Gestire e ridurre l’impatto delle ondate di caldo estivo sulla mandria

mangimi
Per affrontare il problema dello stress da caldo delle bovine da latte si può integrare la loro alimentazione con bicarbonato di sodio. Per esempio con il Bicar Z di Solvay

Ci sono chiare evidenze che il riscaldamento globale stia interessando anche l’Italia aumentando il rischio di stress da caldo. Anche se in misura diversa a seconda delle zone, le condizioni attuali stanno già mettendo a dura prova gli allevamenti e le prospettive sono quelle di avere ondate di caldo sempre più intense, più frequenti e di maggiore durata. Ciò stimola la ricerca e richiede efficaci misure di mitigazione e adattamento.

Lo stress da caldo colpisce le vacche da latte quasi ovunque, anche nei climi temperati. Il cambiamento climatico sta aggravando la situazione poiché, come emerge anche dall’ultimo rapporto di valutazione dell’Ipcc, le estati diventano sempre più calde. Specialmente nella regione mediterranea, dove si prevede che questi periodi aumenteranno, ci saranno sempre più problemi legati allo stress da caldo.

I ricercatori hanno recentemente scoperto che la velocità di insorgenza della siccità e delle ondate di caldo stanno aumentando, rendendo sempre più probabile in futuro la concomitanza dei due fenomeni (Science 380, 187-191 (2023), Yuan et al.).

La preparazione a questi eventi è quindi della massima importanza e il ministero italiano dell'Agricoltura ha sviluppato un sistema di allerta per il rischio di stress da caldo nei bovini che fornisce ampie informazioni su come mitigarne gli effetti negativi.

I ricercatori definiscono la gravità dello stress da caldo negli animali d’allevamento con diverse misurazioni e utilizzano principalmente l'indice di temperatura e umidità Thi come indicatore (in calce al testo un approfondimento sul significato di questo indice).

La connessione tra Thi, livello di stress da caldo e perdita economica per gli allevamenti è spesso menzionata in letteratura, ma non ancora studiata in dettaglio per tutte le zone geografiche poiché devono essere presi in considerazione diversi aspetti.

L’impatto economico

I risultati di uno studio molto recente (Journal of Dairy Science Vol. 106 No. 6, 2023, Moore et al.), in cui sono stati analizzati gli effetti che una situazione di moderato stress da caldo provoca sulla resa, sulla composizione e sul prezzo del latte negli allevamenti italiani di Frisone, evidenziano l'impatto economico dello stress da caldo nella produzione di latte.

In 42 allevamenti del Veneto a predominanza di Frisone (nel periodo 2019-2021) è stato riscontrato che "anche condizioni di lieve stress da caldo possono causare cambiamenti negativi nella qualità del latte [..] molto prima che si osservino tali effetti negativi sulla produzione”.

Le perdite economiche a livello di stalla sono state stimate in media tra 17 euro e 39 euro per allevatore al giorno, e dovute principalmente ai cambiamenti nella composizione dei titoli del latte. La riduzione del valore per il latte sfuso è risultata pari a circa l'1,5-1,8% della retribuzione base prima delle penalità e dei premi ottenuti in quel lasso di tempo dagli allevatori, mentre i test aziendali individuali mostravano perdite economiche del 3,2-3,3% del valore del latte.

Tutte le perdite aggiuntive dovute alla riduzione della quantità di latte sono da aggiungere ai valori sopra indicati.

L’impatto dello stress da caldo sulle fermentazioni ruminali

Lo stress da caldo impatta sulle fermentazioni ruminali in diversi modi.

  • In primo luogo, nel tentativo di regolare la temperatura corporea, si verifica un aumento della respirazione nelle vacche, che riduce il rapporto tra acido carbonico e bicarbonato nel flusso sanguigno, determinando un aumento del pH del sangue (alcalosi respiratoria) con un concomitante aumento della CO2 nell'aria espirata. Per far fronte a questo effetto, il bicarbonato viene escreto attraverso l'urina. Di conseguenza meno bicarbonato con effetto tampone arriva nel rumine attraverso la saliva, aumentando il rischio di acidosi ruminale.
  • In secondo luogo, l'aumento della sudorazione e dell'assunzione di acqua associati allo stress da caldo può provocare una perdita di potassio e sodio, portando a uno squilibrio di questi minerali molto importanti.
  • In terzo luogo, influisce sul comportamento degli animali, modificando l’assunzione di mangime. Le vacche tendono a mangiare meno frequentemente e rumineranno meno. Ciò incide molto sulle fermentazioni ruminali, poiché vengono assorbiti più concentrati in breve tempo e viene fornito meno tampone tramite la saliva.
  • Infine, anche il mangime stesso può essere influenzato dal calore, alterandone la qualità e influenzando le fermentazioni ruminali che aumenteranno ulteriormente il rischio di acidosi.

Con l'arrivo della stagione calda, si consiglia pertanto l'uso di Bicar Z (Bicar®Z) per ottimizzare la produzione di latte dei ruminanti bilanciando la produzione e l'assorbimento di acidi grassi volatili nel rumine e potenziando il sistema tampone naturale della vacca al fine di mantenere un corretto pH ruminale di circa 6,2-6,5.

Per compensare le perdite fisiologiche in questo periodo, l'animale dovrebbe avere una razione con un elevato bilancio positivo acido/base della dieta (Dietary Cation-Anion Balance - DCAD = (Na+K) - (Cl+S) ) compreso tra 300-350 mEq/kg DM (contro i 240-280 mEq/kg DM in periodi senza stress da caldo), o superiore se necessario.

