Ecco la transizione sostenibile della filiera latte secondo Granarolo

La cooperativa ha annunciato un programma di transizione che coinvolgerà tutta la filiera in modo equo e sarà suggerito da un Comitato scientifico

Da sinistra Gianni Gilioli, presidente del Corso di Laurea in Sistemi Agricoli Sostenibili dell’Università di Brescia, Fabio Rolfi, assessore all'agricoltura della Lombardia, Gianpietro Calzolari, presidente di Granarolo Spa, e Paola Pica, giornalista del Corriere della Sera
Per il presidente di Granarolo Spa, Gianpiero Calzolari, ridurre del 30% le emissioni di gas a effetto serra per ogni kg di latte prodotto entro il 2030. Tre accademici fanno parte del Comitato scientifico guidato da Gianni Gilioli, presidente del Corso di Laurea in Sistemi Agricoli Sostenibili dell’Università di Brescia

Al via Granarolo Sustainable Transition, un programma di transizione ecologica ed equa della filiera dei 633 soci della cooperativa Granlatte (che controlla Granarolo S.p.A) e un Comitato Scientifico che si è costituito per lavorare in sinergia con l’Università di Brescia, il Politecnico di Milano e l’Università di Bologna con l’obiettivo di individuare un programma di azioni per  ridurre l’impatto ambientale.

Il programma è stato annunciato oggi con la presentazione del Bilancio di Sostenibilità di Granarolo S.p.A., multinazionale italiana che con 8,5 milioni di quintali di latte lavorato rappresenta oggi il più importante gruppo lattiero caseario nazionale, una grande filiera che può fare la sua parte per salvare il pianeta.

Da sinistra Gianni Gilioli, presidente del Corso di Laurea in Sistemi Agricoli Sostenibili dell’Università di Brescia, Fabio Rolfi, assessore all'agricoltura della Lombardia, Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano, e Paola Pica, giornalista del Corriere della Sera

Lo ha spiegato il suo presidente, Gianpiero Calzolari: «Non basta più lavorare solo sul fronte della trasformazione e della distribuzione, come abbiamo fatto, impegnandoci, fino ad oggi. Granarolo ha una filiera italiana fatta di 633 soci allevatori tutti certificati sul benessere animale che, guidati da un Comitato Scientifico importante e da metodologie e percorsi innovativi sperimentati anche all’estero, hanno avviato una transizione ecologica ed equa delle loro stalle che consentirà di rinsaldare un nuovo e solido rapporto fra chi produce e chi consuma. Le dimensioni della filiera e la capacità di innovazione espressa da molti dei nostri soci ci fanno sperare di poter raggiungere l’obiettivo che ci siamo dati, ridurre del 30% le emissioni di gas a effetto serra per ogni kg di latte prodotto entro il 2030».

Gianpietro Calzolari, presidente di Granarolo Spa

«Il comitato scientifico – ha continuato il presidente di Granarolo Spa. - ci aiuterà a individuare percorsi e iniziative, i consiglieri dovranno validare questi suggerimenti e indicazioni che diventeranno poi norme o raccomandazioni per tutti i soci della filiera. Non esiste quindi oggi solo un piano industriale, ma un piano di filiera che punta alla sostenibilità».

Calzolari ha sottolineato anche la dimensione internazionale della cooperstiva: «Abbiamo stalle grandi medie e piccole, diverse tra loro come dimensioni e gestione,  parliamo di 60mila animali e vogliamo accompagnarle tutte verso una transizione ecologica equa per la filiera. Vogliamo puntare alla sostenibilità economica, sociale e ambientale».

Tre accademici nel Comitato scientifico

Un percorso virtuoso verso uno «sviluppo intensivo sostenibile» che «non è una contraddizione e neppure un’etichetta», come ha fatto notare Gianni Gilioli, presidente del Corso di Laurea in Sistemi Agricoli Sostenibili dell’Università di Brescia che è un’autorità in materia di valutazione e gestione della sostenibilità nelle filiere agroalimentari: «La sostenibilità è  il prodotto di un processo, significa impegnarsi a lavorare sul capitale naturale. Rappresenta una delle più importanti sfide che l’umanità è chiamata ad affrontare».

