Assalzoo: la guerra in Ucraina e lo stop dell’Ungheria possono affossare la zootecnia italiana

Un angolo di un mangimificio italiano
Grave la carenza di materie prime agricole, denuncia l’associazione dei mangimisti italiani. C’è il rischio del blocco della produzione dei mangimi. E si profila "l’abbattimento degli animali allevati"

 

Se lo dicono i mangimisti significa che è proprio vero. Assalzoo, l’associazione appunto degli industriali mangimisti italiani, denuncia: a causa della guerra in Ucraina la zootecnia italiana deve fare i conti con una “grave carenza delle materie prime agricole”.
Addirittura c’è “il rischio di un blocco della produzione dei mangimi”. Tanto che si profila “l’abbattimento degli animali allevati”. Parole come pietre, ma se lo dicono loro allora la segnalazione ha fondamenti certi, il rischio è concreto.
Il conflitto in Ucraina, spiega dunque l’associazione, sta avendo pesantissime ripercussioni sul mercato delle materie prime agricole, in particolare del mais, coinvolgendo l’intera Europa dell’Est che sta bloccando le esportazioni. Dichiara Michele Liverini, presidente reggente di Assalzoo: "Ad oggi la disponibilità di materie prime agricole per la produzione mangimistica è limitata nella maggior parte dei casi a 20 giorni, massimo un mese. Se non si attivano canali di approvvigionamento alternativi sarà inevitabile il blocco della produzione mangimistica, con conseguenze devastanti per gli allevamenti, con la necessità di abbattimento degli animali presenti nelle stalle e il crollo delle produzioni alimentari di origine animale, come carni bovine, suine e avicole, latte, burro e formaggi, uova e pesce”.
Blocco, crollo, abbattimento: è un virgolettato, sono parole del presidente dei mangimisti.
IL MERCATO AMERICANO NON È UNA FONTE SUFFICIENTE
La situazione, continua Assalzoo, è ormai a un livello di allarme massimo, non solo con prezzi assolutamente fuori controllo (le quotazioni del solo mais sono raddoppiate rispetto al periodo pre-pandemia), ma anche con il pericolo che la situazione possa ora precipitare del tutto, tenuto conto che oltre alla perdita del mais ucraino è stato annunciato il blocco delle esportazioni di mais anche dall’Ungheria, principale fornitore di mais verso l’Italia, con circa il 35% del mais importato.
Per garantire la produzione di mangimi, afferma ancora l’associazione, “occorrono decisioni di emergenza”.
Al momento l’unica alternativa praticabile appare quella di rivolgersi al mercato americano, con particolare riguardo agli Usa e all’Argentina; “ma appare evidente che sono notevoli le problematiche di carattere sia logistico (occorrono dalle 5 alle 8 settimane per l’arrivo delle navi)  che qualitativo. Tuttavia questa appare l’unica fonte attraverso la quale tentare di colmare il grave deficit a fronte del fabbisogno nazionale”.
“SUBITO INCENTIVI ALLA COLTIVAZIONE DEL MAIS”
L’apertura del conflitto in Ucraina. Dice Assalzoo, ha dimostrato ancora una volta la situazione fortemente critica dell’Italia a causa della sua massiccia dipendenza dall’estero per soddisfare la domanda interna di materie prime agricole. Una situazione che è andata aggravandosi negli anni, con il costante calo della produzione nazionale di mais, crollata dall’autosufficienza di una quindicina di anni fa a uno scarso 50% attuale.
Assalzoo “chiede pertanto l’adozione di misure urgenti per gestire l’emergenza, favorendo l’import di mais per scongiurare il profilarsi di una vera e propria debacle della zootecnia nazionale. Al contempo, chiede di mettere in atto di un piano immediato di incentivi per favorire la coltivazione di ulteriori superfici a mais, le cui semine prenderanno avvio tra pochi giorni”.
Nel nostro paese per l’alimentazione animale occorrono circa 9 milioni di tonnellate di mais a fronte di una produzione italiana di scarsi 6 milioni di tonnellate. “È necessario coltivare in Italia almeno 300mila ettari in più per soddisfare la domanda della zootecnia nazionale”.

Assalzoo: la guerra in Ucraina e lo stop dell’Ungheria possono affossare la zootecnia italiana - Ultima modifica: 2022-03-08T22:27:01+01:00 da Giorgio Setti

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