Il contributo della filiera italiana delle carni avicole alla crescita della ricchezza e al benessere del nostro Paese - il cosiddetto valore condiviso - ha sfiorato nel 2018 gli 8 miliardi di euro (7,9mld), pari a quasi mezzo punto del PIL 2018 (0,45%) e superiori alla crescita attesa per l’intera economia italiana per il 2019 (+0,3%).
A rivelarlo lo studio Althesys “La filiera avicola crea valore per l’Italia” presentato oggi a Roma durante l’assemblea di Unaitalia (Unione Nazionale Filiere Agroalimentari Carni e Uova), che quest’anno celebra i 60 anni della filiera.
«L’avicoltura italiana è comparto zootecnico strategico che garantisce prodotto e filiera 100% made in Italy con un fatturato in crescita del +7,5% in dieci anni (oggi a quota 5,7 mld di euro). E’ l’unica filiera zootecnica autosufficiente: la produzione interna copre il 106.6% della domanda». Ha affermato il presidente di Unaitalia Antonio Forlini.
La filiera avicola, "moltiplicatore economico"
L’indagine, che per la prima volta fotografa il contributo diffuso del settore al Paese tra effetti diretti, indiretti e ricadute indotte, evidenzia come la filiera avicola, con 21,7 mld di euro di giro d’affari complessivo, oltre ad essere un’eccellenza della zootecnia italiana e del settore primario, è un vero e proprio “moltiplicatore economico”. Ogni euro di valore condiviso generato nella fase di trasformazione infatti ne produce 5,70 sul resto del comparto. Effetti tangibili si riscontrano anche sul fronte dell’occupazione (circa 83.000 addetti lungo la filiera). Per ogni dipendente nella trasformazione, vengono creati altri 2 posti di lavoro e mezzo lungo tutte le altre fasi della filiera (incubatoi, agricoltura, mangimi, industria, housing allevamenti, servizi, logistica, distribuzione e vendita).
Niente antibiotici nel piatto
«L’eccellenza dell’avicoltura italiana – ha sottolineato Forlini -, è evidente anche sul fronte del benessere animale, della sicurezza e della riduzione degli antibiotici (-80%). In meno di 10 anni il settore ha fatto passi da gigante su questi aspetti».
Nella carne bianca che consumiamo non ci sono residui di medicinali, come testimoniato dai riscontri sempre negativi del Piano Nazionale Residui, emanato annualmente dal Ministero della Salute, che verifica l’eventuale presenza di molecole negli alimenti. Nel 2017, su 8548 analisi condotte su campioni di carni avicole, non è stata riscontrata alcuna difformità, in miglioramento rispetto al 2016 in cui la percentuale era pari allo 0,04%,con 3 casi difformi su 7621 analisi condotte.
Gli antibiotici sono utilizzati solo a scopi curativi, mai preventivi, e solo dopo diagnosi e prescrizione di un veterinario. Oggi solo un pollo su 5 viene curato con antibiotici.
Benessere in allevamento
In Italia, sottolinea Unaitalia, i polli sono allevati nel pieno rispetto delle norme e del benessere animale. Non sono allevati in gabbia, le batterie non esistono da oltre 60 anni, ma vengono allevati a terra, di prassi, all’interno di capannoni, nel rispetto delle norme europee e italiane, che stabiliscono parametri microclimatici e di illuminazione, oltre a densità di allevamento tali da permettere i comportamenti naturali dell’animale, quali il ruspare su strati di paglia o trucioli di legno.
In altre tipologie di allevamento, nel caso del biologico e dell’allevamento all’aperto, le strutture sono dotate anche di parchetti esterni recintati e con erba, dove gli animali sono liberi di muoversi.
Accrescere la quota export
Per mantenere questo livello d’eccellenza e non perdere solidità e autosufficienza, a fronte di competitor agguerriti, secondo Forlini, il settore va «Messo al centro dell’agenda politica: servono misure di sostegno alla competitività delle imprese e all’export, che dal 2017 perde in media il 3,9% l’anno in valore. Per invertire questa tendenza dobbiamo accedere ai nuovi mercati, anche in vista delle previsioni sul tasso di crescita annuale dei consumi Ue per il 2030 (0,3% contro l’attuale 2,2%/anno del 2018)».
Secondo i dati della relazione annuale Unaitalia, nel 2018 l’export di carni avicunicole è stato di 176.800 tonnellate (il 13% della produzione totale), pari a 389 milioni di euro.
Serve una cabina di regia Interministeriale
Forlini ha ribadito che è ancora fermo il dossier Cina, «Chiediamo al più presto una cabina di regia tra Mipaaft, Ministero della Salute, Ministero degli Affari esteri e MISE. È necessario un grande gioco di squadra, dove le imprese devono fare la propria parte, offendo prodotti in linea con le aspettative dei mercati esteri, ma è parimenti essenziale un sostegno forte delle istituzioni per garantire le condizioni necessarie alla conclusione degli accordi bilaterali con paesi strategici come la Cina».
Gli italiani e il pollo, un sodalizio che si consolida
Le carni avicole confermano il loro primato sulla tavola degli italiani (35% degli acquisti domestici) e registrano una crescita costante sia nei volumi che nella spesa (+0,6% i volumi e +3,6% la spesa sul 2017, elaborazione -Ismea su dati Nielsen).
Gli amanti del pollo sono soprattutto al Sud (30% degli acquisti, +2,8% sul 2017). Nord Ovest (26%) e Centro Italia (25%). A trainare i consumi delle famiglie italiane sono panati e preparati (+9,3% in volume e +10% in valore sul 2017): prodotti a maggiore valore aggiunto che vengono prediletti per facilità e velocità di preparazione.
In crescita il valore delle carni avicole tal quali (+1,5%), a fronte di una lieve flessione fisiologica dei volumi (-1,5%) dopo anni di costante incremento.
Al via la partnership con Veronafiere per il premio Avicoltore dell’anno
Il settore avicolo sarà presente alla 114ª edizione di Fieragricola (29 gennaio - 1 febbraio 2020) con la terza edizione del premio nazionale Avicoltore dell’anno, dedicato alle migliori pratiche di allevamento sui temi del benessere animale, della sostenibilità, dell’innovazione e della biosicurezza.
«La partnership con Veronafiere per Fieragricola vuol testimoniare, una volta di più, la vicinanza fra imprese della trasformazione avicola e mondo agricolo, in particolare per quanto concerne la relazione con le migliaia di allevatori attivi nelle nostre filiere, con i quali vogliamo costruire un futuro del mondo avicolo che generi a tutti i livelli, un sempre più ampio valore condiviso», ha concluso Forlini.