Nuova frontiera per la gestione moderna dei reflui

Nel mantovano, dieci aziende agricole si uniscono in un consorzio zootecnico ideato dall’azienda Rota Guido: un progetto di gestione della rimonta delle manze e della gestione dei liquami. Per il trattamento dei reflui e il recupero di risorse come fertilizzanti e acqua viene utilizzato il sistema avanzato Volaz. Una nuova fonte di reddito e un importante passo avanti verso i tre pilastri della sostenibilità

La sessantenne azienda Rota Guido è oggi tra i leader globali nella costruzione di stalle e impianti per la produzione di energia rinnovabile. Il segreto del suo successo e della sua solidità risiede nella capacità di anticipare le tendenze del settore, mantenendo un rigoroso rispetto delle normative ambientali. Un esempio tangibile di questo impegno verso l'innovazione è il progetto pionieristico presentato al convegno del 29 gennaio a Fieragricola Tech, volto a ottimizzare le risorse zootecniche tramite l'aggregazione di più stalle.

Un consorzio di efficienza

Per questo caso studio è stato scelto un territorio nel mantovano, rappresentativo di molte altre aree del Nord Italia che ospitano aziende medio piccole con circa 100/ 150 animali da latte ma con una limitata disponibilità di terreni per la gestione dei capi e per lo spandimento dei reflui. Spesso si tratta di aree vulnerabili da nitrati, con limiti di 170 kgN/ha, che necessitano di esportare azoto dai terreni, sia di proprietà che in gestione, per rispettare le normative ambientali.
Nel caso specifico preso in esame è stato individuato un raggio di 4 km che include 10 aziende potenzialmente idonee a formare un consorzio. Con una mandria media di 143 capi adulti (asciutta e lattazione), 107 da rimonta e una superficie di 51 ettari, necessitano di 64 ettari aggiuntivi, le cosiddette firme, per rispettare i limiti di spandimento.

La creazione di un undicesimo sito collettivo per la gestione consortile della rimonta e dei liquami permetterebbe di ottimizzare la fase sanitaria, genetica e di accrescimento, consentendo un risparmio significativo nella gestione degli effluenti e un incremento della produzione di latte della propria azienda, grazie all’aumento degli spazi per le vacche in produzione. Infatti, il centro consortile, con una capacità di 1.100-1.200 capi, sarà dedicato all’allevamento delle manze da rimonta.
In questo modello, le vitelle nate nelle aziende consorziate verranno trasferite nell'azienda consortile una volta terminato lo svezzamento. Qui, verranno adottate rigorose misure sanitarie attraverso un protocollo vaccinale condiviso e gli animali entreranno in una quarantena di 30 giorni per ridurre al minimo il rischio di malattie. Al termine di questo periodo, saranno sistemati su lettiera fino agli 8-9 mesi e successivamente su cuccetta fino ai 7 mesi di gravidanza. Durante la fase di accrescimento, saranno fecondati direttamente nell'azienda consortile, che si specializza nella gestione della fertilità delle manze. La scelta della genetica sarà affidata agli allevatori, che potranno selezionare il seme da utilizzare per la fecondazione in base alle proprie preferenze.
Dopo il periodo di gravidanza, le manze torneranno nelle aziende consorziate per il primo parto e per iniziare la carriera produttiva.

Volaz: la soluzione per l’azoto

L’impianto di digestione anaerobica da 300 kW, alimentato esclusivamente dai liquami provenienti dalle aziende consorziate, senza l’utilizzo di biomassa, verrebbe affiancato da un impianto di trattamento del digestato per valorizzare l’azoto, ridurre i volumi del 70% e recuperare il 62% dell’acqua: si tratta del Volaz, una tecnologia innovativa elaborata dall’azienda Rota Guido, in grado di produrre un ciclo efficiente permettendo alle aziende consorziate di ottenere vantaggi diretti.

Il sistema Volaz, tramite separatore e vibrovagli, divide il digestato in liquido e solido, trattando il liquido con un sistema a membrane vibranti che genera due flussi. Da un lato un concentrato ricco di sostanza organica (fosforo e potassio) e povero di azoto, che poi viene trasformato, tramite uno stripper/scrubber, in solfato ammonico, un fertilizzante commerciale. Dall’altro un permeato depurato, riutilizzabile in agricoltura o scaricabile in corpi idrici.

L’impianto permette di ridurre significativamente il contenuto di azoto, ottenendo acqua depurata, riutilizzabile in ambito agricolo o aziendale, solidi separati, che possono essere utilizzati come fertilizzanti, un solfato ammonico conforme alla normativa dei fertilizzanti e un concentrato di digestato, anch'esso autorizzato come fertilizzante europeo. In termini di spandimento agricolo, consente di ridurre gli ettari necessari in zone vulnerabili: da 51 ettari medi per azienda a 43 per ciascuna delle 10 aziende consorziate.
In sostanza, gli effluenti delle aziende consorziate verrebbero dunque trattati nell’impianto dell’undicesimo sito e redistribuiti sui terreni con un carico azotato ridotto e, di conseguenza, una gestione più efficiente degli spandimenti.

Una stalla in più, problemi in meno

L’undicesima azienda consortile offre vantaggi significativi, soddisfando a pieno ognuno dei tre pilastri di sostenibilità. Dal punto di vista economico, l’approccio cooperativo potrebbe aumentare la produzione di latte del 25% per allevatore e portare a un notevole beneficio economico derivante sia dai ricavi dell’impianto biogas sia dalla riduzione dei costi legati alla gestione dei liquami. Inoltre, la transizione da effluenti comuni a fertilizzanti con caratteristiche più specifiche permette una gestione agronomica più precisa, riducendo i costi dei fertilizzanti chimici. Per quanto riguarda l’aspetto ambientale, il consorzio contribuisce alla riduzione delle emissioni di metano, un gas serra più potente della CO2, e abbassa notevolmente le emissioni di ammoniaca, un problema crescente in aree come la Pianura Padana.
Anche il recupero idrico è un ulteriore beneficio ecologico. Sul fronte sociale, invece, il progetto riduce il volume degli effluenti, abbattendo del 50% la quantità che deve essere trasportata nei campi, con conseguente diminuzione del traffico di camion nelle zone ad alta densità zootecnica. In aggiunta, il trattamento del digestato al posto del liquame, riduce notevolmente gli odori. Infine, l’azienda consorziata potrebbe creare nuovi posti di lavoro, contribuendo così al benessere sociale della comunità locale.

Nuova frontiera per la gestione moderna dei reflui - Ultima modifica: 2025-05-27T15:22:11+02:00 da Laura Della Giovampaola

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