il tempo di riempire la cucina e poi non ci si pensa più.
Il funzionamento del sistema è abbastanza semplice: si mettono le scorte in una serie di container, da cui coclee o altri sistemi di trasporto le prelevano per fare taglio e miscelata. Che avvengono, a seconda dei marchi, o in un reparto della cucina o direttamente sul carro distributore.
Quest’ultimo provvede in ogni caso alla somministrazione e può essere, fondamentalmente, di due tipi: un vagone sospeso su binario oppure un mezzo semovente, controllato talvolta da una banda magnetica, tal altra da un sistema a induzione elettrica o infine da software basati sulla geo-referenziazione e su sistemi di sensoristica visiva o a ultrasuoni per segnalare eventuali ostacoli.
C’è infine una terza soluzione, ovvero il nastro trasportatore, che trova fortuna soprattutto in contesti montani, dove gli spazi ridotti delle stalle mal sopportano la presenza di un carro semovente specie se verticale.

Come cambia il mercato

L’interesse degli allevatori va di pari passo con quello delle aziende, naturalmente, e queste ultime cominciano a guardare con costanza al nostro paese. Ci riferiamo, in larghissima parte, agli operatori stranieri, visto che finora il settore è stato presidiato quasi esclusivamente da marchi non italiani. Con la felice eccezione di Seko, come vedremo più avanti.
A ogni modo, anche chi finora aveva considerato marginale il mercato italiano, ultimamente sta spingendo sull’acceleratore, sia con ampliamenti di gamma sia incitando le filiali italiane, o i rivenditori, a battere il territorio in cerca di nuovi clienti. Ecco quali novità ci sono e quali sono le proposte dei diversi costruttori.

Lely

Da quanto ci risulta è il marchio che più ha fatto presa sul territorio italiano, quando si parla di sistemi automatici di alimentazione. Il suo Vector, presentato otto anni fa e giunto alla seconda generazione, è attivo oggi in oltre seicento stalle di tutto il mondo. In Italia sono 53, di cui 35 da latte.
Il principio di funzionamento è abbastanza noto, ma vale la pena sintetizzarlo. Come per tutti gli altri costruttori, anche il Vector si serve da una cucina. Tuttavia, questo reparto serve soltanto per lo stoccaggio e il prelievo degli ingredienti.
In pratica, un carro ponte pesca la giusta quantità di foraggio o insilato e lo scarica nella vasca del carro autonomo. Qui avvengono la miscelata e la triturazione, grazie a un sistema di coclee e coltelli.
Poi il carro, di non grandi dimensioni, si sposta da solo dalla cucina alla stalla per raggiungere gli animali da alimentare, seguendo un percorso predefinito segnato da bande magnetiche interrate.
L’unifeed è somministrato più volte al giorno, al bisogno, grazie al laser che legge il livello di alimento presente.
Al contempo Vector spinge l’eventuale avanzo di prodotto verso le mangiatoie. In questo modo, sostiene Lely, gli animali hanno sempre a disposizione cibo fresco e non selezionato da chi ha mangiato in precedenza. Tutti i capi ottengono quindi una corretta razione e ciò permette di migliorare le performance produttive, mentre la costante presenza di prodotto fresco aumenta la salute complessiva della mandria.
L’ultima versione di Vector adotta materiali più resistenti per la vasca e una diversa collocazione dei coltelli, che favorisce la creazione di una miscelata più omogenea. Introdotto anche un sistema di cattura dei metalli e un sensore di rilevamento ostacoli con arresto automatico, per migliorare ulteriormente la sicurezza del dispositivo.

DeLaval

Anche DeLaval è uno dei costruttori che fin dalla prima ora ha offerto i suoi prodotti agli allevatori italiani. Il suo Optimat, infatti, è in vendita dal 2015 ed è alla vigilia di un profondo restyling.
A differenza di Lely, abbiamo un sistema di miscelazione fisso, con distribuzione automatizzata tramite vagone. In pratica la miscelata è preparata direttamente dalla cucina e poi trasferita, tramite nastro, al vagone. Particolare importante, l’alimento è pescato dal fondo della cucina, per cui non resta, all’interno della stessa, prodotto vecchio, a rischio di fermentazione. Ricevuta la razione, il vagone corre su un binario sospeso, distribuendola in mangiatoia.
Con DeLaval, spiega il marchio svedese, è possibile scegliere il livello di automazione preferito: caricamento manuale di tutti i prodotti, automazione dei concentrati, automazione estesa a tutta l’alimentazione con Optimat II Master.
Gli approvvigionamenti avvengono direttamente dai silos tramite convogliatori azionati da motori elettrici. In questo modo, aggiunge DeLaval, è possibile utilizzare i propri silos adattandoli al nuovo sistema di alimentazione, senza doverli sostituire o rifare.
Grazie alla pesatura effettuata in miscelazione e in scarico, si possono preparare differenti razioni da distribuire ai vari gruppi di animali, fornendo loro un alimento sempre fresco. Un’altra particolarità di Optimat è che la linea non richiede pre-taglio dei foraggi, che sono caricati talquali nella cucina.
Tutto il sistema è controllato dal software gestionale DeLaval (DelPro Farm Manager) che permette all’allevatore di essere costantemente informato anche sui costi di alimentazione e sulla situazione delle scorte presenti in azienda.

