Martino Cassandro: utili per tutti gli allevatori le iniziative di Fedana

iniziative Fedana
Martino Cassandro, docente all’Università di Padova, è il direttore tecnico di Fedana
L’azione della Federazione deve essere interpretata anche dal punto di vista dei servizi che offre alla collettività. Ecco quali

La Federazione delle Associazioni nazionali di razza e specie (FedANA) è una federazione di associazioni allevatori che ha lo scopo di colmare un vuoto organizzativo creatosi con l’adozione del D.Lgs 52/2018. Infatti, il coordinamento delle Ana (associazioni nazionali allevatori) viene considerata una necessità da parte di tutte le Ana associate e anche delle pochissime che non lo sono ancora.

L’utilità per i soci di Fedana è di rafforzare i rapporti  di collaborazione tra essi, tutelare gli interessi comuni e stabilire con l’altro asset associativo allevatoriale nazionale, ovvero quello composto dalle Ara e Aia una sinergia ed attività comuni su aspetti tecnici, informatici, amministrativi-contabili e divulgativi, per tutti i comparti produttivi.
Sull’Informatore Zootecnico, nei numeri  9.2022 del 20 maggio  e 10.2022 del 31 maggio, sono stati già presentati i compiti, la dimensione, le attività avviate e l’organizzazione operativa di Fedana.


Le opportunità di Fedana sono anche quelle di definire strategie generali sulle attività tecniche e gestionali oltre che di intelligence zootecnica nazionale dopo il cambiamento indotto dal D. Lgs 52/2018 che ha fatto seguito al regolamento europeo n. 1012/2016.
Fedana ha quindi il compito di coordinare e promuovere le numerose attività tra le varie ANA, spesso occupate a gestire una routine ed una quotidianità fatta di una miriade di richieste e necessità che le 44.668 aziende zootecniche socie delle 19 Ana, che allevano 8 diverse  specie animali (bovini, bufalini, suini, ovini, caprini, equini, asini, cunicoli), con oltre 100 razze allevate, conservate e selezionate, per un totale di oltre 2,2 milioni di capi vivi allevati  in Italia ed iscritti ai libri genealogici ufficiali di razza, richiedono ogni giorno.

Utilità collettiva

I compiti della Fedana, tuttavia, si stanno evolvendo rapidamente e oggi possiamo descriverne uno molto rilevante ed attuale, ovvero quello di svolgere un compito di utilità collettiva non solo per i propri associati ma per l’intero comparto zootecnico ed agricolo. E, sbilanciandoci, anche un compito di utilità sociale.

Fedana ha attivato un progetto di utilità collettiva sull’artificial-food e le relative fake news, ovvero sul cibo sintetico, un progetto divulgativo e formativo che affronta le problematiche sociali emergenti sull’alimentazione e individua alcune soluzioni come sintetizzate nella tabella.

Soluzioni a problematiche sociali emergenti

Le proteine. Le indicazioni sui limiti di fornitura discutono molto sulla necessità di produrre una quantità di proteine sufficiente a sfamare il mondo, sempre più in crescita, a fronte delle limitazioni dell'offerta e dell'aumento della domanda.

Tuttavia, è dimostrato dai dati che non esiste un "gap proteico" in termini di offerta globale rispetto al fabbisogno nutrizionale della popolazione mondiale, ciò che limita la fornitura in alcune aree del mondo e determina varie carenze alimentari sono la povertà e lo scarso accesso al cibo. Un'attenzione sproporzionata per le proteine è oggi visibile anche nella copertura mediatica dei sistemi alimentari, nell'emergere di aziende "proteiche", nella commercializzazione di un numero sempre maggiore di alimenti "ad alto contenuto proteico" per gli acquirenti e nelle diete specialistiche ad alto contenuto proteico.

Sebbene lo facciano indirettamente e talvolta involontariamente, gli appelli a una "transizione proteica" tendono a rafforzare un approccio proteocentrico ai problemi del sistema alimentare che in realtà nascondono le reali motivazioni di uno squilibrio distributivo e di equo accesso al cibo di tutta la popolazione umana.

La salute. Le indicazioni sull'impatto sulla salute degli alimenti di origine animale sono stati recentemente chiariti e si basano su un ampio numero di prove che hanno chiarito i rischi di malattie croniche al consumo non direttamente di carne rossa bensì di quella processata e lavorata. Ciò vale anche sui formaggi classici rispetto a quelli processati ed industrializzati (es. formaggini, sottilette, ecc.).

Le affermazioni denigratorie sui prodotti di origine animale naturali come la classica bistecca o un formaggio ottenuto da latte e caglio naturale sono spesso accompagnate da raccomandazioni dietetiche per ridurre o eliminare il consumo di prodotti animali a favore della promozione di diete vegane e vegetariane.

Nel frattempo, viene regolarmente trascurato il fatto che la carne (rossa) è un'importante fonte di micronutrienti e di proteine biodisponibili di alta qualità per molte popolazioni del mondo, come pure latte, formaggi e lattici sono fonti naturali di iodio, calcio biodisponible e di acidi grassi oltre che vitamine del gruppo B indispensabili per la salute umana. Inoltre, spesso manca una visione olistica di come i prodotti animali interagiscono con la salute umana: un’interazione superiore a quella dei cibi sintetici e/o di laboratorio.

La sostenibilità. Le indicazioni sugli impatti sulla sostenibilità riportano che numerosi studi hanno individuato nella produzione zootecnica uno dei principali fattori globali del cambiamento climatico, del degrado del territorio e della perdita di biodiversità, inducendo molti attori a mettere in discussione la sua compatibilità con la transizione verso la sostenibilità.

Tuttavia, le affermazioni in questo ambito si basano spesso su approcci semplicistici che non riescono a cogliere la complessità delle interazioni tra allevamento ed ecosistema o a tenere conto delle enormi differenze tra sistemi zootecnici industriali e agroecologici e tra regioni del mondo. Concentrarsi solo su metriche ristrette come proteine/GHG ignora altri aspetti cruciali e interconnessi della sostenibilità (ad esempio, biodiversità, efficienza delle risorse, economia circolare). Inoltre, non tiene conto del ruolo multifunzionale che il bestiame svolge in molte comunità agricole e dei numerosi contesti in cui può essere paragonato positivamente a usi del suolo e attività economiche alternative.

Le valutazioni del ciclo di vita (Lca) consentono di cogliere gli impatti in modo più olistico, ma i confini e le metodologie rimangono da migliorare. Infine, la sensoristica in allevamento e la selezione animale rappresentano due “armi” strategiche importanti per ridurre gli impatti ambientali e la sostenibilità delle produzioni animali.

Martino Cassandro: utili per tutti gli allevatori le iniziative di Fedana - Ultima modifica: 2022-10-24T12:44:26+02:00 da Lucia Berti

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