E a Bonifiche Ferraresi 4.500 bovini da carne

Bonifiche Ferraresi
Mega-allevamento a Jolanda di Savoia (Fe). Grandi dimensioni per l’allevamento di bovini da carne di questa altrettanto grande azienda agricola. «Il nostro metodo si basa sul benessere animale, sulla sicurezza e sulla sostenibilità economica e ambientale: ampi spazi per i capi nei box, controlli sanitari, riutilizzo del letame come fertilizzante»

Dieci strutture distribuite su 33.000 metri quadrati di superficie in provincia di Ferrara, che possono ospitare fino a 4.500 capi bovini. Un’alimentazione in gran parte composta da prodotti coltivati in azienda (sono dedicati all’allevamento 1.700 degli ettari del polo agricolo di Jolanda di Savoia, che in totale sono 5.000).
Un ciclo quasi chiuso che prevede il riutilizzo del letame dei bovini come fertilizzante per i campi. E poi la tecnologia: utile per aumentare il benessere animale, garantire la sicurezza e la salubrità della carne prodotta, per il contenimento dei costi di produzione e la riduzione dell’impatto ambientale.
È la stalla di Bonifiche Ferraresi, la più grande azienda agricola d’Italia, stalla realizzata in collaborazione con Assocarni e inaugurata nell’ottobre del 2017 per dare vita a una filiera della carne italiana con il gruppo Cremonini-Inalca, che si occupa della macellazione e della trasformazione della materia prima.
Per soddisfare la domanda crescente, presto sarà inaugurata una struttura da ingrasso e da condizionamento da 1.200 capi a Marrubbiu, in Sardegna.

Un esempio di zootecnia all’avanguardia

Il sito emiliano vuole essere un esempio di zootecnia all’avanguardia, per contribuire con il proprio metodo d’allevamento a restituire alla “carne rossa” quella reputazione che negli ultimi anni è stata messa in discussione anche con colpi proibiti, portando a una significativa riduzione dei consumi da parte degli italiani e alla chiusura di molte stalle. Un sistema che cerca di coniugare tradizione e innovazione, per garantire l’elevata qualità alimentare del made in Italy in un contesto di filiera industriale.

Bonifiche Ferraresi
Spiega Claudio Pennucci (nella foto), il direttore agronomico e zootecnico di Bonifiche Ferraresi: «Tutto il nostro metodo di allevamento si basa sul benessere animale, sulla sicurezza e sulla sostenibilità economica e ambientale, dagli ampi spazi per i capi nei box, ai controlli sanitari, fino al riutilizzo del letame come fertilizzante». Infatti, il pavimento della stalla non è il tipico grigliato ma una soletta di cemento con paglia, quindi tutto lo stallatico prodotto è raccolto e riutilizzato ogni 4 o 5 mesi come fertilizzante. In questo modo la stalla assume una funzione strutturale per tutta l’azienda agricola e contribuisce a sviluppare un’economia circolare.
A Jolanda di Savoia si allevano vitelloni e manzi provenienti dalla Francia. «Devono avere un passaporto fitosanitario immacolato – sottolinea Pennucci – l’animale deve stare bene. Importante è anche il peso. Se è superiore a una certa soglia significa che sono già abituati a un certo tipo di alimentazione ed è più difficile che si adattino alla nostra dieta».
Quando arrivano, gli animali hanno circa 8-10 mesi di vita e pesano circa 400-450 kg. Il ciclo di crescita dura sei mesi e li porta a un peso medio di 750 kg. «Il numero di bovini presenti oscilla tra 4.300 e 4.500 – precisa Pennucci – in base al rapporto tra maschi e femmine, proprio per garantire sempre uno spazio sufficiente all’interno dei box. Quando il rapporto è di 80% maschi e 20% femmine ci sono 4.300 capi, quando le femmine arrivano al 35-40% si sale a 4.500: perché i maschi adulti hanno dimensioni maggiori rispetto alle femmine».

L’85% degli alimenti è prodotto in azienda

La razione alimentare è composta da alimenti prodotti all’interno dell’azienda agricola per circa l’85%. Non si può parlare di “km zero”, ma poco ci manca.

Bonifiche Ferraresi
Si va da un pastone composto da farine di estrazione di soia all’insilato di mais. «Fino a qualche anno fa impiegavano anche l’orzo – racconta Pennucci – ma l’abbiamo eliminato dato che soprattutto nei mesi più caldi creava problemi di meteorismo negli animali. Il girasole, invece, è stato ridotto per abbassare la quantità di grassi presenti nella carne. A seconda delle esigenze e della fase di crescita aggiungiamo fieno e integratori proteici. Stiamo lavorando per diminuire la quantità di insilato e aumentare il pastone».

Ventilazione, tendoni doppi abbeveratoi

Le stalle sono state costruite per ridurre al minimo lo stress degli animali e rispettano i dettami ufficiali per il benessere animale.
Il layout prevede che tutti i capi possano mangiare contemporaneamente.
Ci sono doppi abbeveratoi condivisi tra i box e un sistema di ventilazione dotato di rilevatori termici che si attiva in automatico quando la temperatura raggiunge i 30 °C per abbassarla a 26-27 °C. Inoltre, dei tendoni riducono l’irraggiamento solare ed eventualmente l’eccesso di vento, che, come per gli umani, può far ammalare gli animali e obbligare alla somministrazione di farmaci.
Una serie di sensori informa gli addetti alla stalla sulle temperature all’interno dei singoli box e sullo stato sanitario e fitosanitario degli animali.


Zootecnia, su del 10% il valore della produzione

Approvata nelle scorse settimane la semestrale finanziaria al 30 giugno 2020 di Bonifiche Ferra resi. Il valore della produzione è stato di 46,3 milioni (in linea con il primo semestre 2019). L’Ebitda si è attestato a 4,7 milioni (+ 9%). Il risultato netto è stato di 1,8 milioni (rispetto ai 100mila euro dello stesso periodo di un anno fa).

Bonifiche Ferraresi
Per quanto riguarda in particolare il settore zootecnico, il maggior numero di capi in stalla al 30 giugno 2020 rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno ha determinato un incremento del valore della produzione del 10%, che però non si è riflesso in un aumento della marginalità a causa dello slittamento, rilevato alla fine del primo semestre 2020, nel ritiro dei capi (decremento dell’Ebitda margin pari all’1%).

E a Bonifiche Ferraresi 4.500 bovini da carne - Ultima modifica: 2020-10-20T12:24:24+02:00 da Simone Martarello

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