Hetwin

Dalla Svezia scendiamo in Austria per incontrare un costruttore che sta scommettendo con forza sull’Italia: scelta comprensibile, del resto, essendo i due paesi confinanti e, in determinate aree, anche fortemente contigui dal punto di vista culturale. Non stupisce, quindi, che molti dei robot Hetwin presenti nella penisola siano stati installati in Alto Adige e zone limitrofe.
Nell’area dell’Alpe di Siusi, per esempio, ne troviamo una buona dozzina, ci spiegano i responsabili italiani del gruppo. Altri sono in corso di installazione o in fase di trattativa. Che riprenderà, si spera, ora che l’emergenza Covid 19 sembra arrestarsi.
Parliamo però dei modelli: Hetwin è tra i costruttori con la maggior scelta, avendo, in tutto, ben cinque soluzioni disponibili, divise in tre gruppi.
Si parte da Athos, sistema composto da una cucina con taglio e miscelazione più un carrello sospeso su binario per la distribuzione. Il modulo fisso, spiega il costruttore, assicura in tempi rapidi un taglio di alta qualità anche per fieno lungo o balle fasciate, oltre a una premiscelazione omogenea. La distribuzione tramite carrello autonomo consente invece di fornire la razione più volte al giorno, riducendo la selezione del cibo da parte degli animali e le lotte gerarchiche. Vista la semplicità costitutiva, Athos è particolarmente indicato per medie e piccole aziende, nonché per le stalle di montagna, caratterizzate da altezze ridotte e spazi stretti.
Viaggia su binario anche Aramis II, che tuttavia, a differenza di Athos, effettua trinciatura e miscelazione direttamente sul carrello che distribuisce il prodotto. L’adozione di coclee orizzontali – esclusiva Hetwin nel settore degli Afs – permette di lavorare anche piccole quantità di prodotto e di gestire fieno in balle o insilati senza difficoltà, stabilendo a priori la lunghezza di taglio.
Infine, la soluzione più tecnologicamente avanzata: Aranom, che, a differenza degli altri modelli, non richiede un sistema di binari in quanto si muove sul terreno, alimentato con batterie agli ioni di litio.
È disponibile in due versioni: Aranom Mix e Aranom Cut&mix, dove il primo, come è facilmente intuibile, effettua soltanto la miscelazione e distribuzione, mentre il secondo fa anche trinciatura dei foraggi. La differenza non è soltanto nella presenza o meno di coltelli, ma nella struttura del carro: Aranom Mix è un verticale monococlea, mentre il Cut&Mix dispone di due coclee orizzontali con controcoltelli.
Una soluzione, come abbiamo visto, che secondo il gruppo austriaco consente di trinciare alla perfezione anche piccoli quantitativi di prodotto (il carro ha un volume di 4 metri cubi) e con elevata presenza di fieno, mentre in una vasca a coclee verticali quest’ultimo, non pressato da una sufficiente massa di prodotto sovrastante, finirebbe per sfuggire ai coltelli.

Pellon

Nuovo salto verso nord per arrivare in Finlandia, dove ha sede la Pellon. Che, per l’Italia, si appoggia a un distributore altoatesino, la Agrartechnik di Brunico.
Per il nostro paese è prevista l’installazione di sistemi con alimentazione a carrello ma soprattutto a nastro: una soluzione che, ci spiegano dalla  Agrartechnik, incontra particolare favore in Alto Adige, dove le stalle sono generalmente basse e strette.
I vantaggi del dispositivo G-Pro2 sono, secondo i progettisti, sono diversi: perfetto controllo della miscelata, scelta dell’ordine in cui gli ingredienti sono immessi nel miscelatore, bassi costi di esercizio e ridotte usure. L’evoluzione e-Pro, peraltro, può gestire più stazioni di miscelazione in contemporanea, arrivando ad alimentare diverse migliaia di capi con un solo impianto.
Proprio l’assenza di problemi rappresenta uno dei punti chiave del sistema Pellon, secondo  Agrartechnik. Molto più semplici dei carrelli, i distributori a nastro non richiedono quasi interventi, se non una manutenzione annuale. Soprattutto ora che i nastri sono stati rinforzati per aumentare ulteriormente la durata nel tempo. In aggiunta, l’ultima versione degli Afs finlandesi offre touch screen e un nuovo software gestionale, semplificato e migliorato rispetto al precedente.

