Contro le aflatossine il progetto Afla1Milk

aflatossine
Additivi per l’insilamento e ottimizzazione della funzionalità del rumine per attenuare i rischi di trasferimento di aflatossine nel latte. Su queste nuove possibilità è in corso un progetto di ricerca finanziato dal Mipaaf. Vi lavorano le Università di Udine e di Piacenza

Le annate in cui le condizioni meteoriche sono tali da favorire un forte sviluppo delle micotossine in campo, e conseguentemente nelle partite di alimenti zootecnici, si ripetono con frequenza sempre maggiore. Gli anni 2003, 2007, 2011 e 2015 sono stati infatti caratterizzati da alte temperature e bassa piovosità, condizioni climatiche che hanno portato ad un alto rischio di contaminazione della pianta di mais da parte di aflatossine. Altro problema: i trattamenti di inattivazione post raccolta attraverso metodi fisici e chimici sono spesso poco efficaci, piuttosto costosi e non compatibili con le produzioni biologiche.
C’è da considerare però che sia i silos dei foraggi sia il rumine delle bovine da latte sono ambienti microbiologicamente molto “ricchi e attivi” e che l’azione detossificante delle micotossine da parte di molte specie microbiche è nota e dimostrata. La bibliografia scientifica internazionale ha riportato che orientare favorevolmente le fermentazioni durante l’insilamento e a livello ruminale può rappresentare una strategia nutrizionale per ridurre i rischi di carry over nel latte a seguito della somministrazione di alimenti contaminati da aflatossine, anche se al di sotto dei livelli di tossicità.
Per tali ragioni, stanno assumendo crescente interesse l’aggiunta di additivi per l’insilamento con proprietà protettive nei confronti delle micotossine e gli approcci nutrizionali in grado di aumentare l’azione detossificante ruminale. Ad ogni modo, i risultati di diversi studi spesso risultano contraddittori e poco ripetibili fra diverse prove.
Ora, il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha finanziato a due gruppi di nutrizionisti dell’area animale delle Università di Udine e del Sacro Cuore di Piacenza un progetto (Progetto Afla1Milk - Progetti di ricerca fondo latte - D.M. N. 27443 del 25/09/2018) su queste tematiche finalizzate alla sicurezza alimentare del latte.

I compiti di Piacenza e di Udine

Il piano di attività prevede che il gruppo di Piacenza operi su campi sperimentali di mais appositamente inoculati con Aspergillus in modo da ottenere insilati di mais contaminati. Alla raccolta il prodotto fresco viene insilato con la tecnica dei minisilos, che consiste nel realizzare quantitativi di insilati di ridotte dimensioni (quantitativi di 13-15 kg di prodotto fresco in vasi di 20 L) che possono essere sottoposti ai diversi trattamenti di insilamento (diversa compressione, umidità, durata di insilamento oppure essere aggiunti di additivi per l’insilamento o microrganismi diversi).
Tra gli additivi saranno utilizzati dei preparati commerciali prevalentemente a base di lattobacilli (reperiti grazie alla collaborazione con ditte internazionali specializzate nel settore) oppure anche lattobacilli da colture pure (ad es. Lactobacillus rahmnosus e plantarum) e altri microorganismi che sono resi disponibili e preparati grazie alla collaborazione con il gruppo di microbiologia agraria della Università di Sassari.
Una aliquota dell’insilato contaminato sarà fornito da Piacenza al gruppo di Udine, che lo impiegherà come substrato in processi di fermentazione ruminale in vitro utilizzando fermentatori di diversa tipologia (del tipo batch con fermentazioni brevi di 24-48 h oppure in fermentatori continui con durate di circa 10-12 giorni). Ai fermentatori verranno aggiunti gli additivi più promettenti usati nella fase di insilamento oppure verranno cambiate le condizioni di fermentazione (ad es. utilizzo di condizioni di pH diversificate, o rapporti foraggi:concentrati diversi) e verrà valutato il grado di scomparsa della aflatossina.

Metodologie alternative

Il progetto infine utilizzerà metodologie sperimentali alternative a quelle di tipo aziendale o in vivo, che richiederebbero studi costosi (preparazione trincee, impiego di animali con cannula ruminale), rischiosi per gli animali (stoccaggio in azienda e somministrazione di alimenti degenerati con perdite economiche per gli allevatori, prove di alimentazione con alimenti contaminati) ed eticamente non ben accettati dalla collettività.
L’innovatività del progetto deriva anche dall’impiego di tecniche di indagine accettate dalla comunità scientifica che consentono di ampliare la capacità d’indagine degli esperimenti, come la tecnica dei minisilos e dei fermentatori ruminali, e che non richiedono l’impiego di animali nella sperimentazione.


Vantaggi economici, sociali e sul fronte del benessere animale

- I risultati del progetto avranno un positivo impatto economico in quanto, anche in annate a forte rischio di contaminazione di materie prime e foraggi da aflatossine o da altre micotossine riscontrabili negli insilati, andranno nella direzione di un utilizzo più sicuro delle derrate vegetali prodotte in azienda senza costringere gli allevatori all’acquisto fuori azienda.
- Inoltre, si prefigura anche un significativo risultato di valenza sociale in quanto si propone di contribuire all’azzeramento del carry over delle aflatossine nel latte e quindi di incrementare la sicurezza alimentare della collettività nei riguardi dei prodotti lattiero caseari.
- Infine non può essere trascurato il risultato collegabile al benessere degli animali in quanto le aflatossine sono, in primis, un agente tossigeno per le bovine.

Contro le aflatossine il progetto Afla1Milk - Ultima modifica: 2020-09-25T09:56:57+02:00 da Lucia Berti

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