Incontriamo Francisco Rodriguez, medico veterinario, allevatore e robotic business director per Delaval Nord America. La sua carriera è stata fulminea: dalla Colombia, dove si è laureato in Medicina Veterinaria e ha conseguito il titolo di Strategic Marketing Management Specialist, comincia a lavorare per la grande multinazionale prima per il Sud America e poi coprendo tutto il territorio del Nord America. Francisco Rodriguez, inoltre, discende da una famiglia di allevatori e ad oggi ne rappresenta la quinta generazione.
Grazie alla sua attitudine e dedizione per l’allevamento è riuscito a far evolvere tale attività in quella che oggi è denominata Colganados RV, un’azienda dedita non solo all’allevamento ma soprattutto alla genetica e ai programmi di accoppiamento con la migliore genetica per bovine Holstein.
Chiamato a rappresentare la sua azienda e a condividere la sua profonda esperienza nei più importanti convegni di settore e con all’attivo numerose interviste e pubblicazioni, Rodriguez è sempre in giro ad incontrare allevatori e visitare aziende per promulgare l’importanza e la necessità di automazione negli allevamenti.
Questa è proprio la domanda da un milione di dollari! Dal punto di vista dell’adozione di tale tecnologia, è fondamentale raggiungere il 15-20% della penetrazione del mercato. Abbiamo ancora un grosso compito da svolgere, nonostante la crescita accelerata e l’attenzione che ha richiamato l’automazione negli ultimi dieci anni oggi negli Stati Uniti la penetrazione nel mercato della mungitura robotizzata è inferiore al 3%, quindi c’è ancora un divario di circa il 13% dal diventare una tecnologia pienamente adottata e diffusa. Il tasso di crescita annuale degli ultimi 8 anni aveva registrato un’accelerazione e vedeva raddoppiati gli obiettivi di vendita, ma in questi ultimi due anni in cui l’economia dell’industria lattiero-casearia ha iniziato a soffrire c’è stato un impatto diretto sugli investimenti e di conseguenza ha influenzato la crescita che è sicuramente scesa e ha subito un rallentamento. Attualmente, i produttori di latte sono sotto pressione, i prezzi del latte sono bassi, non c’è lavoro e ovviamente c’è bisogno della tecnologia. Tuttavia prevediamo che non appena l’economia del latte si ristabilizzerà, ci sarà un boom enorme.
Ad oggi quali sono secondo lei le principali attrattive per un allevatore che lo spingono a passare dalla mungitura convenzionale a quella robotizzata? E come si capisce se effettivamente l’allevatore è pronto ad un salto del genere?
I driver principali sono cinque:
- Lavoro: inteso come carico di lavoro e costo del lavoro sempre maggiori che spingono a scegliere l’automazione.
Nuove generazioni: puntano al miglioramento della qualità della loro vita pur lavorando nel settore agricolo e a massimizzare l’utilizzo della tecnologia per ottimizzare i processi produttivi.
- Risultati sull’animale: è ormai provato che la mungitura robotizzata garantisce migliori performance dell’animale rispetto alla mungitura convenzionale con un aumento del 10-30% della produzione di latte.
- Finanziamenti: ad oggi, a differenza di quanto accadeva in passato, i finanziamenti pubblici per sostenere i grossi allevamenti sono drasticamente in calo o addirittura non vengono più erogati. Ciò spinge gli allevatori a massimizzare le produzioni tenendo però sotto controllo il numero di capi.
- Richiesta dei consumatori: rivolta alla sostenibilità, sicurezza alimentare e benessere degli animali.
Quali sono gli obiettivi che dovrebbero essere raggiunti con l’introduzione in un’azienda di un sistema di mungitura robotizzato?
Ogni allevamento si propone obiettivi diversi a seconda delle realtà in cui si trova. Si tratta, quindi, di definire aspettative e obiettivi specifici caso per caso. Oggi i robot moderni sono in grado di arrivare a un numero di mungiture al giorno compreso tra 180 e 220. In caso di animali al pascolo, a seconda del pascolo stesso, della produzione di latte medio-bassa e della doppia mungitura giornaliera, è possibile mungere 100 bovine per robot. In caso invece di stabulazione libera degli animali, produzioni di latte elevate e di tre mungiture giornaliere in media, un robot è in grado di mungere 60-70 animali. Le aziende agricole con le migliori prestazioni raccolgono tra 6.000 e 7.000 libbre per robot al giorno, anche se le medie si aggirano intorno alle 4.000-5.000 libbre al giorno. Per poter ottimizzare la produzione giornaliera è importante monitorare e limitare le mungiture incomplete e favorire la qualità del latte con una buona conta delle cellule batteriologiche e somatiche.
Dall’introduzione dei primi robot di mungitura negli anni ’90 a oggi si è assistito a un significativo miglioramento delle prestazioni e della tecnologia montata a bordo. Quali sono stati i principali miglioramenti che hanno permesso un salto di qualità rispetto ai primi robot introdotti sul mercato?
Ritengo che capacità e robustezza siano i maggiori vantaggi. Ricordo ancora nel 2011 quando la capacità per robot si attestava intorno ai 50 animali con una produzione di latte di 80 libbre per bovina e 4.000 libbre per robot. Questo era ritenuto un gran risultato e un obiettivo da perseguire nelle varie realtà aziendali in cui si installavano i robot. Oggi abbiamo aziende che producono in media oltre 100 libbre di latte per bovina al giorno, una capacità di 70 animali munti per robot e producendo 7000 libbre di latte al giorno per singolo robot di mungitura. Inoltre, la quantità di allarmi, guasti e costi di manutenzione è notevolmente diminuita nel corso degli anni, cosa cruciale per la massificazione della tecnologia, specialmente nelle grandi mandrie.
Dal suo punto di vista qual è il modo migliore per gestire l’introduzione e l’utilizzo dell’automazione nei vari processi che caratterizzano un’azienda da latte? Ad oggi non è solo l’aspetto della mungitura ad essere automatizzato, ma anche l’alimentazione, la rilevazione della qualità del latte, la rilevazione della condizione corporea degli animali. Ciò comporta la necessità di essere preparati e saper gestire la massiccia mole di dati e informazioni ma anche device stessi interconnessi tra loro. Secondo lei come si può gestire correttamente e proficuamente queste interazioni?
Personalmente suggerirei di mantenere la semplicità nella gestione, tanto più quanto è maggiore è la tecnologia che si utilizza:
- Scegli gli indicatori chiave di prestazione che contano di più. Non più di cinque e lavora su e con quelli. Se necessario, vai più in profondità, ma non essere sommerso da numeri irrilevanti.
- Richiedi contratti di manutenzione preventiva ai tuoi fornitori e richiedi tariffe annuale per questi tipi di contratto. Ciò ti consentirà di controllare e preventivare i tuoi costi derivanti dall’introduzione della tecnologia in allevamento, oltre che aver garantito un servizio di assistenza continuo e costante.
- Valuta la qualità della tecnologia, non tutti i gadget sono accurati, non tutti sono necessari.
Cosa dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro?
I robot di mungitura continueranno la loro espansione e diffusione sul mercato, sia che si tratti di robot monopostazione che di giostre robotizzate. Senza dubbio, quindi, il futuro è la robotica e le persone sono pronte a lavorare in modo più intelligente piuttosto che più duro. Le nuove generazioni sono guidate da grandi aziende o dallo stile di vita agricolo con una grande qualità della vita. Si tratta solo di far funzionare la tecnologia e raggiungere le aspettative personali e aziendali.