Insieme all'Università Cattolica di Piacenza, Solvay ha sviluppato un calcolatore web basato sul mercato italiano, che aiuta a stimare il rischio di acidosi in diverse condizioni per le vacche. Questa raccomandazione è supportata da studi effettuati negli ultimi anni, in particolare da prove condotte dall'Università di Barcellona e dall'Università di Lisbona, così come dall'Irta spagnolo e dal Centro Veterinario Tona.

Studi sull'uso di Bicar Z durante il periodo estivo

Una di queste prove mirava a valutare l'effetto di Bicar Z sulle vacche in condizioni di stress da caldo. Sono state osservate 197 vacche in lattazione nel periodo estivo, suddivise in tre gruppi con gli stessi giorni di lattazione.

I risultati principali ottenuti con l'aggiunta di 250 g di Bicar Z alla razione sono stati gli abbassamenti dei diversi indicatori di stress da caldo (temperatura rettale, bicarbonato urinario e pH delle urine). Inoltre, l'aggiunta di Bicar Z ha migliorato l'assunzione di sostanza secca e la produzione di latte rispetto al gruppo di controllo, con una produzione di latte superiore di 4,3 kg al giorno per vacca ed è rimasta stabile durante l'intero periodo di analisi.

Inoltre, l'efficienza alimentare è aumentata mediante l'integrazione di Bicar Z in maniera allineata al principio di funzionamento teorico sopra menzionato.

In caso di periodi di caldo più lunghi o intensi, si consiglia di aumentare le dosi di Bicar Z a 280-320 g/capo/giorno [o più se le circostanze lo richiedono].

Come ulteriore punto, va considerato che le conseguenze dello stress da caldo spesso arrivano in ritardo rispetto all’ondata di caldo, per cui si consiglia di somministrare dosaggi più alti di Bicar Z a partire da 3 giorni prima e fino a 4-6 settimane dopo il periodo di calore stressante, in modo da evitare conseguenze negative ritardate. Ciò è confermato anche da un ulteriore studio (J. Dairy Sci. 97 :471–486, Bernabucci et al.) sullo stress da caldo in Italia, studio in cui sono stati misurati gli effetti sulle vacche Frisone, il quale mostra che “gli effetti negativi dello stress da caldo elevato sono più lunghi dei 2-4 giorni spesso riportati”, con effetti persistenti di almeno 8 e 12 giorni sia sulla produzione che sulle caratteristiche del latte.

Naturalmente, per gestire efficacemente lo stress da caldo, i produttori di latte devono anche prendere in considerazione misure complementari per il benessere degli animali e approcci di gestione del rischio.
Per approfondire, si può cliccare su questa immagine:

Cos’è il Bicar Z

Bicar Z (Bicar®Z - www.bicarz.com/it ) è il bicarbonato di sodio di Solvay destinato al settore zootecnico. È privo di cloruro e solfato il che gli consente di influenzare positivamente il Dcab di una razione, fornendo allo stesso tempo l’essenziale anione bicarbonato, che è il principale sistema tampone naturale nelle vacche.

Solvay ha una storia di 40 anni nella fornitura al mercato zootecnico, oltre a essere stata la prima azienda a offrire una soluzione specifica di bicarbonato di sodio per i mangimi in Europa.

Gli stabilimenti di produzione Bicar Z sono certificati Gmp+B2 per garantire alta qualità e sicurezza dei mangimi durante tutto il processo produttivo. Solvay produce bicarbonato da più di 150 anni e, grazie a regolari analisi di laboratorio in loco, possiamo garantire l'alta qualità del prodotto.

Per approfondire ecco un video:

Cos’è il Thi

Il Thi è normalmente classificato in diversi livelli che indicano il grado di stress da caldo. In generale, tutti gli animali hanno una "zona termica neutra". Questo è l'intervallo di temperatura in cui sono più a loro agio e produttivi, poiché non utilizzano energia aggiuntiva per regolare la temperatura corporea.

Nel caso dei bovini da latte, la zona di comfort è compresa tra 5°C e 20°C. Quando la temperatura supera i 20°C o l'indice di temperatura e umidità (Thi) supera i 68, le bovine da latte cominciano ad avere problemi e hanno difficoltà a mantenere l'equilibrio tra la perdita e la produzione di calore corporeo.

Ciò può comportare un calo dell'assunzione di mangime e una riduzione della produzione di latte fino al 20%, mentre le soglie per l'insorgenza dello stress da caldo per diversi parametri produttivi sono variabili e non necessariamente lineari.

Ci può essere una diminuzione della qualità del latte (calo delle percentuali di grassi e proteine), una riduzione della fertilità incluso un aumento della perdita embrionale. Inoltre, lo stress da caldo può anche aumentare il rischio di mastiti cliniche.

Dal punto di vista della produzione casearia, poi, è stato dimostrato che la produzione di formaggio peggiora con l'aumentare della durata dell'ondata di caldo poiché, a causa della frazione proteica ridotta e modificata e della composizione lipidica, la resa del formaggio diminuisce e la qualità può risentirne.


Ulteriori informazioni sulla pagina web del ministero dell’agricoltura: https://www.politicheagricole.it/flex/FixedPages/Common/miepfy900_allerCaldo.php
e sul sito internet del Bicar Z:
https://www.bicarz.com/it .

Gestire e ridurre l’impatto delle ondate di caldo estivo sulla mandria - Ultima modifica: 2023-06-06T17:34:43+02:00 da Giorgio Setti

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