A Montechiarugolo un impianto di biometano alimentato da reflui e scarti agricoli

Produrrà nel parmense 3 milioni di metri cubi di biometano agricolo il nuovo impianto realizzato dalla nuova società consortile Montechiarugolo biometano

Montechiarugolo
Al progetto partecipano 12 allevamenti di bovine da latte per il Parmigiano Reggiano, un’azienda contoterzista e le cooperative Coprozuccheri e Anb Coop

A regime produrrà ogni anno 3 milioni di metri cubi di biometano alimentato con biomasse di origine agricola riducendo l’emissione in atmosfera di 8.500 tonnellate di CO2. È quanto promette il progetto di costruzione di un nuovo impianto di biometano chesarà realizzato nel Comune di Montechiarugolo (Pr), sotto la regia di un consorzio di allevatori, agricoltori e contoterzisti one, entro il 2025.

Sarà, quindi, alimentato da deiezioni animali, sottoprodotti agricoli e agroindustriali tra cui polpe surpressate di barbabietola e buccette di pomodoro. L’impianto con una capacità produttiva di 350 metri cubi/ora verrà, infatti, progettato, costruito e gestito dalla Montechiarugolo biometano, la società agricola consortile composta da

  1. 12 allevamenti di bovine da latte per il Parmigiano Reggiano, situati nel raggio di dieci chilometri dalla sede del nuovo biodigestore che conferiscono liquame e letame per poi ritirare la spettante quota di digestato;
  2. un’azienda contoterzista impegnata nella logistica integrata e nello spandimento del digestato già trattato nel rispetto dei limiti di azoto al campo previsti dalla normativa vigente;
  3. le cooperative Coprozuccheri e Anb Coop aderenti alla Confederazione dei bieticoltori-Cgbi.

L’utilizzo del digestato come fertilizzante

Il progetto è promosso dalla Confederazione dei bieticoltori-Cgbi, fortemente sostenuto dallo stesso Comune di Montechiarugolo. L’impatto positivo sull’ambiente è legato anche all’uso agronomico del digestato derivato dal processo di digestione anaerobica: un prodotto naturale dall’alto valore fertilizzante in grado di favorire la transizione agro-ecologica, aumentare la sostanza organica del suolo e sostituire il concime chimico.

Le stalle del territorio potranno quindi destinare all’impianto tutti gli effluenti zootecnici prodotti attestando, da un lato, l’abbattimento delle proprie emissioni anche quelle odorigene, dall’altro la riduzione di oltre il 50% dell’azoto contenuto nei liquami trattati prima dello spandimento sui terreni aziendali. Ne scaturirà un nuovo sistema agricolo più sostenibile.

«Vogliamo produrre energia pulita garantendo l’integrazione del reddito degli allevatori coinvolti e ottimizzando la gestione dei reflui zootecnici, con ricadute sul territorio in un’ottica di economia circolare. Il biometano ottenuto - osserva Gabriele Lanfredi, presidente della Confederazione dei bieticoltori-Cgbi – potrebbe essere utilizzato anche da imprese locali e dalla stessa amministrazione comunale».

A Coprozuccheri e Anb Coop la gestione finanziaria amministrativa e societaria

Alle cooperative Coprozuccheri e Anb Coop  spetta lo sviluppo concreto del progetto, l’apporto delle necessarie risorse finanziarie e garanzie bancarie. Le cooperative si occuperanno anche della gestione amministrativa e societaria, della fornitura di sottoprodotti agricoli diversi dai reflui zootecnici incluse barbabietole a uso energetico.

«Si punta sugli effetti socio-economici positivi, diretti e indiretti: «Il Parmigiano Reggiano di Montechiarugolo potrebbe diventare il primo da filiera circolare e allo stesso tempo potremo garantire ai nostri cittadini campi concimati senza cattivi odori con l’impiego di ammendanti certificati, liberando aria e acqua da nitrati e nitriti. Per noi è davvero un sogno – ha detto il sindaco di Montechiarugolo, Friggeri - speriamo di poterlo concretizzare a breve».

Come sottolineato dall’assessore all’Ambiente, Maurizio Olivieri, «l’Amministrazione ha inserito nei suoi programmi e nei suoi strumenti questo tipo di impianti da oltre 15 anni oramai e ha lavorato per la loro realizzazione, convinta dei benefici ambientali, soprattutto sulle falde, sull’acqua e sulle emissioni, ma anche dal punto di vista energetico. Ritengo particolarmente positivo che l’iniziativa parta dalle aziende, che abbiamo fatto di tutto per sensibilizzare in questi anni. Seguiremo perciò con favore ma anche con la doverosa attenzione – aggiunge l’assessore - i prossimi passi dell’iter autorizzativo dell’opera».

Bio.Methane.Hub partner del progetto

Partner tecnologico dell’operazione è la società Bio.Methane.Hub (Bmh), costituita dalle cooperative Cgbi in virtù della loro esperienza decennale nel comparto del biogas che le ha portate a gestire 23 impianti diventando così il principale operatore del mercato nazionale.

 

 

A Montechiarugolo un impianto di biometano alimentato da reflui e scarti agricoli - Ultima modifica: 2024-01-25T16:07:51+01:00 da Francesca Baccino

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