A oggi è evidente che i processi decisionali in allevamento stanno subendo cambiamenti sostanziali e la tecnologia per il monitoraggio degli animali diventa sempre più importante nell’aiutare gli allevatori a prendere decisioni prima basate sull’esperienza e sul giudizio soggettivo.
Una misurazione oggettiva dei parametri fisiologici degli animali ci consente una maggiore comprensione dello stato del singolo animale ma anche una valutazione a livello di gruppo del rischio connesso alle problematiche sanitarie della mandria. I dati disponibili in tempo reale sono integrati nella routine giornaliera di gestione degli animali al fine di prendere decisioni più efficaci per salute, produttività e fertilità della mandria.
L’obiettivo di un sistema di monitoraggio delle vacche è quello di:
- massimizzare il potenziale di ogni singolo animale;
- rilevare precocemente una patologia;
- concentrarsi sulla prevenzione piuttosto che sulla cura delle patologie (riduzione dell’ uso dei farmaci).
Se fino a pochi anni fa tale tecnologia si era limitata al rilevamento dell’estro, attualmente la sua forza è nella rilevazione precoce delle patologie al fine di massimizzare il potenziale produttivo di ogni animale.
Le patologie delle vacche da latte, specialmente nel periodo di transizione, sono costose e molto deleterie per benessere e produttività dell’animale. Questa fase del ciclo produttivo di una vacca determina la sua capacità di produrre in salute e quindi di generare profitto per l’allevatore.
Molte patologie non sono evidenziate tempestivamente perché la percezione dello stato di salute degli animali da parte degli operatori è limitata, senza considerare che alcune problematiche non presentano segni evidenti della loro insorgenza. Le variazioni fisiologiche, avvenendo prima della comparsa dei sintomi, sono molto utili per riuscire ad anticipare le tempistiche di intervento sull’animale.
Variabili utili per il monitoraggio della fase di transizione sono sicuramente il tempo impiegato dalle vacche per alimentarsi e il tempo di ruminazione. Le ricerche di questi ultimi anni hanno dimostrato che animali affetti da patologie post-parto mostrano una ridotta ingestione di sostanza secca nel preparto e a seguito nel post-parto.
Monitorare queste due variabili a partire da 15-20 giorni prima del parto sino a 30 giorni post-parto è un’opportunità per migliorare i programmi di gestione della salute della mandria, specialmente nei periodi di elevata concentrazione del numero dei parti.
In un mercato del latte ciclico ovvero dove l’incertezza del suo prezzo è da tempo una condizione consolidata, non può di certo sfuggire l’importanza di produrre più latte possibile in relazione alla propria capacità dimensionale e di livello genetico/gestionale consolidato nel corso degli anni. Ridurre il rischio nella variabilità produttiva connesso con la biologia è un’opportunità che tutti gli allevamenti dovrebbero mettere tra i propri obiettivi per il prossimo futuro.
In questa ottica la tecnologia applicata al controllo e monitoraggio di alcuni parametri fisiologici e comportamentali delle bovine da latte sta diventando una realtà sempre più diffusa negli allevamenti.
Gli allevatori di oggi e di domani devono essere esperti in ogni fase del gioco. E, sebbene sappiamo che tutto “è questione di vacche”, è vero anche che allevamenti che sappiano fare le scelte di investimento più opportune beneficeranno sicuramente di un vantaggio competitivo. Nella moderna industria del latte l’ottimizzazione dei protocolli che ogni giorno si attuano nella gestione degli animali va di pari passo con la capacità di restare competitivi sul mercato nel lungo termine.
L’adozione e l’uso delle nuove tecnologie applicate al monitoraggio dei parametri degli animali in allevamento è forse una delle opportunità più grandi che al momento si possono cogliere. Ed è in questo innovativo contesto che si inserisce la collaborazione tra Granda Team e Scr, due aziende leader nel supporto del moderno allevamento da latte ad alta produzione.
Per capire meglio tale opportunità abbiamo affrontato la questione con chi lavora con tali tecnologie ponendo alcune domande a Irene Restelli, veterinaria, Field technical manager di Granda Team e a Renato Di Fonzo, anche lui veterinario e responsabile tecnico dell’allevamento Cirio Agricola di Caserta.
Quali sono i principali obiettivi che giustificano l’adozione di questa tecnologia in allevamento?
«Gli obiettivi – ha risposto Restelli - sono quelli di monitorare le vacche, sia a livello di singolo che di gruppo, in modo tale da identificare precocemente gli animali più a rischio per problematiche sanitarie, ma anche di correggere e migliorare la gestione complessiva della mandria in ambiti quali la nutrizione, il cow comfort, la gestione degli spostamenti, lo stress termico».
Come funziona di fatto tale monitoraggio?
«Il monitoraggio avviene per parametri quali i minuti di ruminazione, quelli spesi in mangiatoia e l’attività motoria in generale. In particolare – ha precisato Restelli - per i primi due parametri la chiave del loro utilizzo non sta soltanto nei minuti totali di ruminazione o di tempo in mangiatoia fatti registrare dalle vacche ma bensì nella deviazione da una soglia base prestabilita. Guardando i trend e i report di monitoraggio, sia nell’arco delle ultime 24 ore che nel corso degli ultimi giorni, sarà possibile identificare precocemente quegli animali che non hanno tali parametri nella norma e che quindi necessitano di essere visitati per stabilire le cause di questa deviazione».
In quale fase del ciclo produttivo delle bovine suggerite di adottare prioritariamente questa tecnologia?
«Le vacche in transizione sono quelle su cui concentrarsi maggiormente se si vuole adottare un tale sistema di controllo degli animali ha spiegato Restelli -. Le sfide quotidiane legate alla salute delle vacche fresche determinano il latte che saranno in grado di produrre nei mesi a venire, il costo farmaceutico a esse legato e la capacità delle vacche di essere altamente fertili una volta inserite nei programmi riproduttivi. Qui si gioca una grossa fetta della “salute economica” della stalla, ed è da qui che bisogna quindi iniziare».
Leggi l’articolo completo su Informatore Zootecnico n. 3/2018