In Italia la produzione di carne bovina è risultata in netta contrazione nei primi 9 mesi del 2023. I dati di macellazione della Bdn (Banca dati nazionale) hanno evidenziato, infatti, una flessione del 7% del numero di capi, mentre l'Istat ha ipotizzato una perdita ancora più grave in termini di peso carcassa, pari al 20%. Sono alcuni dei dati di settore contenuti nel rapporto di Ismea sulle tendenze del bovino da carne pubblicato a fine dicembre 2023.
A causa della flessione delle importazioni di ristalli dalla Francia, nei mesi di luglio e agosto scorsi, sempre nel nostro Paese è attesa, inoltre, una riduzione della produzione di carne di vitelloni da ingrasso nei prossimi mesi.
Il calo è legato in parte ai prezzi elevati dei fattori di produzione, in particolare dei mangimi, che ha portato a macellazioni di capi spesso più leggeri (riduzione del peso delle carcasse), soprattutto nella fase di finissaggio, dove i costi dei mangimi pesano di più.
In flessione del 5% anche la produzione di carne Ue
Lo studio ha stimato anche una produzione di carne nell’Ue in flessione del 5% nei primi 9 mesi del 2023, a conferma ulteriore della tendenza negativa registrata negli ultimi quattro anni.
Tra i paesi leader la Germania ha segnato il calo minore (-5,1%), mentre più pesanti sono state le diminuzioni di Francia (-10,3%), Polonia (-9,3) e Spagna (-7,7%). Produzione prevista in aumento solo nei Paesi Bassi. La scarsa disponibilità di capi bovini da macello ha, tra l’altro, mantenuto alta la tensione sui prezzi nel mercato europeo anche nella seconda metà del 2023.
Diverso andamento dei prezzi a seconda delle tipologie
I prezzi dei vitelloni alla fine del 2023 sono rimasti su livelli elevati e tendenzialmente al rialzo (+3%) a novembre rispetto allo stesso mese dello scorso anno. I capi adulti con le carni hanno mostrato, invece, riduzioni e livelli di prezzo inferiori a quelli dello scorso anno per la concorrenza delle carni importate (soprattutto quelle da Germania e Polonia).
Entrando nel dettaglio dei prezzi medi europei dei bovini maschi di buona conformazione a novembre 2023 si sono attestati sopra i 487 euro/100 kg, segnando, sullo stesso periodo dello scorso anno una flessione del 3,8%. Il prezzo per l’Italia nell’analogo periodo è di 522 euro/100Kg, tra i più alti a livello europeo e notevolmente al di sopra della media europea. Sopra la media europea anche i prezzi di Spagna Francia e Croazia.
Costi di produzione della carne bovina differenti a seconda delle tipologie
L’indice Ismea dei prezzi dei mezzi correnti di produzione per le carni di vitellone (con anno base 2010) ha registrato un evidente ridimensionamento nella seconda metà dell’anno.
L’indice a ottobre 2023 ha segnato 128,5 punti, perdendo 7 punti su base annua. La flessione dei costi di produzione iniziata a fine estate, dopo 9 mesi di valori elevatissimi (tra 137 e 138) è legata esclusivamente alla contrazione dei costi di alimentazione, voce che contribuisce per il 24% dei costi totali.
Di minore entità la flessione nel corso degli ultimi mesi dell’indice dei prezzi di vendita dei vitelloni da macello.
Ne consegue un indice di redditività in miglioramento, che nel terzo trimestre è cresciuto del 5% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.
Commercio estero, cala l’import di bovini vivi
Le importazioni di bovini vivi da allevamento nei primi otto mesi sono scese del 9,5% su base annua (solo a luglio e agosto il calo ha riguardato oltre 24mila capi, di cui 10mila broutard). Significa che un 13% in meno di capi è stato, quindi, reinserito in stalla per l'ingrasso durante l'estate. Sul fronte delle carni, invece, le importazioni dei primi otto mesi 2023 si attestano su livelli superiori del 5% rispetto a quelli dell'analogo periodo dell’anno precedente.
Acquisti domestici di carne in lieve ripresa i volumi
L’indagine di Ismea ha mostrato una ripresa dello 0,7% per i volumi di carni bovine acquistati nei primi 10 mesi del 2023 rispetto al 2022, nonostante la contrazione del 4,4% registrata nel 2022 rispetto all’anno precedente. La spesa per le carni bovine fresche è cresciuta su base annua di un ulteriore 7,4% dopo il +4,8% osservato nel 2022.
Necessaria più aggregazione e corrette informazioni
Obiettivi primari per la filiera bovina italiana restano, oltre a una maggiore autosufficienza produttiva sul fronte dei ristalli, anche una migliore riconoscibilità del prodotto di qualità e una maggiore aggregazione e compattezza tra gli anelli della filiera.
Sicuramente una corretta informazione sul valore della carne e sui valori positivi raggiunti dalle filiere zootecniche aiuterà a sostenere i consumi in un momento in cui i proteici sembrano riacquistare la dovuta importanza all'interno delle diete.