Prezzi prodotti zootecnici: prosegue il trend negativo del latte spot

Bmti
I dati di riferimento per i prodotti lattiero-caseari e bovini rilevati dalle Camere di commercio ed elaborati da Borsa merci telematica italiana (Bmti) relativi alla settimana 16-20 gennaio 2023

I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nella terza settimana di gennaio, hanno mostrato poche variazioni rispetto alla settimana precedente, ad eccezione del latte spot e delle materie grasse che hanno registrato nuovi ribassi.

Latte

Nella terza settimana di gennaio prosegue la decisa fase di correzione delle quotazioni nazionali del latte spot, con robusti cali settimanali su tutte le principali piazze di scambio. Il listino di Milano perde il -4,9% su base settimanale, dopo il -5,8% della settimana precedente, e raggiunge i 537,50 €/t, livello più basso da maggio. Ribassi di simile entità a Verona (-6,7%), con la variazione media su base annua delle quotazioni che scende al +23% contro il +34% di fine dicembre.

L’attuale tendenza negativa appare determinata, da un lato, dalla fase stagionalmente debole per il latte (gennaio è il mese ad aver registrato i maggiori ribassi negli ultimi dieci anni con una performance media del -5,3% sulla piazza di Milano) e, dall’altro, dai robusti miglioramenti dello scenario produttivo continentale che sta gradualmente tornando sulle medie produttive pre-2022.

Le spinte ribassiste si prospettano ancora solide con il latte di provenienza estera che continua ad essere trattato a Milano sensibilmente a sconto rispetto al latte nazionale. Sia il prodotto tedesco che quello francese lasciano sul terreno oltre otto punti percentuali rispetto ai prezzi della settimana 9–13 gennaio, con il divario rispetto alle quotazioni del prodotto nazionale ai massimi da gennaio 2019.

Cali meno marcati per il latte di origine biologica (-1,6%), con lo scarto rispetto alle quotazioni del latte spot che continua ad ampliarsi (85 €/t contro i 20 €/t di inizio dicembre).

Materie grasse

Non accenna a mostrare segnali di rallentamento la discesa dei listini nazionali delle materie grasse, pesantemente in rosso anche nella terza settimana di gennaio. A Milano il burro pastorizzato perde il -4,7% su base settimanale raggiungendo i 3,05 €/kg, livello che non si registrava da ottobre 2021. In netto calo anche i listini di Mantova (-4,6%) e Cremona (-3,5%). In territorio ampiamente negativo le variazioni tendenziali, con il listino di Milano che tocca il -26% su base annua (contro il +100% di appena tre mesi fa).

Si confermano in netto ribasso tutti i principali benchmark continentali, con il burro di centrifuga di Kempten in Germania che perde il -5,6% su base settimanale (4,68 €/kg) e il burro olandese il -6,1%.

Deboli tutti i prodotti del comparto delle materie grasse, con lo zangolato che scende a Milano sotto i 3 €/kg (-5% su base settimanale) per la prima volta da ottobre 2021 e la crema di latte nazionale che arretra del -6,6% (2,28 €/kg), stornando di oltre 80 centesimi rispetto alle quotazioni di metà dicembre.

Grana Padano

Si mantengono in corrispondenza dei massimi storici i listini all’ingrosso del Grana Padano, in un mercato che resta in posizione di sostanziale equilibrio. Stabili a Milano tutte le stagionature con lo stagionato 9 mesi che resta fermo sui 9,43 €/kg per l’ottava settimana consecutiva. Prezzi stabili anche a Verona, Cremona e Mantova con la variazione media tendenziale in leggera attenuazione su tutte le principali piazze monitorate (+29% a Verona, +22% a Mantova).

Sul fronte dello scenario di mercato, il 2022 si è chiuso all’insegna di lievi cali produttivi rispetto al 2021 (-0,4%) e 2020 (-0,8%), con volumi in deciso recupero nel quarto trimestre (+6% rispetto agli ultimi tre mesi del 2021) dopo i deficit della prima parte dell’anno.

A livello continentale in rosso tutti i principali formaggi monitorati dalla Commissione europea, con i prodotti olandesi che guidano i ribassi (Edamer -1,7% su base settimanale, Gouda -2,4%).

Parmigiano Reggiano

Si confermano stabili nella terza settimana di gennaio i prezzi all’ingrosso del Parmigiano Reggiano, con listini invariati su tutte le principali piazze di scambio nazionali. A Parma stabilità su tutte le stagionature, con lo stagionato 12 mesi che si mantiene sui 10,73 €/kg (per la 30° settimana consecutiva) e lo stagionato 24 mesi invariato sui 12,70 €/kg (38° settimana consecutiva). Assenza di variazioni anche a Reggio Emilia, Milano e Modena.

In leggero calo la variazione su base annua delle quotazioni, con il listino di Mantova che conserva la crescita minore (+1,6%) e quello di Reggio Emilia la maggiore (+2,5%) tra le principali piazze monitorate.

Pecorino Romano

Quinta settimana consecutiva con quotazioni invariate per il Pecorino Romano che appare conformarsi in questa fase al contesto di equilibrio del settore caseario nel suo complesso. A Milano lo stagionato 5 mesi si mantiene sui 13,70 €/kg, valore record per la piazza. In termini tendenziali scende al +37,6% la variazione su base annua delle quotazioni contro il +39,1% della settimana precedente.

A livello di mercato si registra ad ottobre una leggera ripresa su base annua dell’export di Pecorino Romano, dopo cinque mesi consecutivi con segno “meno”, con gli ultimi dati Istat che segnalano una crescita in volume del +10% rispetto ai quantitativi esportati ad ottobre 2021. Nonostante ciò, il totale esportato in volume per i primi dieci mesi del 2022 resta in rosso con un calo del -7% rispetto allo stesso periodo del 2021, a conferma dei pesanti deficit produttivi che hanno interessato l’annata casearia 2021/22.

Bovini vivi

Persiste l’equilibrio nel mercato dei bovini da macello, sostanzialmente stazionario da inizio dicembre. Tra i principali capi nel comparto dei vitelloni, la razza Charolaise si conferma a Mantova sopra i 3,54 €/kg (peso vivo), così come si mantengono stabili a Modena le razze da incroci nazionali (3,11 €/kg peso vivo). In termini tendenziali si attesta intorno al +19% la variazione media su base annua delle quotazioni dei vitelloni da macello.

A livello di fondamentali di mercato è proseguito a dicembre il calo delle macellazioni dei bovini, con il periodo ottobre-dicembre che è risultato il peggior quarto trimestre degli ultimi anni in termini di volumi macellati (-19% rispetto al quarto trimestre del 2021). Secondo gli ultimi dati dell’Anagrafe nazionale zootecnica, le macellazioni a dicembre si sono mantenute sotto i 200mila capi, con il totale del quarto trimestre che scende per la prima volta negli ultimi dieci anni sotto i 600mila capi. A livello annuale le macellazioni nel 2022 hanno registrato una contrazione del 4% rispetto al 2021. I bassi volumi della parte finale dell’anno stanno contribuendo a sostenere le quotazioni dei vitelloni da macello che, pur stazionarie, si mantengono ai massimi degli ultimi anni.

Invariati i listini dei vitelli a carne bianca, sia a Mantova che Modena, con la variazione media tendenziale che si conferma sul +10%.

Leggi le schede sui prezzi dei prodotti zootecnici

Prezzi prodotti zootecnici: prosegue il trend negativo del latte spot - Ultima modifica: 2023-01-23T22:43:32+01:00 da Alice Martini

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