Puntare alla qualità e all’eccellenza delle produzioni lattiero-casearie ha ormai una strada obbligata, quella del benessere animale, strategica per le aziende e sempre più apprezzata dai consumatori. Una strada che la latteria Plac (Produttori Latte Associati Cremona) ha intrapreso con determinazione ed entusiasmo portando avanti sperimentazioni e progetti pilota. Ne parliamo con il presidente Cesare Baldrighi.
“La nostra cooperativa è attualmente impegnata su due fronti: fornire la migliore assistenza ai propri associati e allargare il mercato fuori dai confini nazionali. Le due cose fra di loro si coniugano perché quando ci si presenta ad una clientela internazionale sempre più esigente e raffinata, è necessario supportare il prestigio dei propri prodotti con dati di fatto concreti. E attualmente gli elementi distintivi e imprescindibili per un’azienda, quelli sui quali davvero si può fare la differenza, sono tutti i vari aspetti legati alla sostenibilità, ai quali oggi i consumatori riservano una forte attenzione.
Ora, per poter presentarsi ai clienti con prodotti che presentano questo valore aggiunto, è necessario che ci sia da un lato uno sforzo e una disponibilità da parte dei soci e dall’altro, un impegno da parte della cooperativa a supportarli e a metterli in condizione di realizzare obiettivi così ambiziosi”.
Entriamo nel merito di questi vostri progetti sulla sostenibilità. Da dove siete partiti?
“Il primo passaggio che abbiamo fatto è stato quello di valutare e certificare tutte le nostre stalle sul benessere animale da un ente terzo, che per noi è stato il Csqa. Adesso possiamo “spendere” una certificazione sul benessere animale che è stata conseguita nel corso dell’anno da tutte le nostre 84 aziende associate. Abbiamo in programma anche di adattare il packaging dei prodotti per poter stampare la certificazione in etichetta”.
Quanto è alto il coinvolgimento delle vostre associate in questi progetti?
“Direi molto alto. Certo, come ogni innovazione è fondamentale raccontare e spiegare bene ai nostri soci la valenza di certi obiettivi, che vanno nell’ottica della sostenibilità e del rispetto ambientale, ma si traducono anche in un ‘plus valoriale’ che si accompagna ai prodotti che commercializziamo.
L’implementazione del rapporto tra l’associato e la cooperativa, anche con adempimenti che sono a carico del socio, è funzionale a supportare con elementi concreti la qualità dei prodotto: e questo è un messaggio che i nostri soci hanno ben compreso. Si tratta di innovazioni che partono dal lavoro in stalla e ci consentono di essere molto apprezzati in particolare sui mercati internazionali, ma anche in quelli domestici che stanno diventando particolarmente sensibili sui temi del benessere animale”.
Quali altri progetti avete messo in campo?
“Quello della sostenibilità è un percorso ampio e articolato, che abbiamo iniziato con determinazione e che certo non si arresta al primo step. Oltre alla certificazione sul benessere animale, la Plac ha di fatti aderito anche ad un progetto dell’Istituto zooprofilattico di Brescia, sostenuto dal Ministero dell’Agricoltura, per la messa in campo concreta del ClassyFarm. Si tratta del controllo di almeno quattro aree dell’attività zootecnica:
a) il benessere animale;
b) la biosicurezza, ovvero tutti i gli adempimenti che l’allevatore deve assumere in casa propria per evitare che si sviluppino malattie di carattere infettivo (precauzioni per gli animali, per le persone e i mezzi che si muovono nella stalla, ecc.);
c) l’uso dell’antibiotico;
d) la verifica dell’antibiotico-resistenza, che viene fatta in maniera analitica, ovvero vengono presi dei campioni di latte per sottoporli ad analisi, con l’obiettivo di verificare se si sono sviluppate antibiotiche-resistenze verso alcune molecole”.
I tempi?
“Lo schema del ClassyFarm, governato dal ministero della Salute in accordo con il ministero delle Politiche agricole, entro un paio di anni diventerà obbligatorio. Noi abbiamo aderito insieme ad altre cooperative ad una sperimentazione pilota della durata di due anni che coinvolge 300 stalle in tutta Italia, di cui 150 nella sola Lombardia, per mettere in campo e testare tutti questi adempimenti. Avendo noi il vantaggio di avere stalle operative su tre province, Cremona, Brescia e Mantova, i dati che porteremo a sintesi saranno ancora più significativi per via della loro estensione”.
Quanto incidono sui costi la certificazione sul benessere animale e tutte le altre innovazioni che state introducendo nelle stalle?
“Non è possibile dare una risposta univoca poiché non si possono fare discorsi generalizzati. Dipende molto dalle singole stalle: alcune hanno avuto punteggi molto alti già ad una prima valutazione, altre invece hanno dovuto fare dei piccoli investimenti, anche se si tratta ad ogni modo di costi contenuti”.
Come va la raccolta del latte della Plac?
