L’allevatore lodigiano Ernesto Fasoli ha fatto una scelta genetica che si sta rivelando vincente. Nel suo allevamento, Azienda f.lli Fasoli, Cascina Valmezzano, situata a S. Stefano Lodigiano, ha scommesso su bovine ibride NRF (NRF è l’acronimo di “razza da latte Rossa Norvegese” in lingua norvegese) in uno schema di incrocio alternato con vacche di razza Frisona.
Più precisamente, in questo allevamento sono in mungitura 130 vacche, di cui 30 di razza Frisona e 100 ibride NRF. Parte di queste ultime sono F1 (Frisona x NRF), parte sono F2 (Frisona x NRF x Frisona ). Nella pratica queste bovine F2 hanno il 75% di genetica Frisona e il 25% Rossa Norvegese. A loro volta le F2 sono inseminate con tori Rossi Norvegesi e così via in un programma di incrocio alternato tra le due razze.
Fasoli ha iniziato ad usare genetica Rossa Norvegese 8 anni fa, per rafforzare sanitariamente la mandria e perché incuriosito dal gene polled, e ha immediatamente notato la maggiore resistenza, già da manze, alle dermatiti.
“Da subito abbiamo apprezzato il grande miglioramento della salute dei piedi, la fertilità e la generale resistenza a stress e alle principali patologie. E questo ha significato nel tempo aumentare la longevità della mandria” dice Ernesto soddisfatto.
I Fasoli hanno quindi continuato ad allevare questo tipo di bovine, incrementando la percentuale di ibride NRF presenti in allevamento. Eccellente il numero medio di lattazioni per vacca: attualmente è pari a quattro lattazioni, quando negli allevamenti intensivi della Pianura padana questa media è ben inferiore.
L’azienda conduce anche coltivazioni per 35 ettari, in gran parte destinati all’ottenimento di foraggi per l’alimentazione delle bovine. Oltre a Ernesto Fasoli lavorano in azienda, in stalla e nelle coltivazioni, anche i due figli Nicolas e Simone; inoltre il fratello di Ernesto, Lorenzo, dà una mano nelle operazioni di mungitura.
Produzione e riproduzione
Oggi la produzione di latte media annua per vacca dell’allevamento Fasoli è di 9.700 kg. La qualità del latte è descritta da questi dati: grasso 4,20%, proteine 3,58%, cellule sotto le 140.000. “Le ibride Rosse Norvegesi hanno proteine più alte rispetto alle frisone e maggiore contenuto di caseina, intesa sia come percentuale che come indice di caseificazione” sottolinea Ernesto.
La spesa sanitaria è stata negli ultimi anni di circa 35-37 euro/vacca/anno (contro una media lombarda di circa 100 euro, secondo dati Sata). Da notare che Fasoli non usa vaccini né fa pre-post-dipping in quanto ha rari casi di mastiti all’anno e il livello di cellule somatiche, come abbiamo visto, si mantiene entro buoni limiti.
Il parto concepimento si è ridotto passando dai 140 giorni con vacche Frisone in purezza ai 110 giorni attuali (senza usare protocolli di sincronizzazione dei calori, ndr); il miglioramento in fertilità ottenuto con la Rossa Norvegese si intuisce ancora meglio guardando la media di inseminazioni a gravidanza sulle vacche che è diminuita passando da 2,5 a 1,7. “Ora non siamo i migliori clienti per chi vende seme” scherza Ernesto.
Salute animale
Inoltre l’allevatore si dichiara molto soddisfatto delle condizioni sanitarie degli animali, che non necessitano di particolari attenzioni: parti naturali, pochissime zoppie, vitelli molto vitali. Questa estate non ha registrato casi di aborto, nessuna vacca è stata eliminata per necessità.
Tutte le vacche hanno mostrato di resistere bene al gran caldo dell’estate 2015, al punto che non hanno fatto registrare un calo significativo della produzione.
Un ultimo dato può contribuire a dare un’idea di quanto vadano bene le cose, nell’azienda Fasoli, in relazione alla salute animale: la spesa per farmaci sostenuta nel 2014 è stata di soli 3.700 euro. Molto poco se pensiamo che allevamenti di dimensioni analoghe in un anno arrivano a spendere cifre a volte decisamente superiori.
Da un anno l’allevamento ha installato un sistema per rilevare l’attività di ruminazione delle vacche, contribuendo a creare ulteriori miglioramenti nella gestione della stalla. Con il monitoraggio elettronico ha potuto constatare che le ibride Rosse Norvegesi hanno mediamente 100 minuti in più al giorno di ruminazioni rispetto alle vacche Frisone (media di 550 contro 450, ndr).
Nel giro di poco tempo tutta la mandria dei Fasoli sarà composta da vacche ibride in varie generazioni con una combinazione di genetica Frisona e Rossa Norvegese. Due razze bovine da latte che si completano alla perfezione creando una vacca ad alta produzione di latte con molta qualità, eccellente stato sanitario e ottima fertilità. Inoltre, in questo modo, si evitano i danni dovuti alla crescente consanguineità che è una delle grosse sfide per chi alleva vacche frisone in purezza.
“Se mi si domanda quale sia il maggiore vantaggio ottenuto da quando abbiamo introdotto in allevamento la genetica Rossa Norvegese la mia risposta è sicuramente la qualità della nostra vita che è molto migliorata. Ogni allevatore sa bene che le “vacche problema” sono quelle che occupano la maggior parte del nostro tempo in stalla. Problemi ai piedi, scarsa fertilità, problemi nella fase di transizione, parti difficili, vitelli deboli… Oggi noi invece alleviamo vacche che hanno meno problemi rispetto a quelle del passato. Abbiamo trovato il tipo di vacca che lavora per noi e non il contrario” conclude Ernesto Fasoli.
Per maggiori informazioni sulla pratica degli incroci con la Rossa Norvegese si può consultare il sito internet www.genoglobal.com/it/ oppure contattare la Geno Italy: via Castelverde 8/A, 26028 Sesto e Uniti (Cr) – 0372.710954 – info@genoitaly.it.
L’articolo completo è pubblicato su Informatore Zootecnico n. 21/2015
L’edicola di Informatore Zootecnico