Auricchio, Afidop: «Facciamo leva sulla distintività dei nostri formaggi Dop»

Qualità, internazionalizzazione e più lavoro di squadra a livello associativo i temi in agenda nel mandato di Antonio Auricchio, neo-presidente di Afidop

Antonio Auricchio, presidente di Afidop
«Siamo tutti trasformatori con obiettivi comuni e dovremmo perciò superare le rivalità tra industrie private e cooperative»

Rafforzare il ruolo di Afidop a tutti i livelli, continuare sulla via dell’internazionalizzazione giocando la carta della qualità e distintività dei formaggi Dop italiani e superare le rivalità tra privati e cooperatori. Sono le priorità indicate dal neo presidente di Afidop, Antonio Auricchio, alla guida dell’Associazione Formaggi Italiani Dop e Igp dallo scorso 11 giugno.

Qual è il primo obiettivo del suo mandato?

Vorrei rappresentare tutti gli associati indistintamente. Alla fine siamo tutti trasformatori con obiettivi comuni e dovremmo perciò superare le rivalità  legate alla “casacca” indossata che, sia quella delle industrie private o quella delle cooperative. Vorrei condividere quindi un’unità di intenti verso un obiettivo comune, il riconoscimento del valore di tutte le nostre eccezionali Dop.

E’ di questi giorni la notizia del blocco dei dazi Usa per i prossimi cinque anni dopo l’intesa raggiunta con l’Ue nella disputa Airbus-Boeings

Finalmente il presidente degli Stati Uniti Biden ha tolto quella spada di Damocle che pesava sui formaggi Dop italiani esportati negli Usa, un consistente aggravio di costi alle nostre spedizioni. Speriamo che si possa mettere definitivamente la parola fine a questi dazi e  ridare slancio alle esportazioni perché quest’anno abbiamo fatto meno bene rispetto al 2020, che è stato il primo anno della pandemia.

Come aumentare la penetrazione dei formaggi Dop all’estero?  

Ognuno dei nostri formaggi Dop vanta un enorme valore storico, economico, politico e culturale che deve essere ben comunicato all’esterno. L’ho raccontai una volta al Fancy Food, una delle fiere più importanti negli Usa. Non solo i grandi  formaggi Dop, come il Grana Padano  il Parmigiano Reggiano o il Gorgonzola, ma anche i prodotti con quantitativi più modesti, come il Bitto, il Formai de Mut, il Salva Cremasco, tutti incarnano in declinazioni diverse la genialità dell’uomo che ha cercato di trovare il modo migliore per conservare il latte.  Non esistono al mondo formaggi che per valore storico, cultura e tipicità possono competere con le nostre Dop. Abbiamo prodotti straordinari, dobbiamo solo cercare di venderli meglio all’estero facendo leva sulla loro distintività e sul loro livello di eccellenza. Dobbiamo, insomma, conquistare il consumatore estero dimostrandogli la bontà ineguagliabile dei prodotti. Questa è anche la miglior forma di tutela delle nostre Dop.

formaggi

Quale sarà il ruolo di Afidop?

E’ necessario rafforzarlo condividendo obiettivi comuni in sede istituzionale e associativa, ad esempio con Origin, l’associazione dei Consorzi di tutela delle Dop e Igp. Dobbiamo dimenticare, quindi, gli orticelli, ma provare a crescere assieme facendo capire qual è a livello internazionale il valore dei nostri formaggi Dop. Questa è la prossima sfida: il ruolo di Afidop sarà determinante per definire una strategia basata sulla qualità che rappresenta un requisito irrinunciabile per conquistare i mercati mondiali. Tantopiù che l’Italia ha aumentato la produzione di latte e si avvia a diventare autosufficiente. Mi sto muovendo a livello politico per trovare degli interlocutori. Non abbiamo bisogno solo di risorse, ma di promuovere quelli che sono gli obiettivi comuni a tutti i trasformatori, crescere nell’internazionalizzazione.

Il latte lavorato a Dop viene più remunerato rispetto a quello con altre destinazioni?

In teoria sì ma se si impiega materia prima di qualità anche per il prodotto non Dop alla fine arriva anche il riconoscimento economico. Se si vuole fare un prodotto di elevato livello qualitativo, ad esempio una mozzarella di fascia alta, si pagherà di più anche il latte.

La regolamentazione dell’offerta per le Dop che fanno grandi volumi. Lei la condivide?

Come produttore di grandi Dop italiane sono favorevole perché più il prodotto è contingentato più mantiene il prezzo sia per quanto riguarda il formaggio che la materia prima.

Per quanto riguarda l’etichettura volontaria fronte-pacco?

Non condivido l’etichetta a semaforo che alcuni Paesi, dalla Gran Bretagna alla Francia, stanno applicando su diversi alimenti della dieta mediterranea sulla base dei contenuti in grassi, zuccheri o sale. Si tratta di un sistema discriminatorio ed incompleto che finisce per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da sempre sono sulle nostre tavole.  E’ una mossa politica per far vendere di più i prodotti di altri Paesi.

Auricchio, Afidop: «Facciamo leva sulla distintività dei nostri formaggi Dop» - Ultima modifica: 2021-06-18T19:52:35+02:00 da Francesca Baccino

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