“La produzione di quest’anno supererà le 155.000 tonnellate. Abbiamo avuto negli ultimi tre anni un trend alquanto costante delle consegne. All’interno del Consorzio di Grana Padano siamo il quarto produttore con 200mila forme divise in due stabilimenti e i terzi produttori di Provolone Valpadana, dopo Latteria Soresina e Auricchio. La dimensione media delle aziende socie è di 150-200 vacche, con una produzione 50 quintali di latte al giorno. Alcune stalle hanno 600 vacche, altre 20. Tutte stalle nella stretta bassa pianura lombarda, con conferimento esclusivo ed obbligatorio”.
E la remunerazione dei soci?
“Il pagamento dei nostri soci avviene com’è noto in due tranche. Nel corso della nostra assemblea di bilancio nell’ultima settimana di marzo, stabiliamo il prezzo, che è il risultato della gestione dell’anno precedente. Paghiamo un acconto che è circa il 50% del latte, che viene riconosciuto il mese successivo alla consegna, poi in sede di bilancio si stabilisce qual è il saldo, che viene distribuito nelle 12 rate successive.
Quindi l’allevatore riceve ogni mese due rate in fattura, una di acconto, l’altra di saldo. Da quest’anno abbiamo approvato nell’ultima assemblea un regolamento latte-qualità che introduce anche il parametro sul benessere animale, credo sia quasi un’esclusiva del caseificio. Sono previste quattro fasce, una penalità molto severa per chi sta sotto il parametro della sufficienza, una penalità modesta per chi sta poco sopra il limite, un premio per chi ha un valore buono e un premio più alto per chi sta sopra i valori”.
Presidente, lei è alla guida della Plac da diversi anni. Come ha vista crescere la cooperativa e dove la vede proiettata in futuro?
“Quando sono arrivata alla Plac circa trenta anni fa, i soci erano il doppio e il latte era la metà. Addirittura a fine anni 60, mi raccontavano che la Plac aveva più di 400 soci, con stalle piccolissime, di sole cinque vacche, e il latte era un quarto di quello di oggi. Poi dagli anni ‘80 in poi c’è stata una rivoluzione nell’allevamento, una progressiva razionalizzazione, negli anni 70 le stalle di 100 vacche si contavano su una mano, adesso con 100 vacche si rischia di chiudere”.
E nei prossimi anni?
“Per il futuro credo che continuare a dare compimento alla nostra mission, garantire e accrescere il reddito dei nostri soci, debba restare il nostro faro. Stiamo facendo scelte premianti, come quella del benessere animale, e sono felice che i nostri soci ci seguano convinti in tutte le innovazioni importanti che abbiamo introdotto. E quando i prodotti hanno successo sul mercato, il ritorno economico agli allevatori è garantito”.
Fin qui il presidente Cesare Baldrighi. Abbiamo poi chiesto a Giovanni Guarneri, consigliere delegato, come il mercato premi questa strategia.
“Va detto in primo luogo che abbiamo sviluppato negli ultimi due anni una politica di marca rivoluzionaria rispetto al passato: pur se abbiamo mantenuto il nome della società, Plac, Produttori di Latte Associati Cremona, abbiamo deciso di cambiare il nostro nome nella parte commerciale, poiché l’acronimo Plac era poco spendibile e anche non facilmente comprensibile. Adesso il nostro brand è diventato Fattorie Cremona, abbiamo rifatto il marchio, l’immagine e il packaging di tutte le nostre confezioni di provolone e Grana”.
Cosa può dirci sul fatturato 2019?
“Il fatturato 2019 si proietta su una cifra superiore ai 100 milioni di euro, con un incremento del 10% rispetto allo scorso anno. La quota di fatturato export è pari al 15%: da qualche anno ci siamo rafforzati sulla divisione estero e già registriamo un buon dinamismo sui mercati internazionali. In testa alle nostre esportazioni ci sono Spagna, Grecia, Corea, Germania e Stati uniti, dove vanno bene sia le vendite del grana padano che del provolone. Abbiamo una categoria premium di provolone, il Sigillo rosso 1933, con caratteristiche qualitative di stagionatura particolari, che oggi vale il 10% della nostra produzione e si colloca sul mercato con un premium price interessante”.l
La scheda della cooperativa
Denominazione: Produttori Latte Associati Cremona (Plac) soc. coop. agric. a mutualità permanente.
Marchio commerciale: Fattorie Cremona.
Anno di fondazione: 1933
Stabilimenti: La sede principale è a Persico Dosimo (Cr), dove si trova lo stabilimento più grande. Ci sono poi altri tre stabilimenti: due stabilimenti satelliti: uno in provincia di Mantova a Viadana, specializzato nella produzione di Grana Padano, e uno a Cremona dove si producono preconfezionati e grattugiati. Nel 2018 si è aggiunto anche un centro di confezionamento in provincia di Parma, per il confezionamento del Parmigiano Reggiano, necessario ad avere una certa completezza di gamma.
Base associativa: 84 aziende zootec-niche che operano in tre province, Cremona, Brescia e Mantova.
Raccolta di latte: circa 155mila tonnellate.
Fatturato: 100 milioni di euro.
Presidente: Cesare Baldrighi.
Vicepresidente: Gianpietro Bozzoni.
Consigliere delegato: Giovanni Guarneri.
Direttore generale: Luciano Negri.
Sito internet: www.fattoriecremona.it