Riflettori sull’assemblea dell’Aia, opportunità e criticità per il futuro

assemblea aia luglio 2023
È stata l’occasione per analizzare le prospettive future dell’Associazione. L’assise ha ospitato anche il presidente e il segretario generale di Coldiretti

L’Assemblea generale delle organizzazioni associate all’Aia (Associazione italiana allevatori), che si è svolta a Roma, a Palazzo Rospigliosi, in seduta ordinaria il 20 luglio 2023, aveva, tra i punti all’ordine del giorno, oltre alle comunicazioni del suo presidente, Roberto Nocentini, l’approvazione del Bilancio consuntivo 2022. È stata anche l’occasione per analizzare e individuare le prospettive economico-finanziarie future dell’Associazione.

Il dibattito si è arricchito non solo con gli interventi di alcuni presidenti di associate regionali e provinciali presenti all’assise, ma anche con il contributo del presidente nazionale e del segretario generale della Coldiretti, Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo.

Il presidente dell’Aia, Nocentini, nel ringraziare gli illustri ospiti per la partecipazione, e tutta l’organizzazione della Coldiretti per il costante supporto e la vicinanza anche in momenti difficili di passaggio nella vita dell’Associazione, ha confermato il ruolo di Aia nel guidare la fase di transizione della zootecnia, inserita in un contesto europeo che non sempre mostra di operare scelte rispettose del nostro sistema di allevamento.

Un sistema virtuoso, distintivo, che pone il benessere degli animali e la tutela dell’ambiente ai primi posti, non dimenticando però la necessità di mantenere la redditività delle aziende.

Zootecnia sotto attacco la minaccia del cibo sintetico

Tutte le criticità nelle quali è costretta a operare la nostra zootecnia sono state efficacemente focalizzate nel saluto, in apertura dei lavori, del segretario generale della Coldiretti Gesmundo: «Siamo sotto attacco – ha detto tra l’altro – come mai così prima d’ora: dalle campagne d’informazione contro gli “allevamenti lager”, alle responsabilità sull’inquinamento ambientale e altro».

Gesmundo ha anche affrontato il tema dell’avanzata dei cibi sintetici: «Penso sia sotto gli occhi di tutti che è in atto una precisa operazione di sostituzione dei prodotti derivanti dall’allevamento tradizionale con quelli realizzati “in laboratorio”, grazie alla costruzione di bioreattori, come quello esistente in Danimarca.»

«Dietro queste operazioni, ci sono sempre i soliti noti: per non parlare di quello che accade in organismi internazionali, quali ad esempio l’Oms, ormai un organo politico, la cui comunicazione è curata, guarda caso, da persone legate a doppio filo con chi governa i sistemi informativi globali. Abbiamo avvertito da qualche tempo che questa è una guerra che non farà prigionieri, per cui dobbiamo stare molto attenti e difendere il nostro sistema allevatoriale con le unghie e con i denti.»

«Sul cibo sintetico – ha proseguito – ci stanno accusando di essere oscurantisti, ma in realtà noi non abbiamo fatto altro che “accendere una luce” sul tema. Il Sistema Allevatori lo stiamo sostenendo perché lo riteniamo fondante».

Il problema della fauna selvatica e il tema delle fonti rinnovabili

Le considerazioni del presidente Nocentini sono state supportate anche dalla proiezione di alcune diapositive significative sullo stato del Progetto Leo, illustrate dal direttore generale dell’Aia, Mauro Donda, che ha introdotto il dibattito dell’assemblea con i contributi dei presidenti dell’Ara (Associazione regionale allevatori) Emilia-Romagna, Maurizio Garlappi, della Fpa Trento, Giacomo Broch, dell’Ara Lombardia, Mauro Berticelli, dell’Aacm Campania e Molise, Davide Minicozzi e dell’Ara Calabria Michele Colucci.

La parte finale dell’Assemblea ha visto l’incisivo intervento del presidente nazionale della Coldiretti, Prandini, che ha esordito dicendosi orgoglioso del sistema allevatori italiano, anche «da imprenditore», sottolineando però come il sistema dell’Aia abbia bisogno di essere ancora più innovativo, senza dimenticare che la zootecnia resta il pilastro dell’agricoltura.

«La zootecnia – ha esordito Prandini – è anche il presidio del territorio, senza di essa questo viene meno. Per questo, dobbiamo essere in grado di dare risposte anche sulla gestione degli ungulati e dei grandi carnivori, dobbiamo essere i primi a marcare i problemi con concretezza e non dobbiamo perdere la poesia in ciò che facciamo. La nostra battaglia è anche contro l’ignoranza, intesa come non conoscenza del nostro settore, e contro la mancanza di consapevolezza perché alcune cose come il nostro cibo di qualità non possa essere equivalente ai surrogati sintetici».

Tra gli altri temi affrontanti da Prandini anche quello delle fonti energetiche rinnovabili, o sul fotovoltaico a terra. «In quanto produttori di energia pulita – ha detto tra l’altro – non dobbiamo accontentarci solo di coprire i costi di produzione, ma dobbiamo avere una redditività perché siamo imprenditori».

Agricoltura e zootecnia strategici anche in futuro

C’è poi il tema del confronto costante con l’Europa: il presidente Prandini ha ricordato a che punto si era arrivati nel dibattito su Pac ed ecoschemi e che cosa si è riusciti a ottenere, puntando i piedi e affermando con forza che «la zootecnia non si tocca».

Anche Prandini ha ripreso l’argomento legato ai cibi sintetici (l’Assemblea si è tenuta all’indomani di un altro importante passaggio del Ddl sulla materia in Senato), specificando che la battaglia ha un valore identitario perché per noi il cibo è un elemento culturale, diversamente da cosa succede nel resto del mondo.

Infine, Prandini ha sottolineato l’importanza dei dati messi a disposizione dal sistema Aia, perché con essi «abbiamo avuto la possibilità di demolire le cose che ci andavano contro». Il futuro, dopo il Progetto Leo, sarà pensare a nuove progettualità: «Sono convinto – ha detto con forza – che agricoltura e zootecnia saranno ancora strategici».

Pillole di Leo

Grazie alla convezione tra l’unità operativa Unitus-Dafne (Dipartimento di scienze agrarie e forestali dell’Università della Tuscia di Viterbo) e l’AM, il Centro operativo per la meteorologia (C.O.Met) è stato attivato e consolidato un File transfer protocol (FTP) tramite il quale il progetto Leo acquisisce i dati meteo previsionali di 49 stazioni sul territorio Nazionale (aggiornati ogni 24 ore).

Questi dati previsionali sono utilizzati per generare un servizio di allerta che, tramite sistemi di notifica su dispositivi mobili e fissi, forniscono agli allevatori degli strumenti utili per gestire al meglio le ondate di calore al fine di mitigare l’effetto negativo delle condizioni di stress da caldo.

Infatti, mentre con i dati climatici storici è possibile valutare quante volte gli animali sono stati sottoposti a stress da caldo, con i dati previsionali è possibile ipotizzare e creare dei sistemi di controllo per evitare che si verifichino casi di stress. Il vantaggio di predisporre delle notifiche di allerta permette all’allevatore di attuare tutti gli interventi gestionali idonei in anticipo, ottimizzando così gli interventi di climatizzazione a beneficio degli animali e del benessere economico.

Leggi tutti gli aggiornamenti del progetto Leo

Riflettori sull’assemblea dell’Aia, opportunità e criticità per il futuro - Ultima modifica: 2023-09-07T17:00:00+02:00 da Elena Barbieri

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