Boom delle quotazioni per i più diffusi prodotti lattiero caseari: il 29 maggio il latte spot quotato alla Borsa di Lodi (piazza di riferimento per il nord Italia) ha superato i 41 centesimi al litro contro i 37 centesimi di appena tre mesi fa, mentre il burro nel mese di maggio ha raggiunto i 4,63 euro al chilo con un aumento di quasi il 90% rispetto allo stesso periodo del 2016. Quotazioni che non si vedevano da oltre cinque anni. «Da quello che rileviamo noi – spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia – siamo di fronte a un riposizionamento del mercato legato a una maggiore richiesta di latte italiano da quando è entrata in vigore, il 19 aprile 2017, dopo una lunga battaglia di Coldiretti, l’etichetta d’origine per il latte a lunga conservazione e per i formaggi. Inoltre, sui mercati europei e internazionali è calata la produzione di latte e questo ha sostenuto le quotazioni del vero prodotto italiano».
In Lombardia, spiega la Coldiretti regionale, si produce più del 40% di tutto il latte italiano, munto in oltre 3.700 stalle, impiegando quasi 15mila addetti che seguono la vita e il benessere di oltre mezzo milione di vacche da latte.
«Il sistema zootecnico lombardo – conclude Ettore Prandini – è uno dei migliori al mondo, sia sul fronte dei controlli per la sicurezza del consumatore, sia per la qualità dei nostri prodotti, a partire dai grandi formaggi come Grana e Parmigiano che con 140mila tonnellate di forme ogni anno rappresentano più del 77% di tutte le dop lattiero casearie della nostra regione e si affiancano ad altri tesori del nostro lattiero caseario come Taleggio, Gorgonzola, Quartirolo, Provolone Valpadana, Valtellina Casera, Bitto e Formai de Mut».
Il latte spot supera i 41 cent e il burro segna +90% in un anno
Un riposizionamento del mercato legato a una maggiore richiesta di prodotti italiani. Secondo Coldiretti il merito va all’etichetta d’origine per il latte a lunga conservazione e per i formaggi