Prezzi Bmti, giù burro e latte spot, su il Parmigiano Reggiano. Meno negativi i suini Dop

La Bmti ha diffuso i dati dei principali prodotto zootecnici nella settimana che va dal 17 al 21 giugno 2024 (qui per la settimna precedente). Dopo più di un mese di aumenti frenano i listini del latte spot di origine nazionale.  In particolare, sulla piazza di Milano i prezzi restano fermi sui 535,00 €/t. La crescita annua si attenua ulteriormente, scendendo dal +7,0% della settimana precedente all’attuale +4,9%.

Stabile anche il latte spot nazionale sulla piazza di Verona, che non si muove dai 545,00 €/t. Nessuna variazione anche per i listini del latte di importazione quotato a Milano, sia di origine francese che tedesca, con il differenziale di prezzo a favore del latte spot nazionale che conferma i 55,00 €/t.

Invariato, secondo la Bmti, il latte biologico sia sulla piazza di Milano che su quella di Verona.  Dal punto di vista dell’offerta, la raccolta Ue a marzo ha sfiorato i 13 milioni di tonnellate, in crescita dello 0,7% rispetto ai livelli di dodici mesi prima. A livello di singoli paesi, stabile sia la produzione tedesca che francese mentre quella italiana mette a segno un aumento del +1,3%, per un volume pari ad un milione di tonnellate circa.

Burro/crema di latte

Secnodo la Bmti dopo cinque settimane di rialzi consecutivi cede il passo il comparto del burro.  Nel dettaglio, il burro pastorizzato quotato a Milano accusa un calo di 5 centesimi, fermandosi a 4,90 €/kg. La crescita rispetto allo scorso anno resta ampia, nell’ordine di un +70%. Ribasso anche per il burro di Mantova che ripiega sui 4,95 €/kg contro i 5,00 €/kg della settimana precedente.

Deprezzamenti anche per lo zangolato di Milano, quotato 4,70 €/kg mentre la crema di latte nazionale conferma i 3,22 €/kg. Sul versante continentale si osserva una sostanziale stabilità per il Verse Boter nel mercato olandese e qualche cenno di calo per il burro di centrifuga di Kempten (-0,5%). Sul fronte produttivo, in netto calo la produzione europea di burro a marzo (-6% su base annua), trainata dai ribassi osservati per Germania (-5,0%) e Francia (-9,0%). Positivo invece il dato dell’Italia (+8,9%).

Grana Padano

Settimana all’insegna della stabilità per il comparto del Grana Padano in base alle elaborazioni della Bmti. In particolare, lo stagionato 9 mesi quotato a Milano si mantiene sui 9,58 €/kg a fronte di un rincaro annuo che resta prossimo ai 10 punti percentuali. Prevale l’invariato anche per le piazze di Cremona e Verona. In controtendenza la piazza di Mantova, con aumenti di mezzo punto percentuale.  Andamento cedente, invece, per i formaggi monitorati dalla Commissione Europea, soprattutto per l’Edam (-2,8%) e l’Emmental (-5,4%).

Parmigiano Reggiano

Dopo la pausa della settimana precedente tornano a crescere i listini del Parmigiano Reggiano quotati presso la Borsa Merci di Parma. Nel dettaglio, lo stagionato 12 mesi raggiunge i 10,95 €/kg, 5 centesimi in più su base settimanale.

Identico incremento per lo stagionato 24 mesi che si porta sui 12,40 €/kg. Positivo il divario su base annua, più consistente per le stagionature più brevi: +10% la crescita per il 12 mesi contro il +5,5% del 24 mesi. In rialzo anche Mantova mentre per le altre piazze prevale una sostanziale stabilità.

Pecorino Romano

Stabili i listini all’ingrosso del Pecorino Romano. In particolare, presso la piazza di Milano, il prodotto resta agganciato ai 12,25 €/kg. Su base annua, il calo si mantiene a -12%.

Bovini da macello

Prevale il segno “meno” nel comparto dei bovini. Tra i principali capi, i prezzi dei vitelloni Charolaise ripiegano sui 3,57 €/kg a Mantova e sui 3,64 €/kg a Modena. In calo anche la razza Limousine, con prezzi che scendono sui 3,88 €/kg presso la piazza lombarda e sui 3,77 €/kg presso quella emiliana.

Giù anche gli incroci nazionali ma solamente per la piazza di Mantova. I confronti anno su anno si confermano nel complesso positivi. Sostanziale stabilità invece per i vitelli a carne bianca a fronte di variazioni annue di segno negativo.

Suini

Rallentano ancora i cali registrati per il comparto dei suini.  In particolare, il prezzo medio della categoria 160-176 kg quotata alla Cun (Commissione unica nazionale) di settore arretra su 1,895 €/kg, in calo di 2 centesimi su base settimanale. Al contrario, torna il segno “più” per il circuito non-Dop con il prezzo della categoria 160-176 kg che archivia un rialzo di 5 centesimi, salendo a 1,664 €/kg. Si attenua quindi il divario a favore dei DOP pari attualmente a 0,231 €/kg (contro lo 0,238 €/kg della settimana precedente). Andamento contrastato sul fronte estero con prevalenza del segno “meno”.

Relativamente al comparto dei tagli suini freschi da macelleria, si registra un calo di 10 centesimi con il lombo Padova e Bologna che scendono a 4,40 €/kg. Si muovono nella stessa direzione il busto con coppa e la coppa fresca con osso, quotati rispettivamente 4,50 €/kg e 5,35 €/kg. Viceversa, guadagnano ulteriore terreno le cosce smarchiate, con il taglio pesante che oltrepassa la soglia dei 4,50 €/kg. Tra gli altri tagli da segnalare nuovi cali per la spalla fresca disossata e il trito. Variazioni difformi anche per i mercati esteri dei tagli dove a prevalere è però la stabilità.