Gianni Gilioli, presidente del Corso di Laurea in Sistemi Agricoli Sostenibili dell’Università di Brescia

Oltre a Gilioli che guiderà il Comitato scientifico, del team fanno parte anche altri due accademici, Alfonso Zecconi, coordinatore del Corso di Perfezionamento sui Nuovi Approcci Gestionali per un Allevamento di bovini da latte sostenibile del dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università di Milano e Andrea Formigoni, docente di Nutrizione e alimentazione animale del dipartimento di Scienze mediche veterinarie dell’Università di Bologna.

Granarolo Sustainable Transition

Il programma si articola su tre assi: benessere animale e uso razionale dei farmaci alla stalla, alimentazione degli animali e riduzione dell’impatto ambientale legato alla produzione di latte. Agli indicatori qualitativi e relativi al benessere animale, che da anni vengono misurati nell’ambito di un progetto di miglioramento continuo rendicontato annualmente nel Bilancio di sostenibilità, si aggiungeranno azioni orientate a ridurre l’impatto ambientale generato dalla stalla lavorando in particolare sull’alimentazione delle bovine da latte, sul benessere animale e la riduzione dei farmaci, sull’agricoltura 4.0, sulla gestione delle fonti energetiche e idriche in allevamento, sull’economia circolare dell’allevamento, facendo leva su un approccio sistemico che coniuga innovazione tecnologica e tecniche di valutazione avanzate.

Dal 2018  la cooperativa sta del resto già lavorando a tre progetti: il benessere animale, una riduzione dell'uso di farmaci dalla migliore efficacia terapeutica e un allontanamento dalla plastica, ad esempio i vasetti di yogurt a marchio Yomo.

Dairy Sustainability Framework

«Vogliamo impegnarci – ha aggiunto Calzolari -  per ridurre l’impatto ambientale. Vogliamo dare conto di questo impegno senza fare greenwashing. Noi abbiamo la responsabilità di muoverci con un monitoraggio dei nostri allevamenti per individuare le azioni da avviare. Sarà il consumatore a premiarci riconoscendoci anche una reputazione su questo tema. Abbiamo deciso di aderire a una piattaforma internazionale,  Dairy Sustainibility Framework, , intanto, come passo ulteriore».

Si tratta di una piattaforma internazionale che coinvolge associazioni internazionali e alcune delle più importanti aziende di latte e derivati del mondo, unite nel trovare soluzioni e condividere azioni in tutto il settore lattiero-caseario atte ad accelerare l'azione contro il cambiamento climatico, partendo dalla riduzione della produzione di gas serra (in primo luogo il metano). A tal fine sono in corso ricerche per identificare e sviluppare metodologie, strumenti e percorsi in tutti i sistemi e le regioni di produzione lattiero-casearia del mondo.

Accuse infondate al settore zootecnico

«Il settore zootecnico – ha ribadito Fabio Rolfi, Assessore all'agricoltura di Regione Lombardia -  è uno dei comparti meno inquinanti, lo dimostrano i dati dell’Ispra e quindi molte accuse che vengono rivolte agli allevamenti, come la produzione di gran parte delle emissioni inquinanti, sono infondate. Oggi tante innovazioni dell’agricoltura di precisione hanno già raggiunto obiettivi di sostenibilità del comparto. Una parte delle risorse del Pnrr è dedicata all’innovazione, ma al centro della sostenibilità dovrà essere l’impresa che deve essere accompagnata verso questo traguardo fondamentale».


Per approfondire, il Bilancio di sostenibilità di Granarolo è consultabile a questo link: www.gruppogranarolo.it/il-nostro-impegno

Ecco la transizione sostenibile della filiera latte secondo Granarolo - Ultima modifica: 2021-09-21T17:19:55+02:00 da Francesca Baccino

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