Secondo quanto previsto dall’Onu, nel 2050 la popolazione raggiungerà i 9 miliardi di abitanti. Di conseguenza, la domanda di cibo aumenterà e le esigenze dei consumatori daranno vita a nuove sfide per il settore agricolo.
È stato questo il tema centrale della Giornata mondiale dell’alimentazione, svoltasi nel mese di ottobre in Irlanda, precisamente a Dunboyne. In evidenza il ruolo della politica e le nuove tecnologie legate alla produzione.
Per Steven Borst, direttore globale di Alltech Crop Science - divisione di Alltech con sede centrale a Nicholasville, Kentucky, Usa, specializzata nella produzione di prodotti per l’industria a base naturale e senza residui con lo scopo di ottimizzare la produzione intensiva delle colture sia in termini di resa che di qualità -, «L’uso di soluzioni sostenibili per migliorare le rese e la qualità ci aiuterà in questa impresa. Se gli alimenti che utilizziamo avessero un profilo nutrizionale migliorato, saremmo in grado di ridurre la quantità della produzione necessaria per alimentare la popolazione. Inseguire la quantità non dovrebbe implicare necessariamente un calo in termini di qualità. È per questo che diventa necessario ricorrere a metodologie che permettano di migliorare la qualità della resa delle colture».
Walter Belik, fondatore della Associação Prato Cheio e responsabile per la divisione Sicurezza alimentare del progetto Sustainable Development Goals delle Nazioni unite in Brasile sottolinea come riuscire a soddisfare questa crescente domanda senza pressioni per l’ambiente, sia una sfida davvero impegnativa: «Non vale la pena aumentare la disponibilità di cibo, se manca la qualità - afferma Belik -. Sarebbe una soluzione a breve termine che, se proiettata nel futuro, rischia di tradursi in un problema colossale».
Secondo Belik, l’uso di prodotti naturali per la produzione alimentare e l’impiego di tecnologie innovative in campo, promuoverebbero un aumento delle rese in modo equilibrato. «Si tratta di tecnologie pulite che possono essere utilizzate per risparmiare risorse» aggiunge Belik.
«Inoltre, le abitudini alimentari dei consumatori di oggi sono sempre più rivolte a scelte che valorizzano lo stato di salute, la sicurezza alimentare, la tracciabilità e la sostenibilità ambientale. Essi vogliono essere informati su origine delle materie prime, sulle modalità di impiego e sulla composizione alimentare dei prodotti. – conclude Borst -. Il risultato è che sempre più produttori stanno iniziando ad attuare metodi di produzione più sostenibili».