Dal primo febbraio i grandi formaggi italiani, come Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Provolone Valpadana, non possono più essere esportati in Turchia. Lo rende noto Assolatte, spiegando che si tratta di una decisione del governo turco che ha messo il veto sull'import di prodotti ottenuti da latte crudo.
Sulle motivazioni del divieto interviene Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Grana Padano: «Si tratta o di assurdo protezionismo o di scarsa conoscenza sull'assoluta sicurezza di tali formaggi. Non credo che gli italiani, gli americani o gli europei siano così sprovveduti da autorizzare il consumo di questi formaggi in tutta sicurezza, e in tali quantità. Ricordo infatti che il Grana Padano è il prodotto dop più consumato al mondo. Confido che questo ingiustificato divieto venga rimosso quanto prima».
«È una cosa inaudita - aggiunge Giusepe Ambrosi, presidente di Assolatte - i formaggi stagionati italiani sono sicuri e di grandissima qualità, li esportiamo in tutto il mondo ed è assurdo che proprio un paese come la Turchia, che chiede a gran voce di essere accolta nell'Ue, abbia preso questa decisione; Bruxelles deve intervenire».
Secondo Ambrosi «il divieto va rimosso immediatamente, altrimenti saremo costretti a chiedere al nostro governo di intervenire con restrizioni analoghe e vietare l'arrivo in Italia dei prodotti provenienti dalla Turchia». Un Paese dal quale ogni anno, ricorda Assolatte, arrivano grandi quantità di prodotti alimentari, come frutta (237 milioni di euro), preparazioni di ortaggi e legumi (45 mln), cereali (13 mln), bevande e alcoolici (10 mln), kebab e altre preparazioni di carne (9 mln), pistacchi, mandorle e altri semi (8,8 mln).