Occorre un intervento straordinario del Governo per superare l’emergenza di allevamenti e cooperative del settore lattiero-caseario messi in difficoltà dal fortissimo incremento dei costi energetici e delle materie prime. Servono, tuttavia, anche interventi strutturali capaci di indicare al settore una strategia di medio-lungo periodo.
Così il presidente dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri, è intervenuto sulla situazione di crisi del settore lattiero-caseario: «Fissare un prezzo alla stalla non si è rilevato un intervento risolutivo, neanche in una situazione di emergenza» ha spiegato accennando al protocollo ministeriale sul prezzo, peraltro mai applicato, che fissava a 41 centesimi al litro il pagamento agli allevatori.
«Lo avevamo detto mesi fa e oggi – ha aggiunto Mercuri – lo ribadiamo con maggiore convinzione: la crisi del settore latte deve essere affrontata con coraggio e determinazione attraverso la definizione di interventi strutturali per il settore. La filiera lattiero-casearia va accompagnata non solo a superare l’attuale fase di emergenza, ma anche a rafforzare la propria competitività sui mercati nazionali e internazionali».
«Il costo di produzione del latte è aumentato di 10 centesimi al litro»
«Produrre un litro di latte oggi costa agli allevatori in media 10 centesimi di più a litro. Colpa dell’aumento incontrollato dei costi delle materie prime quali soia e mais (+200%) e dei fertilizzanti per la coltivazione dei foraggi (+300%), che mette da mesi a dura prova la filiera-lattiero casearia e ha assunto connotazioni ormai strutturali».
È l’allarme lanciato da Giovanni Guarneri, coordinatore del Settore Lattiero-caseario dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari, una filiera a cui fa capo più del 65% di tutto il latte prodotto in Italia.
«Le cooperative italiane - ha aggiunto Guarneri - stanno facendo miracoli per mantenere una remunerazione del latte adeguata ai propri soci e comunque tendenzialmente più alta rispetto al resto del mercato, ma se la situazione rimane invariata, rischiano di chiudere».
Anche le cooperative nella morsa degli aumenti dei costi produttivi
«Le cooperative liquidano il latte tra il 5 e il 10 per cento in più rispetto al resto del mercato - rivendica Guarneri – perché il nostro è un sistema la cui finalità è di valorizzare la materia prima dei soci e garantire benessere socio-economico sul territorio, anche quelli più svantaggiati dove la cooperativa è l’unica forma di impresa possibile. Anche le cooperative sono ora tuttavia sempre più strette nella morsa degli aumenti divenuti insostenibili sia nelle stalle che nei caseifici: la situazione sta degenerando e la filiera rischia di implodere se non ci sarà uno sfogo dell’inflazione dei prezzi delle materie prime sul mercato».
Secondo il coordinatore dell’Alleanza, la Grande distribuzione dovrebbe «riconoscere lo stato emergenziale, adeguando i listini senza fare muro». Così anche i consumatori da parte loro «dovrebbero prendere coscienza della condizione di insostenibilità che sta vivendo il settore produttivo».