Efsa, l’influenza aviaria corre sempre di più tra i mammiferi

Per la prima volta l'influenza aviaria ad alta patogenicità è stata rilevata in ovini nel Regno Unito e e aumenta il numero dei mammiferi colpiti dal virus

mammiferi
Le vie di introduzione in Europa del genotipo dell'influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) che attualmente colpisce le vacche da latte statunitensi

 

Non è una novità che l'influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) non sia più limitata agli avicoli, ma rispetto alla scorsa estate sta colpendo un numero più elevato di mammiferi. Per la prima volta il virus Hpai è stato rilevato in ovini nel Regno Unito. Sono stati riscontrati anticorpi anche in ovini in Norvegia.

È quanto emerge nelll'ultimo rapporto trimestrale pubblicato dall'Efsa (l'Autorità europea per la sicurezza alimentare) a fine giugno 2025 nel quale i ricercatori dell'Ue hanno rilevato un aumento del numero di mammiferi colpiti in Europa rispetto alla situazione della scorsa estate. Tuttavia i casi d'influenza aviaria nell'Ue si sono ridotti dalla primavera scorsa, in linea con l'andamento osservato negli anni precedenti. Sempre il docu,mento dell'Efsa conferma anche che il rischio di trasmissione all'uomo resta basso.

Il virus dell'influenza aviaria trasmesso da uccelli selvatici

Secondo il report dell'Efsa la migrazione stagionale degli uccelli selvatici e l'importazione di alcuni prodotti statunitensi, come quelli contenenti latte crudo, potrebbero rappresentare potenziali vie di introduzione in Europa del genotipo dell'influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) che attualmente colpisce le vacche da latte statunitensi. Questo tipo di virus non è stato finora segnalato in nessun Paese al di fuori degli Stati Uniti.

Gli scienziati dell'Efsa sottolineano che le principali zone di sosta europee con concentrazioni di uccelli ad alta densità, come Islanda, Gran Bretagna, Irlanda, Scandinavia occidentale e vaste zone umide come il Mare di Wadden sulle coste olandesi, danesi e tedesche potrebbero essere luoghi utili per l'individuazione precoce del virus durante la migrazione stagionale degli uccelli selvatici.

Influenza aviaria, i rischi per l'Europa dall'import di vacche da latte e carne bovina

Il rapporto si sofferma anche sulla possibilità che il virus venga introdotto in Europa attraverso il commercio, concludendo che l'importazione di prodotti a base di latte crudo dalle aree colpite degli Stati Uniti non può essere completamente esclusa, quindi potrebbe rappresentare una possibile via di introduzione.

Anche l'importazione di vacche da latte e carne bovina potrebbe rappresentare una potenziale via di introduzione del virus. Tuttavia, il virus è stato raramente riscontrato nella carne, le importazioni di animali sono molto limitate e sono in vigore normative commerciali molto severe per la carne e gli animali vivi che entrano nell'Ue.

 

Efsa, l’influenza aviaria corre sempre di più tra i mammiferi - Ultima modifica: 2025-08-22T13:22:33+02:00 da Francesca Baccino

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