La circolare è in puro
stile burocratese. Ma
il significato è rilevante:
anche per la campagna
2012-2013 l’Italia ha rispettato
la quota produttiva di latte
assegnata da Bruxelles e dunque
per il terzo anno consecutivo
non si pagano le multe.
L’Agea informa infatti
che, trascorso il termine del
14 maggio per la presentazione
telematica delle dichiarazioni
di consegne riferite alla
campagna 2012-13, trascorso
anche il termine del 24 maggio
per la registrazione degli
accertamenti sulle dichiarazioni
mensili mancanti indicato
alle amministrazioni regionali
con nota Dgu 2013.423 del
16/05/2013, sono disponibili
le informazioni concrete sulla
produzione di latte consegnata.
E cioè quantitativo consegnato
pari a 10.806.666 tonnellate,
rettificato 10.831.030.
In pratica il quantitativo
consegnato è inferiore alla
quota assegnata all’Italia di
10.871.559 tonnellate.
L’Agea chiede dunque
agli acquirenti di non trattenere
e non versare il prelievo
mensile in scadenza al 30
maggio.
Finalmente una buona notizia
sul fronte del latte dopo
un alternarsi di allarmi sullo
splafonamento e rientri. L’ultimo
appello a ridurre la produzione
era arrivato nei suoi
ultimi giorni al Mipaaf dall’ex
ministro Catania. E anche
la Coldiretti era intervenuta
per sollecitare i produttori a
prestare molta attenzione. E
ora è ufficiale: il traguardo di
zero multe è stato centrato.
Soddisfatte le organizzazioni
agricole. La Coldiretti,
che quasi a fine campagna
aveva lanciato l’ennesimo
appello agli allevatori a evitare
surplus produttivi, ricorda
che «dopo le maggiori
produzioni del primo trimestre
della campagna lattiera,
in cui si è assistito a un notevole
aumento delle consegne
di circa il 3-4% rispetto
al corrispondente periodo
dello scorso anno che aveva
provocato un diffuso allarme
tra gli allevatori, c’è stata
una lenta regressione dei
livelli produttivi nei mesi da
luglio a ottobre, che ha avuto
una decisa accelerata dal
mese di dicembre». Con un
trend, sottolinea ancora l’organizzazione,
in calo anche
a gennaio, febbraio e marzo.
Sono le regioni del Centro-
Sud, assieme a Veneto, Friuli
ed Emilia Romagna, ad
aver garantito il contenimento
della produzione, mentre
Lombardia, Piemonte e
Trentino Alto Adige, pur diminuendo
la produzione in
questi ultimi mesi, sarebbero
ancora fuori dalla propria
quota di produzione di latte.
Commenti di segno positivo
da parte di Agrinsieme,
l’associazione a cui aderiscono
Cia, Confagricoltura
e Alleanza delle cooperative
agroalimentari, che dichiara
di essersi «molto attivata
nelle ultime settimane
per richiedere la sospensione
del pagamento in scadenza,
da quando era apparso a
tutti chiaro che la produzione
di latte italiana non
avrebbe superato quest’anno
i limiti fissati dalla normativa
comunitaria e che sarebbe
stato pertanto inutile
procedere con un prelievo
dell’ammontare complessivo
che supera i 50 milioni
di euro e che poi i produttori
si sarebbero visti restituire
nei prossimi mesi».
«I produttori di latte italiani
– afferma Giuseppe Politi,
coordinatore di Agrinsieme
– possono ora tirare
un sospiro di sollievo, visto
che erano sul punto di dover
richiedere fideiussioni
bancarie per il versamento
del prelievo, in una situazione
caratterizzata dagli alti
costi di produzione e scarsa
liquidità».
«L’eventuale pagamento
del prelievo – ha commentato
il presidente di Copagri,
Franco Verrascina – avrebbe
avuto l’effetto di una scure.
Apprezzo il senso di responsabilità
evidenziato dagli
allevatori italiani e auspico
che quanto prima, con la
fine del regime delle quote,
possano dare libera dimostrazione
del potenziale produttivo
che l’Italia può avere
per il fabbisogno interno
e, in genere, sui mercati».
L’Italia deve ancora chiudere
la complessa partita degli
arretrati. Una telenovela
che è stata ancora una volta
rilanciata nei giorni scorsi
dalla relazione della Corte
dei conti sull’esercizio finanziario
2009-2011 dell’Agea.