Dal secchio ai robot, un salto nel digitale

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Paola Pavoni e il fratello Giacomo
È quello compiuto dai fratelli Pavoni, che sono passati da una stalla degli anni Ottanta, con sala di mungitura, a una nuova struttura con quattro robot Boumatic, forniti dalla Enne Effe. Migliorando il benessere degli animali e anche il loro

Un salto di cinquant’anni nel giro di una settimana. Si può sintetizzare così l’evoluzione recente della stalla che, da ormai tre generazioni, la famiglia Pavoni gestisce a Paderno Ponchielli, una dozzina di chilometri a nord di Cremona, nel cuore della latteria lombarda.
Nell’agosto scorso, dunque meno di tre mesi fa, la loro azienda è passata da una impostazione pienamente novecentesca, con mungitura in sala e nessuna tecnologia di supporto, all’essere una stalla d’avanguardia, seppur di piccole dimensioni.
Robot di mungitura, collari per il rilevamento dei calori, raccolta dei dati produttivi differenziati per capo e, sebbene ancora in fase iniziale, analisi delle performance per la taratura della razione alimentare.

La nuova stalla della famiglia Pavoni, progettata in funzione della mungitura autonoma

“È vero, c’è stato un cambiamento radicale. Del resto, eravamo rimasti un po’ indietro, così abbiamo deciso di fare un investimento complessivo: nuova stalla, nuovo sistema di mungitura, nuove tecnologie”, ci dice Giacomo Pavoni, che con la sorella Paola e il padre Giuseppe, gestisce l’azienda fondata dal nonno Giovanni con il fratello Primo.

Stalla, mungitura, routine: tutto rinnovato

Prima di avviare il cambiamento, quella dei Pavoni era una stalla di ormai piccole dimensioni. Soltanto un quarto di secolo fa si sarebbe definita media, con 120 capi in lattazione su 200 circa. Strutture degli anni Ottanta, una sala 5+5 Boumatic, mungitore e Giuseppe, attento a tutto, a monitorare salute degli animali e calori.
La realtà della zootecnia italiana è però cambiata drasticamente e oggi un’azienda di quelle dimensioni fatica a stare in piedi. Ragion per la quale, i Pavoni hanno deciso di avviare un completo rinnovamento, una nuova stalla. Un capannone al passo con le più moderne concezioni in termini di logistica e benessere animale, con il giusto numero di cuccette - all’interno delle quali i proprietari non hanno però voluto materassine - e un impianto fotovoltaico da 99 kWh sul tetto, per azzerare, o quasi, i consumi elettrici.

Essendo completamente nuova, la stalla è stata disegnata seguendo un progetto ben preciso, ossia il passaggio dalla mungitura tradizionale a quella volontaria. Realizzato installando quattro Ams (automatic milking system) della Boumatic, che campeggiano sul lato nord dello stabile, al termine dei box. Tra le varie versioni disponibili, la scelta è caduta sui Gemini Up, installabili senza problemi in quanto l’intera struttura è stata concepita attorno a essi.
A differenza per esempio dei Gemini Plus, infatti, gli Up richiedono particolari requisiti logistici, per esempio una distanza limitata tra punto di mungitura e stoccaggio. Fabbricando tutto da zero, è stato facile rispettare questi parametri e realizzare dunque un sistema razionale ed efficiente.

Alla base della scelta, spiegano i fratelli, ci sono ragioni di vario tipo. “Diciamo che ci eravamo stancati di mungere… avevamo una persona che ci aiutava, certamente, ma era comunque richiesto anche un nostro impegno non da poco. E quando il mungitore non poteva, per qualche motivo, toccava a noi sostituirlo”, spiega Paola. Che però passa immediatamente da considerazioni soggettive a una visione imprenditoriale: “Alla fine, lo abbiamo fatto perché il futuro è quello, il mondo va da quella parte. In più il sistema dei robot è perfetto per un’azienda come quella che avevamo in mente noi e che stiamo ormai completando”.

Mandria raddoppiata

La vecchia sala 5+5 era ormai in affanno, anche per mungere i 120 capi originari. Figuriamoci con la prospettiva di raddoppiare la mandria, che i Pavoni avevano ben chiara in mente. “Abbiamo fatto tutto con la rimonta interna. Crescere con le nostre sole forze, senza far entrare nulla da fuori, è un nostro punto fermo. Naturalmente lavoriamo sulla genetica e ci abbiamo lavorato molto in passato, arrivando a buoni risultati, ma l’incremento della mandria lo abbiamo fatto tutto con animali nostri e senza uso di seme
sessato. Che inizieremo a impiegare, io credo, una volta che avremo uno spazio adeguato per i vitelli”, spiega Paola. Al completamento del progetto di sviluppo dei Pavoni mancano infatti alcuni elementi: qualche decina di capi, per arrivare a quota 250, e poi una vitellaia moderna e ben organizzata. “Sarà il prossimo passo”, dice Giacomo, mostrandoci l’attuale sistemazione dei nuovi nati, divisi tra capannette e le vecchie strutture degli anni Ottanta, che ospitano anche una parte delle asciutte.

Torniamo però alla mungitura. Come anticipato, la vecchia sala non sarebbe stata in grado di sopportare oltre 200 capi. Lo ha fatto per qualche mese, in attesa del completamento della nuova stalla, ma con notevole difficoltà. “Non appena possibile siamo entrati nella nuova struttura. In agosto: non il periodo migliore, visto il caldo, ma dopotutto sapevamo
che gli animali, sotto la nuova tettoia, con ventole e raffrescamento, sarebbero stati meglio”, dicono i fratelli Pavoni.
Così è accaduto. “Inizialmente ci sono stati alcuni problemi di ambientamento, prevedibili. Del resto - aggiunge Paola - non si trattava soltanto di cambiare struttura, ma anche di abituarsi a un sistema di mungitura completamente nuovo. Per qualche giorno gli animali si sono trovati spaesati, ma si sono abituati in fretta, anche perché le condizioni di vita erano sicuramente migliori che in precedenza”.
Nessuna difficoltà nemmeno per l’adattamento ai robot, prosegue Paola Pavoni: “Hanno imparato in fretta. C’è un gruppetto di irriducibili che ogni giorno si fa accompagnare, ma sono pochi animali. E comunque è sufficiente farle alzare perché vadano da sole ai robot”.

Performance in crescita

“L’ingresso nella nuova stalla, il cambio di mungitura e il caldo agostano hanno fatto calare la produzione, ma per poco. Passato il periodo caldo, il latte ha ricominciato a salire e attualmente siamo tornati sui valori pre-strasloco”, spiega l’allevatrice. Valori, peraltro, di tutto ri­spetto: 41 litri per capo/giorno, in media.
“In passato abbiamo fatto anche meglio. Contiamo, entro Natale, di arrivare a 42 litri. Le vacche si stanno comportando bene, le rese aumentano e penso che una volta che ci saremo assestati pro­durranno più che in passato”. Merito della genetica, delle migliorate condizioni am­bientali ma anche di una mungitura più naturale.

Per il momento, i Pavoni non hanno posto vincoli agli animali. Non ci sono gruppi di super-produttive che ricevono premi spe­ciali o che hanno accessi più frequenti al robot, per esempio. “Al momento, ogni animale è libero di farsi mungere fino a quattro volte al giorno. In futuro, vedremo se sarà il caso di differenziare a seconda delle caratteristiche dei vari capi o meno”. La media aziendale, ci dicono i fratelli Pavoni, è attualmente di 2,8 mungiture al giorno. L’obiettivo è ovviamente di ar­rivare a tre, un valore che, stando alla let­teratura in materia, rappresenta l’ottimo dal punto di vista produttivo. “Le vacche entrano volentieri, attirate soprattutto dal premio in mangime. Si fanno mungere, consumano la razione extra e noi racco­gliamo latte e dati”.

Salto nell’era digitale

Abbiamo scritto all’inizio di questo repor­tage che l’azienda dei fratelli Pavoni ha fatto, in pochi giorni, un salto in avanti di mezzo secolo. Soprattutto ha fatto un salto dall’analogico puro al digitale spinto. I sistemi di mungitura autono­mi, come risaputo, raccolgono infatti un’elevata quantità di dati: produzione di latte, complessiva o per quarto, cellule somatiche, caratteristiche qualitative. Boumatic non fa ovviamente eccezione, registrando ora e durata della mungitu­ra, frequenza di avvicinamento al robot, trend di produzione, efficienza di attacchi e stacchi.

“Ci dobbiamo abituare a tutte queste in­formazioni, che in passato non abbiamo mai avuto. Fino a poche settimane fa abbiamo fatto raccolta pura, ora stiamo iniziando l’analisi per mettere a frutto le nuove conoscenze. Lavoriamo con l’ali­mentarista, una brava professionista che sta cominciando a fare le prime corre­zioni alla razione, tenendo conto appunto dei dati produttivi, ma anche del surplus alimentare fornito dal robot. In qualche mese si dovrebbero vedere i frutti del lavoro”.

Le vacche, nel frattempo, si stanno sem­pre più abituando alla loro vita e stabiliz­zano anche l’assunzione di cibo. Anche i proprietari si stanno del resto abituando a una nuova vita. “Finora i quattro Gemini hanno lavorato benissimo, senza mai un problema: l’unica attenzione che richie­dono è il lavaggio periodico. Mai avuta una chiamata notturna, per esempio. La persona che ci aiutava con la mungitu­ra è rimasta in azienda, segue vitellaia e asciutte e ci dà una mano in generale. Di giorno lavoriamo e di notte, finalmente, dormiamo senza sveglie o telefonate”.


LE NOVITÀ SUI GEMINI UP

Gemini è il nome che Boumatic, colosso statunitense della mungitura, distribuito in Italia da Enne Effe, dà ai suoi impianti di mungitura autonoma, disponibili in tre configurazioni: Up, Plus e Max. La prima richiede alcune caratteristiche strutturali specifiche, per esempio una distanza massima, tra impianti e box di mungitura, di 70 metri. Quando non sia possibile rispettarle, si ricorre a Gemini Plus, che grazie al centro di raccolta latte unico permette maggior libertà di dislocazione dei robot. Gemini Max, infine, è il nome dato alle batch milking, ossia sale di mungitura composte da un’area di attesa e da numerosi Gemini, che permettono a un solo operatore di gestire fino a 250 capi.
Sono state recentemente apportate alcune modifiche ai Gemini Up. Tra esse, ridimensionamento degli impianti interni per migliorare le performance di mungitura ed evitare fluttuazioni di vuoto, erogato centralmente da un’unica pompa a lobi, e introduzione del software Vision, che facilita l’attacco grazie all'intelligenza artificiale e a un enorme database di mammelle e configurazione di capezzoli di ogni tipo.

Dal secchio ai robot, un salto nel digitale - Ultima modifica: 2025-11-14T12:07:27+01:00 da Laura Della Giovampaola

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