Seko 

Finalmente anche i costruttori italiani cominciano a occuparsi di Afs. Lo fa per esempio Seko, che alla scorsa Agritechnica ha presentato un suo sistema automatico, basato su navetta di distribuzione e cucina fissa con taglio dei prodotti in loco. Il tutto è attualmente in fase di test finale.
La soluzione scelta da Seko, a differenza di alcuni concorrenti, prevede una navetta di dimensioni medio-piccole (circa 2,5 metri cubi) che fa semplicemente la spola tra la mangiatoia e la cucina. È in quest’ultima, infatti, che nasce effettivamente la miscelata, ivi compreso il taglio dei prodotti fibrosi, come fieno e simili.
Secondo Seko, in questo modo si ottiene un prodotto più omogeneo e non vi sono problemi di taglio anche con materie prime molto resistenti. Una coclea alimentata da batteria, viceversa, non avrebbe la forza necessaria per un lavoro di questo tipo.
In generale, il gruppo veneto crede poco nella batteria, tant’è vero che, laddove possibile, preferisce soluzioni con alimentazione via cavo (sul modello dei filobus, per capirci), tra l’altro molto gradite in alcuni stati esteri.

Trioliet

Crede da tempo nell’automazione, invece, Trioliet, anche se fino al 2020 non aveva ancora piazzato nessun impianto nel nostro paese. Lacuna colmata brillantemente all’inizio dell’anno: è infatti in corso di realizzazione uno dei sistemi automatizzati più interessanti e ambiziosi del Paese, proprio a opera del marchio olandese. Un impianto-modello che potrebbe fare da apripista ad altre installazioni simili, come accaduto spesso in passato.
La stalla che lo ospita è quella della famiglia Carioni di Trescore Cremasco, una realtà da 1.300 capi che già si serviva di carri Trioliet convenzionali.
Nell’ottica di una completa riprogettazione di spazi e strutture, l’azienda ha scelto di rinnovare radicalmente il comparto alimentazione, realizzando un sistema automatico basato su due cucine, di cui una specifica per il fieno lungo, e su tre robot di distribuzione Triomatic Wb 300 da 3 metri cubi ciascuno. Mezzi filo-guidati, con alimentazione diretta da rete elettrica e non da batteria. Una batteria di pannelli fotovoltaici installati sul tetto assicurerà energia gratis per alimentare l’intero impianto.
La soluzione a guida elettrica, infine, non richiede interventi strutturali sugli edifici e permette di muovere il Triomatic anche tra diverse stalle senza problemi di ricarica delle batterie.

Wasserbauer

Gli Afs dell’austriaca Wasserbauer, ci spiegano i distributori italiani di Kuh Service, stanno facendo fortuna in particolare nell’area del Parmigiano Reggiano, grazie a due importanti caratteristiche.
La prima è il sistema di cattura delle polveri, che permette di preparare razioni alimentari riducendo il rischio di problemi con le spore di clostridi. In aggiunta, non è da dimenticare la possibilità di effettuare un taglio lungo sui fieni essiccati, un ingrediente fondamentale nell’unifeed dell’area Parmigiano Reggiano.
Il sistema di alimentazione Wasserbauer è stato presentato due anni fa e si aggiunge al precedente Mixmeister 3000, un 3,3 metri cubi sospeso su binario, tutt’ora in produzione. Shuttle Eco, il nuovo Afs, è invece totalmente diverso: si tratta di un semovente elettrico da 2,2 mc, simile per concetto al Vector di Lely, ma che si serve, per orientarsi, di una pista magnetica.
Per lo Shuttle, come per altri costruttori, il carrello esegue quasi esclusivamente la distribuzione, poiché il taglio avviene tramite frese poste nella cucina. Al carro arriva insomma prodotto quasi interamente tagliato e all’interno del medesimo avviene soltanto una miscelazione, con eventuale taglio finale se richiesto dalle impostazioni della razione.


Maggiori dettagli e tutte le foto sul numero 10.2020 dell’Informatore Zootecnico.

Non perdere gli approfondimenti di Informatore Zootecnico

Iscriviti alla newsletter

L'abbonamento alla rivista digitale ti costa meno di 3 euro al mese
e poco di più se preferisci anche la versione cartacea

Scopri come

Carri unifeed, su IZ 10 un’ampia rassegna delle macchine disponibili per gli allevatori italiani - Ultima modifica: 2020-05-23T18:28:19+02:00 da Giorgio Setti

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome