La forte impennata del costo dei mangimi sta mettendo in gravi difficoltà l'avicoltura dell’Emilia Romagna dove si contano 202 allevamenti di cui oltre la metà specializzati nella produzione di uova da consumo.
Lo ha segnalato Coldiretti Forlì-Cesena sulla base dell’indagine Ismea su costi e consumi in avicoltura. «Il settore è tra i più duramente colpiti dai rincari dove il 60% dei costi di produzione è rappresentata dai mangimi con aumenti medi dei costi correnti del 53% se consideriamo i principali fattori produttivi – analizza Massimiliano Bernabini, presidente di Coldiretti Forlì-Cesena –. L’avicoltura è un comparto in forte espansione nella nostra regione, anche in virtù di un costante aumento della domanda da parte dei consumatori, che contribuisce all’autosufficienza nazionale della produzione di carni e uova Made in Italy».
«Lo scenario odierno, con le nostre aziende in grave affanno – ha aggiunto Bernabini – che non riescono più a sostenere i costi produttivi e sono costrette a vendere a prezzi che non garantiscono una adeguato profitto, favorisce le importazioni di carni e uova straniere da paesi che non osservano gli stessi nostri criteri di allevamento, di rispetto dell’ambiente e del lavoro rappresentando una minaccia per la nostra salute».
Aumentato del 40% il costo della razione zootecnica rispetto ad aprile 2021
La razione animale, secondo l’indagine Ismea, è la voce di costo che pesa di più sui bilanci aziendali e che sta registrando gli aumenti più significativi con un +33% nel primo trimestre di quest’anno e un ulteriore balzo del 40% ad aprile su base annua, a causa delle perduranti tensioni sui listini internazionali di mais, soia orzo.
La recente indagine di Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria), ha calcolato che le aziende del settore per il solo costo dei mangimi potranno arrivare a spendere fino a 166 mila euro con perdite medie fino a 99 mila euro per gli allevamenti di polli.