Con il carro miscelatore Sgariboldi meno consumi e più latte

Agostino Zanesi con il suo nuovo carro miscelatore
L’esperienza dell'allevatore cremonese Agostino Zanesi: il passaggio dai 20 ai 40 metri cubi ha dimezzato i tempi di preparazione dell’unifeed e aumentato del 5,4% la resa in latte, con importanti benefici anche su grassi e proteine. Determinante la scelta del mulino per introdurre nella vasca fieni già tagliati e di lunghezza omogenea

Che il carro miscelatore sia fondamentale in una stalla lo sa qualsiasi allevatore, ma non
sempre si riesce a quantificarne l’importanza. Semplifica il lavoro, certamente. Fa risparmiare tempo e fatica, senza dubbio. Ma quanti benefici apporta alla mandria? Ce lo può spiegare, in base alla propria esperienza, Agostino Zanesi, allevatore di Romanengo (Cr), che in sei mesi di utilizzo del nuovo carro ha visto crescere la produzione di oltre il 5%, con importanti ripercussioni anche sulla qualità del latte (grassi e proteine). Ascoltiamo dalla sua voce quali sono stati i riscontri ottenuti.

Da dieci a trecento capi

Sono 580 i capi bovini dell’allevamento di Romanengo

«La nostra stalla nacque circa 100 anni fa, con una decina di capi. Il passaggio
alla stabulazione libera e poi il mio ingresso in azienda ha fatto progressivamente lievitare il numero di vacche, fino alle attuali 300, su un totale di 580 capi», spiega Zanesi.
L’incremento della mandria, particolarmente significativo nell’ultimo decennio, ha portato alla necessità di adeguare le dimensioni del carro miscelatore, un semovente mono-coclea da 20 metri cubi, acquistato nel 2010. «Era un buon carro, ma con una sola coclea e pensato per una stalla più piccola di quella attuale. Era ormai diventato insufficiente sia a soddisfare le esigenze delle vacche, sia a garantire una certa efficienza nell’uso. Preparare e distribuire la razione chiedeva circa due ore: un tempo inconciliabile con le esigenze di lavoro ma anche del riposo. Perdere due ore alla domenica o nel giorno di Natale per dar da mangiare alle vacche non fa piacere a nessuno». Senza contare che al lavoro in stalla, per gli Zanesi, si aggiunge quello in campo, con un centinaio di ettari di terreni da gestire. «Coltiviamo mais da trinciato, prato stabile, cereali autunno-vernini e un po’ di medica», conferma l’allevatore.

Locale è meglio

«Per farla breve, nel 2023 abbiamo deciso di sostituire il carro, passando a un modello a doppia coclea, sempre verticale». La scelta è caduta su un over-size: il Grizzly Titanium 8140/2 S di Sgariboldi, un semovente da 40 metri cubi di volume. «Visto che stavamo facendo l’investimento, abbiamo pensato di farlo una volta sola: non soltanto due coclee,
ma anche un volume importante, che ci alleviasse un po’ il carico di lavoro, permettendoci di dedicare un po’ di tempo alla famiglia e al riposo».
La scelta, continua Zanesi, è caduta su Sgariboldi essenzialmente per questioni territoriali. «Ha pesato molto la vicinanza della sede. Il carro miscelatore, diversamente dal trattore, deve lavorare sempre, ogni giorno, e non può fermarsi. Avere il costruttore a un quarto d’ora di auto per me è una garanzia, perché in certi casi rivolgersi al concessionario non è sufficiente».
Non per mancanza di fiducia nei rivenditori, precisa Zanesi, ma per una questione oggettiva: trattando con il costruttore, si salta un passaggio. «Se si ha a che fare con il rivenditore, prima di fare certi interventi deve chiedere al costruttore, o ai suoi tecnici, e i tempi si allungano. Se invece trattiamo direttamente con la fabbrica, è tutto più veloce. Io, almeno, la vedo così: sui carri miscelatori è meglio essere nazionalisti. Senza contare che la qualità di Sgariboldi è conosciuta e mi è stata confermata da colleghi che già usavano i suoi prodotti».

Doppio volume metà tempo

Sei mesi dopo, è il momento dei bilanci. Vediamo allora come è cambiata la gestione della stalla con il nuovo carro. «Totalmente. E non soltanto per le condizioni del nostro lavoro. Sono cambiate, in meglio, anche la produzione e la qualità del latte», risponde Zanesi.
Partiamo però dall’organizzazione del lavoro. «Con il Grizzly i tempi di preparazione e distribuzione dell’unifeed sono scesi da due ore a 50 minuti circa. Non dobbiamo più fare carri doppi, con una sola miscelata riusciamo ad alimentare tutte le vacche. Alla domenica, in tre quarti d’ora si è finito e si può tornare a casa dalla famiglia».
La riduzione dei tempi di lavorazione ha conseguenze dirette sui consumi di carburante: secondo l’allevatore, con il nuovo carro si risparmiano circa 20 litri di gasolio al giorno. «Questo perché facciamo meno carri, ma anche grazie ai bassi tempi di miscelazione garantiti dalla doppia coclea e dalla presenza del mulino».

