Listini Bmti, ancora in discesa latte spot e burro. Fermo il Grana Padano, in rialzo i bovini

Proseguono i ribassi nel comparto del latte spot nella settimana che va dal 17 al 22 febbraio 2025 (qui per la settimana precedente) secondo le rilevazioni di Camere di Commercio e Borse Merci elaborate dalla Bmti (Borsa merci telematica italiana).

In particolare, presso la piazza di Milano i prezzi accusano un ulteriore calo di 17,5 €/t su base settimanale, fermandosi a 570 €/t, valore scavalcato l’ultima volta a fine luglio 2024. Il rincaro resta comunque significativo, pari al +24%. Perde terreno anche il latte spot quotato a Verona, che si porta a 580 €/t.

In calo anche i prezzi del latte di importazione, sia il prodotto francese che quello tedesco. Il differenziale di prezzo a favore del latte spot nazionale si riduce ulteriormente registrando 12,5 €/t contro i 22,5 €/t della settimana precedente. Cede anche il latte biologico, sia presso la piazza di Milano che presso quella di Verona.

Burro/crema di latte

Seconda settimana consecutiva di ribassi per il comparto del burro. Nel dettaglio, i listini presso la piazza di Milano cedono 8 centesimi su base settimanale, scendendo a 5,25 €/kg. Si riduce ulteriormente la crescita tendenziale che resta comunque consistente, superiore al +40%.  Giù anche il burro quotato presso la piazza di Mantova, che si porta a 5,35 €/kg dai 5,45 €/kg della settimana precedente.

Si muovono nella stessa direzione sia lo zangolato che la crema di latte presso la piazza di Milano, quotati rispettivamente 5,05 €/kg e 3,28 €/kg. A livello continentale, continuano i ribassi per il burro quotato a Kempten (Germania) e per il Verse Boter olandese, entrambi pari a 7 €/kg. In calo anche il prodotto francese che si attesta a 7,5 €/kg.

Grana Padano

Dopo una lunga striscia di rincari si ferma il comparto del Grana Padano. In particolare, lo stagionato 9 mesi quotato presso la piazza di Milano conferma i 10,90 €/kg raggiunti la settimana precedente. La crescita annua si attesta al +21%.

Prevale una sostanziale stabilità anche presso le piazze di Verona e Cremona. Fa parziale eccezione quella di Mantova dove si osservano lievi aumenti per le forme più stagionate. Limitati i movimenti registrati per i formaggi monitorati dalla Commissione europea.

Parmigiano Reggiano

Dopo la pausa della settimana precedente torna a guadagnare terreno il comparto del Parmigiano Reggiano. Nello specifico, lo stagionato 12 mesi quotato presso la piazza di Parma sale a 12,6 €/kg, valore inedito per questa piazza. Incremento più marcato per lo stagionato 24 mesi che si attesta a 14,73 €/kg.

La crescita su base annua rimane ampia, tra il +21% e il +24% a seconda della stagionatura. Si rilevano rincari anche presso le altre principali piazze di scambio, ad eccezione di Milano che mantiene i valori della settimana precedente.

Pecorino Romano

Continua la fase di stabilità per i prezzi all’ingrosso nel comparto del Pecorino Romano. In particolare, presso la piazza di Milano, la quotazione dello stagionato 5 mesi resta agganciata ai 12,03 €/kg, valore in corso da settembre 2024. Il ribasso annuo registra il -1%. Assenza di variazioni anche per il prezzo all’ingrosso del prodotto con 8 mesi di stagionatura, attestato sui 12,25 €/kg.  Sul fronte degli scambi commerciali, nel periodo gennaio-ottobre 2004 è stata osservata una crescita delle esportazioni di Pecorino Romano e Fiore Sardo pari al +5% in volume. Viceversa, si è attenuato il corrispettivo monetario pari a 215 milioni di euro (-2%) complice il calo dei prezzi all’export.

 Bovini da macello

Nuovi rincari per il comparto dei bovini. Tra i principali capi, i listini dei vitelloni Charolaise quotati presso la piazza di Mantova raggiungono i 4,14 €/kg, 5 centesimi in più rispetto alla settimana precedente. Relativamente alla piazza di Modena, dopo il non formulato della settimana precedente, i vitelloni Charolaise si portano sui 4,27 €/kg, in aumento di 8 centesimi rispetto alla settimana 3-8 febbraio.

Si delineano aumenti che per la razza Limousine e gli incroci nazionali. Crescono anche i bovini da ristallo che oltrepassano i 4,8 €/kg.  Si accentuano i rincari su base annua, con il picco del +31% registrato per i bovini da ristallo. Ancora quotazioni invariate, invece, per i listini dei vitelli a carne bianca presso entrambe le piazze.

Suini

Continua ad allungarsi la striscia di ribassi per il comparto dei suini. In particolare, per la categoria 160-176 kg la Cun di settore ha formulato un prezzo medio di 1,821 €/kg, in calo di 3,4 centesimi rispetto alla scorsa seduta. Incremento lievemente meno marcato per il circuito conenzionale, con il prezzo attestato su 1,641 €/kg.  Si riduce, pertanto, il divario a favore dei capi DOP di peso 160-176 kg che scende a 0,180 €/kg, valore scavalcato a ottobre del 2023.

Ancora invariati, invece, i prezzi dei tagli di carne suina fresca da macelleria. In particolare, il lombo Padova e il lombo Bologna restano agganciati ai prezzi della settimana precedente, pari rispettivamente a 3,3 €/kg e 3,2 €/kg. Nessuna variazione anche per il busto con coppa e la coppa fresca con osso.

Tra gli altri tagli continuano ad arretrare sia le cosce suine Dop che convenzionali (solo il taglio pesante), quotate rispettivamente 5,86 €/kg e 4,86 €/kg. Si arrestano, invece, i cali per la spalla fresca disossata e la pancetta fresca squadrata.