Grana Padano: «Più tutela per i prodotti Dop e Igp in gdo e al ristorante»

Il presidente del Consorzio Zaghini ha chiesto che i prodotti Dop siano «separati» dai convenzionali nella Gdo e indicati nei menu dei ristoranti

Da sinistra il direttore generale del Consorzio di tutela, Stefano Berni, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, presidente e tesoriere del Consorzio, rispettivamente Renato Zaghini e Valter Giacomelli
ll ministro dello Sviluppo economico Giorgetti ha incontrato i vertici del Cda del Consorzio di tutela del Grana Padano. Per il direttore generale del Consorzio, Berni, occorre, inoltre, «una maggiore flessibilità nell’applicazione del Pnrr».

Più tutela rispetto ai falsi prodotti Dop e al fenomeno dell’italian sounding, ma anche rispetto ai formaggi similari, liberi di circolare indisturbati e anonimi nel canale dei consumi fuori-casa. Questo il primo degli appelli lanciati oggi durante l’incontro che si è svolto tra il CdA del Consorzio di tutela del Grana Padano e il ministro allo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, nella sede consortile di Desenzano del Garda (Bs).

Il Consorzio di tutela ha chiesto anche più attenzione alle Dop messe in secondo piano nel Pnrr e più flessibilità nelle procedure relative ai finanziamenti rispetto ai quali l'ente consortile si è candidato come capofila in diversi progetti.

Risultati record del Grana Padano in due annate difficili

Come ha sottolineato il presidente del Consorzio di tutela, Renato Zaghini, il Grana Padano ha consolidato il suo primato di formaggio Dop più consumato nel mondo anche in due anni difficilissimi per gli effetti della pandemia, superando la soglia di 5,2 milioni di forme prodotte e aumentando costantemente l’export. E l’ha fatto, nonostante il perdurare di difficoltà ed ostacoli.

redditività

Pesa, inoltre, anche sul piano economico, come ha spiegato Zaghini, la drammatica situazione provocata dall’invasione dell’Ucraina, con un’emergenza umanitaria che ha già visto il Consorzio di tutela del Grana Padano confermare il suo impegno costante nella solidarietà, con un contributo di 200mila euro alla Croce rossa italiana.

Distinguere i prodotti Dop sullo scaffale

«Le imitazioni del Grana Padano, come di tutti i marchi Dop e Igp più conosciuti nel mondo, sono una piaga antica, che supera in valore sui mercati esteri quello dei prodotti autentici – ha sottolineato Zaghini. Aumenta, quindi, l’esigenza di una maggior tutela e di una decisa difesa non solo dalle contraffazioni, ma soprattutto dalle evocazioni e dalle imitazioni ingannevoli che in Italia e nel mondo sottraggono rilevanti spazi di mercato ai prodotti a Indicazione geografica».

Indicare l’origine dei prodotti nei menu

Se al di fuori dell’Ue vanno cercati accordi bilaterali con i paesi dove più forte è l’export, sul mercato italiano si deve estendere la tracciabilità, anche a tutela del consumatore. «Chiediamo che nella distribuzione i prodotti Dop siano separati dai similari e proposti in modo riconoscibile – ha ribadito il presidente del Consorzio – e insistiamo perché nei menù degli esercizi che offrono ristorazione siano indicati con chiarezza gli ingredienti usati in cucina con il loro marchio. Parliamo di un settore importante, poiché il 36% dei pasti è consumato fuori di casa».

Lotta all’italian sounding

Questo fenomeno dell’italian sounding è cresciuto anche attraverso Internet. «Il modo in cui Icaan attribuisce i domini - ha fatto notare Zaghini - non è pienamente compatibile col rispetto delle norme internazionalmente accettate sui diritti di proprietà intellettuale e pertanto le indicazioni geografiche risultano esposte a notevoli sfide e rischi di contraffazione e appropriazione indebita e anche Wipo, l’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale, potrebbe fare di più e di meglio per favorire un allargamento del riconoscimento e della tutela delle Indicazioni geografiche».

Ridurre il costo della burocrazia a livello Ue

Per il Consorzio di tutela del Grana Padano va, inoltre, ridotto il costo della burocrazia dell’Unione europea, che pure ha voluto nel 1996 la Denominazione d’origine protetta. «Sui procedimenti - ha continuato il presidente Zaghini - che riguardano le Dop, Bruxelles impone dei tempi quasi biblici, che vanno snelliti. I prodotti Dop e Igp rappresentano il 20% dell’intera produzione agroalimentare italiana e crediamo meritino una maggiore attenzione, perché ben più alto è il contributo che danno alla valGrana padanoorizzazione della cultura, delle tradizioni e della vitalità di un territorio, in particolare all’estero».

La mole di esportazione del Grana Padano, con un fatturato dell’export vicino al 50% del totale, insieme con quello di altri importantissimi prodotti Dop e Igp molto diffusi in tutto il mondo, la dicono lunga - ha concluso Zaghini - sull’importanza, sul prestigio e sulla visibilità che danno all’Italia intera oltre-confine».

Berni: «Più flessibilità nell'applicazione del Pnrr»

 La guerra in Ucraina, inoltre, rallenterà la ripresa e costringerà istituzioni e imprese a rivedere le prospettive di crescita e le tempistiche dei sostegni indicate nel Pnrr, come lo stesso ministro Giorgetti ha sottolineato nella recente audizione alle commissioni parlamentari.

«Il piano di ripresa e resilienza ha messo in secondo piano le Dop, ma il Consorzio di tutela del Grana Padano è comunque capofila di 4 progetti con 60 aziende consorziate coinvolte e 185 milioni di interventi previsti – ha aggiunto il direttore generale, del Consorzio, Stefano Berni –. Condividiamo, quindi, l’indicazione del ministro sull’esigenza di introdurre flessibilità nell’applicazione del Pnrr».

Grana Padano: «Più tutela per i prodotti Dop e Igp in gdo e al ristorante» - Ultima modifica: 2022-03-11T20:22:55+01:00 da Francesca Baccino

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