La questione del prezzo del latte che come costo di produzione è ormai salito ai 46 centesimi al litro, ma non solo. Al centro della mobilitazione organizzata da Coldiretti domani, giovedì 17 febbraio, in tutto il Paese, c’è anche la tutela degli altri prodotti agroalimentari made in Italy.
Agricoltori con trattori e animali davanti a 50 prefetture
Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha annunciato che «decine di migliaia di allevatori ed agricoltori della Coldiretti con trattori e animali al seguito lasceranno le campagne e invaderanno le città, da nord a sud del Paese, per salvare l’agroalimentare made in Italy e difendere l’economia, il lavoro ed il territorio».
«La manifestazione si svolgerà – ha anticipato il presidente di Coldiretti – in tutte le città delle regioni Lombardia, Calabria, Sicilia, Lazio e in alcune delle province agricole più vocate in altre regioni. Contiamo domani di essere presenti davanti a 50 Prefetture in tutto il Paese».
Ismea, produrre latte costa 46 centesimi al litro
L’organizzazione agricola ha fatto notare che un’analisi di Ismea sui costi di produzione metterebbe in luce la speculazione in corso sul latte. Gli allevatori lavorano in perdita perché la materia prima viene pagata al di sotto dei costi medi di produzione. Oltre all’alimentazione e alla bolletta energetica, Ismea ha calcolato anche l'incidenza delle componenti fisse (ammortamenti e interessi sul capitale impiegato) stabilendo un costo medio di produzione del latte di 46 centesimi al litro.
L’Ismea ha confermato, inoltre, come riferisce un comunicato Coldiretti, come il settore del bovino da latte sia tra i più esposti all'incremento dei costi di produzione, innescati dalle tensioni dei prezzi delle materie prime, cresciuti solo a dicembre del 13% rispetto all’anno precedente.
Prandini: «Il pagamento del latte dovrebbe partire dal costo di produzione»
«E’ stato calcolato un costo medio di produzione del latte di 46 centesimi al litro – ma se andiamo sulle filiere Dop la spesa aumenta ancora a causa di un’alimentazione zootecnica dedicata e quindi con una gestione ancora più onerosa. Il latte dovrebbe essere pagato a partire da 46 centesimi, un valore bene lontano da quello che è riconosciuto oggi. Se pensiamo che agli allevatori del Lazio viene pagato oggi 38 centesimi la differenza di 8 centesimi è troppa».
L'aumento dell’Iva sul prezzo al consumo potrebbe essere versato alla filiera
«L’aumento dei prezzi al dettaglio dei generi alimentari sta portando – continua Prandini - un introito maggiore nelle casse dello Stato grazie all’incremento proporzionale dell’Iva. Proponiamo di riversare sulla filiera l’incremento di questa imposta sul valore aggiunto in base ai calcoli dei costi di produzione. Sul consumatore gravano già gli aumenti di prezzo e quindi la maggiorazione dell’Iva, ma, paradossalmente, all’allevatore non arriva nulla e neppure percepisce qualche cosa in più il produttore ortofrutticolo. Le offerte e i sottocosto che si vedono sullo scaffale vengono pagate in realtà solo dal primo anello della filiera, il produttore agricolo, che è costretto a sostenere oggi anche un aumento del 120% sui costi energetici e del 143% in più rispetto all’anno scorso per i prodotti fitosanitari».
«Se dovessero chiudere le stalle non sarebbe solo un danno per il settore agricolo nazionale, ma anche per il consumatore – aggiunge Prandini – che nel medio lungo termine finirebbe per pagare di più un prodotto d’importazione. In Italia non abbiamo la flessibilità della Germania, noi siamo strutturati in un altro modo: quando un’azienda zootecnica chiude, non aprirà più e si perdono non solo pezzi di storia, di cultura, ma anche si abbandona il presidio del territorio e l’attenzione per l’ambiente».i
Copagri, necessario un altro Tavolo ministeriale sul latte
Sull’analisi di Ismea dei costi di produzione è intervenuto anche il presidente della Copagri, Franco Verrascina: «Era da tempo che lamentavamo il fatto che l’accordo per il conferimento del latte a 41 centesimi al litro era ormai superato dai fatti e dagli aumenti che si susseguivano – ha spiegato Verrascina – e che continuano a gravare sui produttori agricoli. Oggi Ismea ha certificato questi aumenti insostenibili, mettendo nero su bianco che i costi produttivi degli allevamenti superano i prezzi pagati per il conferimento del latte alla stalla».
Verrascina ha fatto anche sapere come il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, abbia accolto la richiesta, da parte della stessa organizzazione agricola, di convocare con urgenza una nuova riunione del Tavolo della filiera lattiero-casearia.