Più latte, più qualità

«Comprando un carro da 40 metri a doppia coclea sapevamo di ridurre i tempi di preparazione e migliorare la qualità di vita. Quel che non ci aspettavamo era di avere benefici su quantità e qualità del latte», prosegue l’allevatore cremonese.
L’impiego del Grizzly Titanium ha coinciso con un incremento del 5,4% nella produzione d  latte e aumenti significativi anche per grassi e proteine, nell’ordine del 6,7% circa. «E sia chiaro che partivamo da condizioni già buone: 4,2 di grassi e 3,5 di proteine», fa notare
Zanesi. Eppure, da più parti l’acquisto di un carro così grande era stato sconsigliato, per il rischio che peggiorasse la miscelata.
Eventualità smentita dai fatti, come conferma anche Marco Conti, nutrizionista aziendale: «Io stesso avevo perplessità sull’impiego di un carro così voluminoso, ma alla prova dei fatti ho notato che non ci sono problemi. La miscelata è migliorata sul piano fisico. Setacci alla mano, è perfetta e le vacche non hanno possibilità di scegliere gli alimenti. Mangiando tutto, assumono una razione equilibrata e di conseguenza stanno meglio e producono di più».

Col mulino è meglio

Anche Zanesi conferma che la ragione principale degli incrementi produttivi e qualitativi è dovuta alla perfetta miscelazione dei vari ingredienti. «Il vecchio carro era un po’ datato – 13 anni – e piccolo per la stalla attuale. Diciamo che faceva un lavoro doppio rispetto a
quello per cui era stato costruito. Passando alle due coclee, la miscelatura dell’unifeed è migliorata nettamente. In questo ha un ruolo determinante il mulino».
Non tutti gli allevatori sono disposti a spendere per il mulino di taglio, ma secondo Zanesi è un investimento che si ripaga in minor tempo di lavorazione e maggior qualità della razione alimentare. «Con il mulino i fieni e le rotoballe fasciate entrano nella vasca già tagliate a misura e in modo uniforme. Certamente, posso anche introdurre una rotoballa intera col telescopico, ma, per quanto le lasci girare, il taglio delle coclee non riuscirà mai a essere uniforme: ci sarà sempre una parte di fieno tagliata fine e una più lunga. Con il mulino, invece, tutto quel che entra nella vasca è alla lunghezza decisa da noi. In più, dovendo soltanto mischiare i vari ingredienti, le coclee in meno di 10 minuti ottengono già una buona miscelazione».
Alla luce di questa esperienza, conclude Zanesi, il suo consigli agli allevatori è di spendere il necessario e scegliere un carro con mulino. Oltre che di capacità adeguata alla dimensione della stalla, naturalmente.

La scelta di un modello da 40 metri cubi, nonostante i dubbi iniziali, si è rivelata vincente

Soluzioni big per stalle big

Il positivo riscontro ottenuto dal Grizzly Titanium farà sicuramente piacere a Sgariboldi, che da qualche anno ha deciso di scommettere proprio sui grandi carri, a fronte di una constatazione oggettiva: la dimensione delle stalle è in costante aumento e con essa, ovviamente, crescono i volumi dell’unifeed da preparare ogni giorno. La trasformazione delle aziende zootecniche in realtà di tipo industriale, sempre più grandi e complesse, richiede ai costruttori di adeguare i propri prodotti ed è per questo, ci spiegano dalla sede di Codogno, che alla Sgariboldi si è deciso di concentrare gli sforzi sullo sviluppo di tecnologie che possano consentire agli allevatori di lavorare meglio, produrre di più e con
una qualità maggiore, per incrementare le performance, ridurre i consumi, massimizzare i guadagni.
La creazione della serie Titanium, lanciata da Sgariboldi nel 2021, va proprio in questa direzione: creare carri semoventi dalla grande capacità (30- 40 metri cubi), che siano anche leggeri, grazie all’uso di acciai speciali, e che nonostante la presenza di due soli assi possano assicurare capacità di carico fino a 17mila kg, cui si aggiungono elevate prestazioni in miscelazione e grande maneggevolezza, grazie alle quattro ruote sterzanti. Una strategia industriale destinata a proseguire nei prossimi mesi, con il progetto di una macchina semovente in grado di sfondare il muro dei 40 metri cubi, primo costruttore sul mercato a superare questo tetto.

Powershift a tre velocità per i maxi-trainati

La ricerca e sviluppo di Sgariboldi è al lavoro per migliorare, oltre ai carri semoventi, anche quelli trainati, i cui volumi di carico hanno da tempo superato i 50 metri cubi.
L’ultima innovazione in questo settore è il cambio powershift a tre velocità per le coclee, in sostituzione del tradizionale cambio a doppia velocità. Il modulo powershift non aggiunge soltanto una velocità, ma consente anche di cambiare la marcia “sotto carico” quindi, senza interrompere il flusso di potenza. L’operatore può quindi variare la velocità delle coclee senza arrestare la Pto del trattore, comodamente dal display in cabina, evitando perdite di tempo e spreco di carburante. Rispetto a un cambio a variazione continua, sostiene Sgariboldi, la soluzione powershift ha il pregio di un minor assorbimento di potenza e di una maggior efficienza meccanica, che rendono possibile abbinare il carro a trattori di minor potenza. Ne deriva un risparmio di carburante che può arrivare al 30%. Il primo carro con il nuovo cambio powershift ad arrivare sul mercato dovrebbe essere un Kodiak a tripla coclea da 48 metri cubi, attualmente in fase di consegna.

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Con il carro miscelatore Sgariboldi meno consumi e più latte - Ultima modifica: 2024-07-17T15:22:22+02:00 da Laura Della Giovampaola

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